Il 24 giugno i 250 delegati di Nova Coop riuniti a Baveno (Vco), sul lago Maggiore, in rappresentanza dei 30.781 soci, hanno approvato il bilancio 2022 della cooperativa.
I ricavi da vendite e prestazioni hanno raggiunto la cifra di un miliardo e 159 milioni di euro, con un utile netto di 7,27 milioni di euro.
Il valore complessivo della produzione consolidata è pari a due miliardi e 800 milioni. Il patrimonio netto si è rafforzato, attestandosi a 822 milioni.
Presentato ai soci il ‘bilancio di condivisione’ 2022 da cui risulta la ripresa a pieno ritmo dei progetti formativi destinati ai lavoratori della rete vendita e della sede, per un totale di 66.095 ore.
“Nei tre anni che ci separano dall’ultima assemblea che svolgemmo in presenza sono successe molte cose. – ha ricordato Ernesto Dalle Rive, presidente Nova Coop – Prima l’emergenza sanitaria, poi la ripresa post pandemia che ha determinato un picco nei prezzi delle materie prime e la spinta inflattiva, la guerra in Ucraina, la siccità e negli ultimi giorni l’alluvione che ha devastato l’Emilia Romagna e le Marche. Sono stati anni difficili e i numeri di bilancio raccontano solo in parte la capacità che Nova Coop ha avuto in tutto questo tempo di crescere dal punto di vista patrimoniale e delle performances sul territorio”.
Dal bilancio 7 milioni sono destinati al progetto ‘Buon Fine’, un’attività svolta in tutto il Piemonte come forma di sostegno alla povertà alimentare.
«Le cooperative stanno operando un forte rafforzamento del prodotto a marchio come asse centrale della propria strategia perché il prodotto a marchio è buono, sicuro, sostenibile e accessibile a tutti. Proprio quest’ultima caratteristica è oggi più che mai fondamentale a causa di un’inflazione ingiusta, che sta peggiorando la situazione di molte famiglie e aumentando le disuguaglianze. È molto importante continuare a garantire anche a chi non ha un reddito elevato l’accesso a un cibo di qualità a prezzi accessibili, perché questa è la missione che spetta alla nostra natura di cooperatori e perché la pandemia ha cambiato i comportamenti di acquisto ma non il valore che le persone danno al cibo, inteso come elemento culturale e di comunità», commenta Marco Pedroni, Presidente di Ancc – Coop (Associazione nazionale Cooperative di Consumo – Coop.