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Mer. Dic 25th, 2024

C’è un genere letterario capace, più di altri, di stimolare l’appetito? Sì, è il giallo! E qual è il cibo perfetto da condividere con l’autore o l’autrice del cuore? La pizza!

A rivelarlo è Deliveroo, la piattaforma leader dell’online delivery, che in occasione della Giornata Mondiale del Libro e del diritto d’autore del 23 aprile ha indagato, attraverso un sondaggio realizzato sul proprio profilo Instagram, sul rapporto tra la passione e il cibo per i libri. 

Per ben il 37% degli utenti social di Deliveroo il romanzo giallo è il genere letterario che stimola di più l’appetito, seguono al 30% il romanzo fantasy e la passione di un romanzo d’amore ​ al 23%. L’indagine social rivela anche che sono le patatine (37%) e un bicchiere di vino o una birra (34%) i cibi preferiti per accompagnare la lettura di un buon libro. Mentre i lettori che sognano di condividere una cena con il proprio autore o autrice preferita indicano la pizza come il piatto must, al ​ 55%. Segue con il 21% la convivialità di un cibo da trattoria e il solo 19% invece condividerebbe l’eleganza di una cena gourmet. 

Ma in che modo oggi il cibo è presente nella letteratura? Per saperne di più Deliveroo ha intervistato per l’occasione, in esclusiva, l’esperta Petunia Ollister, autrice e book influencer di successo, che conferma il forte legame che esiste tra il cibo e la letteratura gialla:”in tutti questi anni di letture mi sono fatta l’idea che il giallo sia il genere nel quale si mangia e si cucina di più in assolutoi grandi investigatori, soprattutto dell’area mediterranea, sono quasi sempre dei raffinati palati e spesso anche dei grandi talenti ai fornelli.”

E proprio per celebrare il rapporto tra buon cibo e letteratura, in occasione della Giornata Mondiale del Libro, Deliveroo lancia ​ una speciale iniziativa a Torino, città storicamente legata al mondo dell’editoria, vera e propria Capitale italiana del libro. Tutti coloro che ordineranno da Pizzeria da Michi, nel weekend del 22 e 23 aprile, riceveranno in omaggio, fino ad esaurimento, “Crimini e ricette. A tavola con Nero Wolfe” (Edizioni Beat) di Rex Stout, con più di 250 ricette originali create, tra un’indagine e l’altra, dal più sofisticato e goloso protagonista della letteratura gialla. 

L’intervista esclusiva di Deliveroo a Stefania Soma alias Petunia Ollister 

  • Nella letteratura contemporanea è cambiata la presenza del cibo nei libri?

E’ sempre stato così, da Omero in poi, la presenza del cibo nei libri si è trasformata in metafore della vita e dell’agire dell’essere umano ed è diventata ​ parte integrante delle narrazioni.

Se nei classici il cibo era un elemento legato alla convivialità, man mano che ci si avvicina al contemporaneo assume una dimensione sempre più individuale, raccontando molto delle passioni e delle ossessioni dei nostri tempi.

  • I romanzi di quali Paesi sono più contaminati dal cibo?

Le letterature dei Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo sono le più connotate dalla presenza di cibo, elemento che non solo definisce l’identità di un popolo ma ne mostra anche le somiglianze con gli altri. Il mar Mediterraneo è stato una grande via di comunicazione per lo scambio non solo di merci, ma anche di ingredienti e storie.

  • Qual è il genere letterario che contiene più riferimenti al cibo e per quale motivo?

In tutti questi anni di letture mi sono fatta l’idea che il giallo sia il genere nel quale si mangia e si cucina di più in assoluto. I grandi investigatori, soprattutto dell’area mediterranea, sono quasi sempre dei raffinati palati e spesso anche dei grandi talenti ai fornelli. Azzardo che possa dipendere da una sorta di esorcismo: la necessaria ricorrenza di eventi luttuosi viene compensata dal cibo, elemento nutriente e vitale per definizione.

  • Ci fai alcuni esempi di personaggi che, all’interno dei libri in cui sono protagonisti, hanno sviluppato un rapporto particolare con il cibo o che nel cibo hanno un forte elemento di riconoscimento?

Se penso a cibo e letteratura il primo nome che mi viene in mente è Salvo Montalbano, il celebre commissario nato dall’ingegno di Andrea Camilleri: tra i meravigliosi pranzi vista mare a base di pesce e la languida curiosità nell’attesa di scoprire cosa la cammarera Adelina gli avesse lasciato pronto per cena, ha fatto venire fame a moltissimi dei suoi lettori.Rimanendo in Sicilia non posso non citare Vanina Guarrasi, poliziotta palermitana che vive e lavora alle falde dell’Etna, protagonista dei romanzi di Cristina Cassar Scalia, una donna che ama poco il pesce e non rinuncerebbe mai alla sua pantagruelica colazione a base di iris, panini al latte svuotati, fritti e poi riempiti di crema.Kostas Charitos, ideato da Petros Markaris, dirige il reparto omicidi della polizia di Atene. La cucina è alla base del rapporto con la moglie Adriana, classica casalinga greca vecchio stampo che prepara magistralmente piatti della tradizione greca. In particolare i ghemistà, pomodori e peperoni ripieni di riso, non sono solo un piatto ma sono il segnale di distensione ricorrente dopo ogni litigio.

  • Quando leggi, ti piace accompagnare la lettura con del cibo? Se sì, quale?

Spesso leggo a colazione e in pausa pranzo, meno durante la cena.

Accompagno le mie letture mattutine con thè, caffè, pane, burro, preferibilmente salato, marmellata, preferibilmente ai mirtilli, ma anche uova strapazzate o pancake.

A pranzo leggo mangiando pasta, accompagnata da verdure di stagione ripassate in padella e abbondante parmigiano. 

  • Chi è che secondo te cucina meglio tra i personaggi letterari?

Nero Wolfe, il detective creato dalla penna di Rex Stout.I suoi romanzi sono talmente ricchi di riferimenti al cibo e alla cucina che l’autore americano ha deciso di pubblicare un ricettario che non stento a definire epicureo. 

  • Tre nomi di scrittori contemporanei abbinati ai loro piatti o al tipo di cibo più ricorrente.

Manuel Vázquez Montalbán, creatore dell’investigatore gourmet Pepe Carvalho, a cui Camilleri dedicò il personaggio di Montalbano, è sinonimo di polpo alla galiziana.Se penso a Jean-Claude Izzo, autore della trilogia marsigliese di Fabio Montale, la prima cosa che mi viene in mente è una ricca e profumata bouillabaisse. Infine Georges Simenon, uno dei più prolifici scrittori di tutti i tempi, creatore di Jules Maigret, indissolubilmente legato alla coq au vin.

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