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Dom. Dic 22nd, 2024

Dai risultati emersi durante la “Presentazione del Termometro Altroconsumo 2022”, che si è svolta questa mattina in Senato, sulla capacità di spesa delle famiglie, si evidenzia un quadro allarmante. L’Organizzazione di consumatori – insieme alle omologhe di Spagna, Belgio e Portogallo che fanno parte di Euroconsumers- ha condotto la periodica indagine che stima, tramite un indice studiato ad hoc, il livello di difficoltà dei consumatori nell’affrontare le spese durante l’anno precedente, le differenze fra le aree geografiche e fra le tipologie di famiglia, insieme alle aspettative per l’anno a venire. 

Il Termometro Altroconsumo registra un notevole peggioramento generale per gli italiani nel sostenere le spese dei 6 diversi ambiti analizzati: abitazione, mobilità, salute,  alimentazione, istruzione, cultura e tempo libero. L’indice italiano di quest’anno è pari a 45,2, il più basso di sempre da quando l’indagine viene svolta, dal 2018.

In primo luogo, durante l’inchiesta, è stata fotografata la capacità degli italiani di sostenere le principali spese quotidiane. Nel 2022 sono aumentate considerevolmente le famiglie in difficoltà a sostenere le spese legate ad alimentazione e abitazione. Il 37% delle famiglie ha avuto problemi per quanto riguarda l’acquisto di cibo (+13 punti percentuali rispetto al 2021) e per il 49% è stato difficile coprire le spese legate all’abitazione (+9 punti). Stabili o in leggero aumento le percentuali di famiglie in difficoltà per gli altri ambiti di spesa: 43% per salute, 40% per la mobilità, 37% per cultura e tempo libero e 26% per istruzione.

Allo stesso tempo si registra una diminuzione delle famiglie che non hanno avuto problemi a coprire le spese per quanto riguarda  l’alimentazionesolo il 18%, ovvero 10 punti in meno rispetto al 2021, e mobilità (17%). Nel complesso aumentano le famiglie in gravi difficoltà economicheovvero con problemi per tutte e 6 le dimensioni di spesa, che nel 2022 sono pari al 9%quasi il doppio rispetto al 2021 (5%).

In secondo luogo, è stato effettuata una comparazione sia fra le diverse zone della Penisola che fra le varie tipologie di famiglie. Anche nel 2022 emergono importanti differenze fra Nord e Sud. Si nota, infatti, come le difficoltà a sostenere le spese siano maggiori al Sud e nelle isole (indice pari a 43,4) e al Centro (44,1) rispetto al Nordest (46,7) e al Nordovest (46,5). Rispetto allo scorso anno c’è un leggero riavvicinamento, con il valore del Termometro che diminuisce per tutte le aree tranne che per il Sud e le isole (+0,7 rispetto al 2021).

Nello specifico, le Regioni in cui si riesce ad affrontare meglio le spese restano quelle settentrionali, il valore dell’indice è significativamente superiore alla media per: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte. Quelle in cui la capacità di sostenerle è inferiore alla media sono: Campania, Puglia, Umbria e Abruzzo. Inoltre, emerge una sensibile differenza anche tra aree urbane e rurali, la situazione è migliore per le famiglie che risiedono in città.

Paragonando le tipologie di nuclei familiari, si conferma una maggior agilità nella gestione delle spese fra le famiglie in cui entrambi i partner sono laureati (indice pari a 48,6) rispetto a quelle in cui non lo sono (41,2). La situazione appare più agevole per chi vive da solo rispetto alle famiglie numerose, all’aumentare dei componenti della famiglia, il valore dell’indice diminuisce (e quindi aumentano le difficoltà).

L’inchiesta, inoltre, fotografa la percezione degli italiani per il 2023. Quest’anno, gli italiani prevedono un ulteriore peggioramento della situazione, l’indice che riflette le aspettative per l’anno in corso è infatti inferiore di 2,7 punti rispetto a quello registrato per l’anno trascorso.  Quasi la metà degli intervistati (45%) ritiene che la sua famiglia avrà più difficoltà a sostenere le spese nel 2023 rispetto a quanto avvenuto nel 2022. Solo il 14% invece prevede che sarà più facile. Per quanto riguarda i risparmiil 76% ritiene che sarà difficile per la propria famiglia mettere soldi da parte nel corso del 2023 (lo è stato per il 70% nel 2022) e ben il 45% immagina che sarà molto difficile se non impossibile farlo, rispetto al 35% che si è trovato in questa situazione nel 2022.

Alla conferenza stampa in Senato questa mattina hanno partecipatoil Sen. Antonio Misiani, Vicepresidente Commissione permanente Bilancio del Senato, l’On. Ylenja LucaselliDeputata della Repubblica Italiana, l’On. Luigi Marattin, Commissione Bilancio Camera dei Deputati, il Sen. Dario Damiani, Capogruppo Commissione Bilancio Senato della Repubblica, e il Responsabile Relazioni Esterne Altroconsumo Federico Cavallo.

“I salari fermi al palo, lo shock dei prezzi energetici e l’alta inflazione hanno messo in gran sofferenza le famiglie italiane nel 2022 persino in ambiti essenziali, come l’abitazione, la salute e la spesa alimentare. Anche quest’anno, il Termometro Altroconsumo segna temperature rigide, fotografando una generale situazione di impoverimento degli Italiani che, si dimostrano, per il 76%, sfiduciati nei confronti del futuro.” dichiara Federico CavalloResponsabile Relazioni Esterne Altroconsumo“Dati rilevanti, questi, ancor più alla vigilia della Giornata Mondiale dei Diritti dei Consumatori che si celebra domani, 15 marzo: in occasione della conferenza in Senato, che ha rappresentato un’occasione di confronto diretto con i referenti dei principali Gruppi politici di maggioranza e opposizione, abbiamo ribadito la necessità di interventi che puntino a sostenere i consumatori e riducano le disuguaglianze sociali e territoriali mostrate dall’indagine. Ringraziando i senatori e deputati che hanno animato il dibattito, auspichiamo che il dialogo possa proseguire ora in tutte le sedi, per supportare concretamente i cittadini in un momento storico segnato da molte incertezze. Come principale Organizzazione di consumatori italiana, anche insieme ai nostri partner europei, continueremo a portare avanti il nostro impegno per tenere i bisogni dei cittadini al centro dell’agenda della Politica e delle Istituzioni” conclude.

Il Termometro di Altroconsumo conferma, purtroppo, l’impatto fortissimo dell’inflazione e della crisi energetica sui livelli di consumo delle famiglie italiane, sempre più in difficoltà a fare quadrare i loro conti anche di fronte all’acquisto di beni e servizi essenziali. Le risposte emergenziali della politica economica hanno consentito di attenuare le conseguenze del carovita sulle fasce sociali più fragili, ma il problema sta diventando strutturali e richiede interventi all’altezza, in particolare per difendere i redditi fissi. I salari e gli stipendi crescono troppo poco e tre milioni di dipendenti sono classificati come lavoratori poveri.” dichiara Antonio Misiani, Vicepresidente Commissione permanente Bilancio del Senato “La priorità è introdurre il salario minimo, tagliare il cuneo fiscale sul lavoro stabile in modo strutturale e favorire i rinnovi contrattuali. Sul versante delle pensioni, il taglio dell’ indicizzazione deciso dal governo Meloni è un errore che penalizzerà milioni di pensionati del ceto medio. In assenza di scelte più coraggiose per difendere il valore reale dei redditi, il rischio è che nel 2023 si verifichi una vera e propria gelata dei consumi che rallenterebbe ulteriormente la dinamica di una economia in netto rallentamento.” conclude.

“Le difficoltà nelle quale si trovano le famiglie sono le stesse che abbiamo dovuto affrontare con la manovra di bilancio. Una manovra fortemente condizionata a fronteggiare il caro energia che ha impegnato due terzi delle risorse a sostegno delle famiglie e delle imprese. Se non esiste una ricetta unica per rivitalizzare l’economia, è anche vero che gli italiani hanno attraversato un biennio di fermo dei consumi a causa della pandemia prima e del conflitto dopo. Un combinato disposto che ha fortemente condizionato la propensione alla spesa di cui al momento della rilevazione statistica di sentivano ancora gli effetti.” dichiara l’On. Ylenja LucaselliDeputata della Repubblica Italiana. “Tuttavia, le stime di crescita ci fanno ben sperare anche alla luce della ripresa dell’occupazione e della diminuzione verticale del prezzo dell’energia ritornato ai valori pre-guerra. A questa situazione si aggancia la riforma del fisco che insieme all’abbattimento del costo del lavoro consentirà un maggiore potere di acquisto delle famiglie con una graduale crescita della capacità di spesa. Vero: gli stipendi in Italia sono fermi da decenni ma è altrettanto vero che nessun governo ha finora davvero messo al centro dell’agenda politica l’abbassamento delle tasse e il loro riordino.” conclude.

“La presentazione del Termometro Altroconsumo e, soprattutto, la Giornata Mondiale dei Diritti dei Consumatori con la quale simbolicamente coincide, hanno per noi quest’anno un significato particolare: il 15 marzo, infatti, prendono anche il via i festeggiamenti per il 50° Anniversario della nostra Associazione, che ci accompagneranno con varie iniziative nei prossimi mesi” dichiara Marino Melissano, Segretario Generale di Altroconsumo. “Come Altroconsumo, oggi come ieri, vogliamo continuare a giocare un ruolo sempre più centrale, a supporto e tutela dei diritti di tutti consumatori” conclude.

NOTA METODOLOGICA:

A dicembre 2022 Altroconsumo ha sottoposto a un campione di 2.934 italiani (25-79 anni) distribuiti su tutto il territorio nazionale un questionario in cui è stato chiesto di indicare:

  • Quanto è stato difficile nel 2022 affrontare le spese relative a 6 ambiti principali (abitazione, salute, alimentazione, mobilità, cultura e tempo libero, istruzione) e rispettive voci di spesa per il proprio nucleo familiare;
  • Quanto si prevede che sarà difficile farlo nel 2023;
  • Quanto ciascun ambito è importante per la qualità di vita del proprio nucleo familiare.

A partire dai dati rilevati è stato calcolato un indice compreso tra 0 e 100 che esprime la capacità delle famiglie di sostenere le spese principali nel corso del 2022. L’indice tiene in considerazione l’importanza che ciascuna dimensione ha sulla qualità di vita. Più è alto il valore dell’indice più è stata agevole la situazione delle famiglie e viceversa (più è basso e maggiori sono state le difficoltà).

Il valore dell’indice non può essere interpretato come una scala di giudizio di per sé (es. 60 non significa sufficiente), tuttavia in base al valore osservato tra chi dichiara difficoltà su tutte le 6 dimensioni (gravi difficoltà economiche) e tra chi dichiara di non avere difficoltà per nessun ambito di spesa (nessuna difficoltà economica) sono stati individuate delle soglie che possono essere utilizzate per l’interpretazione del valore dell’indice. Per Italia sono le seguenti:

  • da 0 fino a 30,8: gravi difficoltà economiche
  • da 30,9 fino a 50,8: alcune difficoltà economiche
  • da 50,9 fino a 100: nessuna difficoltà economica

L’indice sulla capacità di spesa è risultato di 45,2, in diminuzione di un punto rispetto al 2021. Gli indici peggiori si registrano in Campania, Puglia, Umbria e Abruzzo.

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