“La ricerca è fondamentale, è la vera sfida di questi tempi. Strampelli è l’antisegnano della rivoluzione verde, a parità di suolo raddoppia le produzioni: questa è la scelta che si deve fare non solo a livello italiano, ma anche europeo e mondiale per aiutare a crescere in termini di produzione”. Lo ha detto ripreso da Adnkronos Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste a margine della presentazione del protocollo di intesa per la tutela e la valorizzazione della Collezione di Nazareno Strampelli che si è tenuta al Masaf.
“La sicurezza alimentare non si garantisce con il cibo sintetico, ma con il cibo di qualità. Noi abbiamo il dovere di supportare questo processo”, ha detto ancora il ministro.
“Dedicheremo una trilogia a Strampelli, Sereni e a Serpieri, che sono tre pilastri, modi di affrontare il sistema agricolo per potenziare le sue possibilità per accentrare sull’agricoltura un progetto di sviluppo del territorio. Dove mancano l’agricoltura e l’allevamento, l’ambiente non sta meglio e viene giù tutto”, ha spiegato Lollobrigida. “Abbiamo fatto viaggiare, assieme ad altri ministeri, non solo quello della Cultura, la candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’Unesco perché sia anche esempio di come noi italiani sappiamo rappresentare meglio di altri, che è quello della qualità, e noi dobbiamo esserne consapevoli. Lavoriamo in grande sinergia tutti, nel governo Meloni con una visione di un’Italia più forte, più capace, più orgogliosa di quello che ha, ma soprattutto più consapevole di quello che può dare”, ha concluso.
Prandini, ‘chi produce cibo sintetico influenza gente, raccontare modello diverso’
“Il cibo sintetico fatto in laboratorio non è una questione di mera attività legata alla filiera agroalimentare, la questione parte dieci anni fa e investe anche un ambito politico e scientifico”. Ad affermarlo è Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, intervenendo all’assemblea annuale di Unaitalia in corso a Roma. Prandini ha rimarcato, che “la centralità del cibo si è capita durante il covid e chi oggi detiene il sistema della comunicazione influenza le abitudini di vita a livello globale e l’opinione pubblica. – ha detto Prandini – Dunque va fatto uno sforzo per raccontare che il cibo prodotto in un bioreattore produce molte più emissioni di CO2 e consuma molta più acqua”, al contrario di quello che si dice che ha un basso impatto ambientale. Inoltre, rimarca Prandini, “bisogna far capire che le filiere zootecniche non sono un problema ma una risorsa, dobbiamo fare uno sforzo per raccontare un modello diverso, il nostro”.