“A tavola gli italiani non si sono fatti colonizzare da ondate omologanti provenienti dall’estero. Tutto questo spiega le ragioni del legame profondo e di antica data tra industria alimentare, economia e società. Un legame consolidatosi nel tempo poiché l’industria alimentare è stata per gli italiani un veicolo di accesso a livelli più alti di benessere. E un legame poi rafforzato dalle scelte, anche valoriali, delle imprese del settore che richiamano le radici italiane di tanti suoi prodotti, la localizzazione dei suoi stabilimenti nei territori, il suo ruolo di ambasciatore del made in Italy e dello stile di vita italiano nel mondo”.
Così – ripreso da Qualivita – Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, sintetizza il contributo economico e il valore sociale generati dal cibo a beneficio delle comunità. “Il valore economico – aggiunge – è espresso con efficacia da indicatori relativi a fatturato, occupazione ed export, che in modo semplice mostrano come il settore delle imprese alimentari di per sé stesso e come componente della filiera agroalimentare sia un campione del nostro sviluppo”.
Il valore sociale, invece, è composto da molteplici componenti che hanno consolidato nel corso degli anni il “grande attaccamento degli italiani alle tradizioni enogastronomiche del Paese e alle biodiversità dei territori che rappresentano un patrimonio nazionale”.