Difficile immaginare un packaging più minimalista di quello di Crate, il vino australiano senza l’etichetta: progettato con l’obiettivo di ridurre al massimo il suo impatto ambientale – dunque senza carta, inchiostro e plastica – racchiude tutte le informazioni nella capsula del tappo. Lo produce – scrive Wine News – l’azienda Fourth Wave Wines, con sede in Australia, che ha studiato questa soluzione innovativa con Denomination, agenzia di grafica internazionale specializzata in sostenibilità, con clienti del calibro, tra gli altri, di Penfolds e Taylors.
La capsula di Crate contiene tutte le informazioni obbligatorie: il logo del marchio, la varietà dell’uva, la regione, l’annata, le diciture legali, il codice a barre e un QRcode per ulteriori informazioni. Il cartone di Crate è riciclato al 100% e reca la scritta: “Il nostro pianeta conta più del nostro imballaggio”. Il vetro arriva invece da bottiglie riciclate, e il prodotto può essere acquistato solo a casse, così da ridurre la sua impronta di carbonio. Inoltre, il vino viene prodotto con le uve provenienti da piccoli vignaioli, in una logica di sostenibilità anche sociale, con i proventi delle vendite che vengono reinvestiti nelle singole realtà produttive.
Secondo Rowena Curlewis, co-fondatrice Denomination, che ha sede ha Sidney, Londra e San Francisco, “oggi i designer hanno il compito di ripensare completamente a come funzionano gli imballaggi: occorre muoversi verso la loro riduzione al minimo, anche considerando l’energia necessaria per la stampa e la serigrafia”. Nicholas Crampton, comproprietario Fourth Wave Wines – che raggruppa un portfolio di marchi di vino di tutto il mondo (inclusa Francia, Spagna e Italia), caratterizzati da un alto livello di innovazione – commenta che Crate “sta facendo luce sulle alternative agli imballaggi convenzionali che utilizzano etichette di carta, un bene sempre più prezioso”. L’obiettivo, in futuro sarà quello del refill delle bottiglie.
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