Gli sconti, che vengano realizzati in periodo di saldi o meno, devono necessariamente seguire nuove e stringenti regole volte a favorire chiarezza e trasparenza.
L’inchiesta Altroconsumo, che ha preso in esame noti siti di ecommerce, ha dimostrato che solo una minoranza di questi sono virtuosi, mentre la maggior parte interpreta le norme a proprio piacimento, aumentando così la confusione dei consumatori.
Qui l’inchiesta di Altroconsumo
I prezzi scontati si trovano ormai in qualsiasi momento dell’anno, non soltanto durante il periodo dei saldi o il Black Friday, e solitamente appaiono sottoforma di sconto in percentuale, nonostante quello che attira di più i consumatori sia il doppio prezzo, ovvero il confronto tra il prezzo di partenza e quello finale scontato. Nel corso degli anni si è spesso assistito a prezzi di partenza scelti arbitrariamente dai venditori, ma dal 1° luglio l’entrata in vigore di una modifica del Codice del Consumo ha deciso che ogni annuncio di riduzione del prezzo deve essere accompagnato dall’indicazione di un prezzo di riferimento, cioè del prezzo più basso a cui è stato venduto il prodotto nei 30 giorni precedenti.
Secondo l’indagine di Altroconsumo, i cui risultati verranno inviati all’Antitrust, la maggior parte degli ecommerce continua a indicare un prezzo pieno, solitamente barrato e seguito dal prezzo scontato, ma non è dato sapere se il prezzo pieno sia effettivamente il prezzo precedente più basso applicato dal venditore nei 30 giorni precedenti oppure quello di listino. Tra questi HM, Adidas, Manomano e Mondadori.
Alcuni ecommerce hanno mal interpretato le nuove regole indicando le riduzioni di prezzo in modo non conforme o in maniera poco chiara e trasparente. Troviamo tra questi Amazon, Ebay, QVC, Asos e Zalando. Altri ancora indicano lo sconto solo a seguito dell’applicazione di un “coupon” generato e fornito dallo stesso professionista sul sito, sottraendosi di fatto all’obbligo di indicare il prezzo più basso applicato ai consumatori nei 30 giorni precedenti, come nel caso di Prenatal e Zooplus. I siti promossi, invece, che indicano chiaramente che il prezzo barrato soggetto ad offerta è il più basso praticato per quel prodotto nel mese precedente, sono MediaWorld, Unieuro, Comet, Monclick, Yoox e Sephora.
Le offerte sui volantini? Ancora “old style”
Anche i volantini pubblicitari, quando annunciano una riduzione di prezzo, devono rispettare il nuovo art. 17 del codice del consumo indicando, come prezzo di partenza, quello più basso applicato nei 30 giorni precedenti.
Da una panoramica sui volantini attualmente in circolazione abbiamo notato come nella generalità dei casi i prezzi dei prodotti in offerta siano ancora indicati alla “vecchia maniera”: il prezzo di partenza, quello barrato insomma, non riporta nessuna ulteriore specifica. Sarà il prezzo di listino? O quello più basso applicato nei 30 giorni precedenti? Impossibile capirlo. Accade anche ai negozi, come quelli di elettronica, che online si comportano virtuosamente. Ci aspettiamo anche in questi casi maggiore trasparenza.