Presentata oggi al Congusto Gourmet Institute di Milano, SLAFOOD è l’Associazione che unisce il talento degli chef italiani per sostenere i progetti di presa in carico nutrizionale dei Centri Clinici NeMO. Oltre trenta chef hanno risposto con entusiasmo all’invito, tra i quali i maestri Carlo Cracco e Roberto Valbuzzi.
Nel solco della quindicinale esperienza clinica dei Centri NeMO, questa nuova sfida mira a migliorare sempre più la qualità di vita di chi vive con la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni, le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria. A raccontare le motivazioni di questo progetto è stato il Presidente, Davide Rafanelli, che convive con la malattia da quasi due anni e paziente del Centro NeMO di Milano, insieme all’amico fraterno Roberto Carcangiu, Presidente APCI Chef, l’Associazione Professionale Cuochi Italiani, e Vicepresidente di SLAFOOD.
“Sono convinto che la cucina sia prima di tutto un atto d’attenzione nei confronti dell’altro e, l’attenzione, è in fondo un atto d’amore – dichiara lo chef Roberto Carcangiu – per questo ho risposto immediatamente alla chiamata dell’amico Davide. Quando la ricerca ed il talento in cucina sono messi al servizio degli altri, non possono che far esprimere al meglio la nostra professionalità e la passione per il nostro lavoro”.
L’idea di creare l’associazione nasce, infatti, da Davide Rafanelli, imprenditore che ha trascorso gli ultimi dieci anni in ambito food e progetti di inclusione sociale. Dopo la diagnosi di SLA, ha scelto di mettere al servizio le proprie competenze per sostenere i progetti di cura mirati a conservare e custodire il valore dello stare a tavola e della qualità di vita, al di là della malattia. La disfagia impone enormi difficoltà nella deglutizione e nella gestione in bocca del cibo e di liquidi e colpisce molto spesso anche chi è costretto a convivere con una malattia neuromuscolare. Chi ne soffre ha spesso a che fare con piatti che non pongono attenzione al diritto di ciascuno di continuare a godere del piacere del gusto e del condividere il valore dello stare a tavola.
Il percorso di arrivare a fondare l’associazione SLAFOOD risale al 21 giugno 2022, data in cui si celebra in tutto il mondo lo SLAGlobal Day, la Giornata Mondiale sulla SLA. “Abbiamo voluto simbolicamente questa data – spiega Davide Rafanelli, nato a Lanzo Torinese e brianzolo d’adozione – perché il solstizio d’estate porta con sé un profondo sentimento di rinascita e, soprattutto, di speranza in un punto di svolta per la ricerca delle cause, dei trattamenti e delle cure efficaci per sconfiggere questa patologia”.
Beneficiari dei progetti di sostegno promossi da SLAFOOD sono i Centri Clinici NeMO, (Neuromuscular Omnicenter), il network nazionale specializzato nella cura e nella ricerca sulla SLA e le malattie neuromuscolari. Fondati su un approccio di cura multidisciplinare, i NeMO hanno proprio come mission il miglioramento della qualità di vita. Ecco perché da sempre pongono attenzione anche alla sfera della nutrizione, che non solo risponde ai bisogni primari e di sicurezza per la salute della persona, ma pone attenzione anche al valore relazionale e di inclusione sociale dello stare a tavola. Il sodalizio consolidato con lo chef pluristellato Mauro Uliassi ne è una testimonianza concreta.
Presenti all’evento il Direttore Generale dei sette Centri NeMO, Stefano Regondi, e Federica Cerri, medico neurologo, referente area SLA del Centro NeMO di Milano.
I Centri NeMO si prendono in carico di tutta la famiglia che vive l’esperienza di malattia, dando risposte ai bisogni, trovando soluzioni per superare le difficoltà e per migliorare concretamente la qualità di vita di ogni suo componente. – dichiara Stefano Regondi, direttore generale dei Centri Clinici NeMO, che continua – Ed in questo percorso, il tema della presa in carico nutrizionale è prioritario, con la presenza di un team dedicato, in grado di fornire i giusti strumenti per affrontare le problematiche tipiche delle nostre patologie, come la disfagia, la difficoltà nella masticazione ed il controllo del peso”.
SLAFOOD, ponendo dunque l’accento su uno degli aspetti fondamentali che interessano la patologia, promuoverà eventi, cene e progetti specifici coinvolgendo chef, cuochi, maestri pizzaioli e aziende del settore food per raccogliere fondi a sostegno della presa in carico nutrizionale. Particolare attenzione sarà data alla valorizzazione dei piatti preparati con consistenze modificate, grazie alla supervisione scientifica del team dei Centri NeMO, per permettere a chi ha problemi di disfagia di poterli gustare in sicurezza e sensibilizzare tutti sull’importanza di questo tema. Clinici e ricercatori saranno al fianco in ogni iniziativa, aggiornando anche su quanto la ricerca sta compiendo e quanto c’è ancora da compiere.
Commozione e voglia di sostenere SLAFOOD nei prossimi appuntamenti è stata espressa dagli chef presenti in sala. Da Elio Sironi, la cucina è impegno e responsabilità, sono commosso e felice a Felix Lo Basso, sostenere l’Associazione, mi tocca il cuore. Da Gabriele Gorlato, abbiamo il dovere di portare avanti un messaggio di positività, a Fabio Zanetello, sono molto orgoglioso e credo che nei momenti di difficoltà gli chef debbano sostenersi a vicenda. E ancora, da Roberto Valbuzzi, il nostro è un mestiere bellissimo di condivisione e di unione a Francesco Falanga, grazie al cibo abbiamo il dovere di regalare esperienze di gusto. Da Stefano Callegaro, il cuoco ha il privilegio di portare le proprie conoscenze a chi ha pieno diritto di vivere piccoli momenti di gioia anche di fronte alle difficoltà della vita, a Sergio Mei, Andrea Bevilacqua, Domenico Della Salandra, Christian Benvenuto. Emozionato anche Marco Pedron, Direttore Didattico Sistema Pasticceria Congusto Gourmet Institute. Prima dei saluti finali, il videomessaggio di Carlo Cracco, sono felice di collaborare con l’Associazione, è nostro dovere esserci.
Presto sarà reso noto il programma delle prime iniziative, ciascuna con le sue specificità e i suoi piatti stellati ma, per tutti, lo stesso messaggio: il talento che diventa dono per continuare a gustare il valore della vita.