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Gio. Nov 21st, 2024
Valentina Leporati aka Gluten FreeValentina Leporati aka Gluten Free

“Qui non ammettiamo celiaci”: è così che inizia sui social lo sfogo di Valentina Leporati, conosciuta sul web come Valentina Gluten Free, celiaca sin dai primi mesi di infanzia e seguitissima sul web per il suo attivismo, con cui quotidianamente porta alla luce le problematiche che vive chi soffre di questa malattia.

Qualche giorno fa, Valentina si è trovata per la prima volta nella sua vita a fronteggiare questa spiacevole situazione. Chiedendo informazioni al ristorante, Valentina si è vista letteralmente rifiutare l’ingresso al locale, una vera e propria forma di discriminazione alimentare, che fa comprendere quanto ancora poco si sappia della celiachia e si debba sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento.

Valentina ha pubblicato questo sfogo, quindi, per dare voce anche a tutte quelle persone che come lei soffrono di questa malattia e ancora oggi, nel 2023, sono purtroppo vittime di questi spiacevoli episodi, nonostante la società stia puntando a essere sempre più inclusiva, anche in cucina. 

«Il problema non è non poter offrire un pasto sicuro a chi ha esigenze alimentari non tradizionali, il problema è negare l’accesso ad un ristorante a chi sta solo chiedendo con gentilezza delle informazioni. Per chi è celiaco non è semplice l’iter della prenotazione al ristorante perché significa dover mettere in luce la propria malattia per sapere se il ristoratore è disponibile e preparato in materia. Questo fa sentire chi è celiaco esposto e in difetto già in partenza quindi sentirsi rispondere “tu qui non sei accettato, non puoi entrare” è qualcosa di brutale e violento verso chi si sta esponendo e sta solo chiedendo di poter entrare con la sua compagnia a fare un pasto. I modi sono fondamentali e nessuno si merita di essere discriminato e non accettato con così tanta cattiveria e chiusura – afferma Valentina Leporati – Ho scelto di non fare il nome del ristorante perché sono profondamente convinta che la pubblica gogna sia sbagliata tanto quanto il trattamento che mi è stato riservato. Ho scelto di dare luce al fatto per trasformare un brutto episodio in qualcosa di utile e costruttivo per chiunque. Ho imparato a trasformare quello che mi fa soffrire in qualcosa di proattivo per evitare la stessa sofferenza al prossimo».

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