Basterebbe prevenire lo spreco del cibo per migliorare la salute della Terra: Waste Watcher ha calcolato quanti ettari sprechiamo ogni anno coltivando il cibo che non arriva sulle nostre tavole .
Lo spreco alimentare domestico in Italia fa perdere 1,508 milioni di ha all’anno di produzione, quanto l’intera area agricola di Emilia-Romagna e Veneto messe insieme.
La Superficie Agricola Utilizzata (SAU), cioè la superficie effettiva su cui si producono alimenti, in Italia è diminuita del 28% come affermava uno studio di Coldiretti diffuso nel 2021 prima del G20 sull’agricoltura tenutosi a Firenze. La perdita di terreni coltivati determina direttamente ed indirettamente ad un deterioramento degli ecosistemi, che porta a innumerevoli dissesti a livello ambientale e sociale, un arretramento dei livelli di investimenti in agricoltura, una contrazione dei posti di lavoro e una seria e preoccupante riduzione della quantità di alimenti prodotti, considerando che il 28% di SAU in meno significa anche 400 milioni di kg in meno di produzione. In quest’ottica, Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability ha voluto indagare quanti terreni coltivabili stessero producendo rifiuti alimentari domestici. In Italia, gli ettari in cui si producono alimenti che finiscono nell’immondizia dei consumatori, cioè quelli su cui si producono quei 524,1 g di alimenti sprecati pro capite, come evidenziato nell’ultimo report Waste Watcher International, sono circa 1,508 milioni, che corrispondono alla superficie agricola utilizzata di Emilia-Romagna e Veneto messe insieme. Sostanzialmente, è come se le intere zone di produzione dell’Emilia-Romagna e Veneto (1,529 milioni di ha) producessero cibo destinato a non essere mai consumato.
È quindi importante oggi, nella Giornata della Terra, affermare che se si vuole investire nel nostro pianeta, in primis senza sfruttare e rendere piano piano improduttivi i terreni si deve porre un’attenzione particolare alla prevenzione dello spreco alimentare domestico, che ha impatti negativi su moltissimi fronti, come anche sullo “spreco”, e conseguentemente alla perdita, di terreni coltivabili. Con la popolazione mondiale che dovrebbe arrivare a quasi 10 miliardi nel 2050, come stima l’ONU, la perdita di terreni coltivabili è ancor di più una prospettiva preoccupante e, in più, se questa perdita di terreni è determinata anche dallo spreco alimentare domestico oltre che preoccupante diventa indicibilmente immorale. Waste Watcher International accoglie con gran piacere lo slogan lanciato dall’Earthday.org per la Giornata della Terra 2023: “Invest in Our Planet”, perché fermamente convinti che si debba investire tutte le risorse possibili per raggiungere il prima possibile ognuno dei 17 SDGs dell’Agenda 2030 e quindi anche il target 12.3, cioè quello che pone l’obiettivo di ridurre del 50% gli sprechi alimentari, perché come abbiamo visto questo può avere innumerevoli risvolti positivi per l’intera popolazione mondiale, come la riduzione della perdita di terreni che saranno sempre più indispensabili con l’avanzamento dei cambiamenti climatici e l’aumento della popolazione mondiale. In definitiva, quindi, Waste Watcher International chiede, ancora, a gran voce di investire sull’educazione alimentare in tutto il mondo, perché così facendo facciamo un “Investimento sul Nostro Pianeta” sicuro e a lungo termine, che aiuterà a velocizzare la marcia verso il raggiungimento di tutti gli SDGs dell’Agenda 2030 e a fermare gli impatti negativi sommersi del nostro sistema alimentare, come quello della perdita di terreni relativo allo spreco alimentare domestico.