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Lun. Dic 23rd, 2024

Le imprese agricole sono sempre più propense ad investire nel green, ma la transizione è vissuta dalla maggioranza come una scelta obbligata.

Una su due ha investito nella sostenibilità o lo farà tra il 2022 e il 2024, tuttavia il 47% investe solo perché spinto dalla necessità di rispettare le regole imposte a livello nazionale ed europeo. A seguire, seppure con un certo distacco, il 22% è motivato dal rischio derivante dall’inquinamento e dal cambiamento climatico per l’azienda e per la società e il 21% dalle migliori ricadute sull’immagine e sulla reputazione dell’azienda. È quanto emerge da un’indagine del centro studi Tagliacarne e Unioncamere su un campione di 800 imprese agricole con almeno 2 addetti.

Continuando nella graduatoria delle cause più rilevanti che inducono le aziende ad avviare investimenti per ridurre l’impatto ambientale, al quarto posto troviamo con il 20% delle risposte del campione l’aumento dei prezzi delle materie prime ed energetiche e al quinto posto con il 10% l’opportunità economica e più in generale il vantaggio competitivo che questi investimenti comportano.

Nel complesso, le imprese agricole condotte da giovani e da donne mostrano in media una maggiore propensione ad investire nel green (rispettivamente 55% e 61% di risposte positive), mentre le imprese localizzate al Sud e nelle Isole evidenziano una minore sensibilità in materia (43%). Più propense ad effettuare investimenti verdi sono in particolare le imprese di dimensioni maggiori: il 64% di quelle con oltre i 50 addetti e il 61% di quelle tra 10 e 49 addetti lo farà tra il 2022 e il 2024. Entrando nel dettaglio settoriale, le imprese del settore agricolo sono più attratte ad investire nella sostenibilità (58% contro il 49% imprese del comparto complessivo), seguite da quelle della pesca (44%) e della silvicoltura (31%).

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