Nei centri storici sono sempre di più i negozi che abbassano le serrande, lasciando spazio a Bed&breakfast, bar, ristoranti. In dieci anni sono spariti quasi 100 mila negozi nelle città italiane e 16 mila ambulanti. A dirlo è l’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio «Demografia d’impresa nelle città italiane».
Estratto dell’articolo di Valentina Iorio per il “Corriere della Sera”
Tra il 2012 e il 2022 hanno chiuso oltre 99 mila attività di commercio al dettaglio. Mentre crescono alberghi, bar e ristoranti (+10.275), così come la presenza straniera nel commercio, sia come numero di imprese (+44 mila), sia come occupati (+107 mila) e si riducono le attività e gli occupati italiani (rispettivamente -138 mila e -148 mila).
Dall’analisi, che prende in esame 120 città medio-grandi, emerge che la riduzione di attività commerciali e la crescita dell’offerta turistica risultano più accentuate nei centri storici, con il Sud caratterizzato da una maggiore vivacità commerciale rispetto al Centro-Nord.
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Rimane fondamentale l’omnicanalità, cioè l’utilizzo anche del canale online che ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, con le vendite passate da 16,6 mld nel 2015 a 48,1 mld nel 2022.
«Elemento, questo, che ha contribuito maggiormente alla desertificazione commerciale ma che rimane comunque un’opportunità per il commercio fisico tradizionale», evidenzia lo studio. «Alla base della scomparsa di 100 mila negozi nelle città italiane tra il 2012 e il 2022 c’è senza dubbio l’avvento dell’ecommerce che ha rivoluzionato le abitudini di acquisto degli italiani», dichiara Assoutenti, commentando la ricerca di Confcommercio. […]