Il caro prezzi taglia del 4,5% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 che sono però costretti però a spendere comunque il 7,3% in più a causa dei rincari determinati dall’inflazione.
È quanto emerge dall’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel primo semestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che – sottolinea la Coldiretti – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,4% nel semestre nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio. Il risultato dei discount – precisa la Coldiretti – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità.
Le famiglie – sottolinea la Coldiretti – tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti.
La situazione di difficoltà si estende – continua la Coldiretti – alle imprese agricole colpite dal maltempo che ha decimato i raccolti e dai bassi prezzi che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori. Ma a pesare sono anche i costi della logistica, spinti dal caro benzina, che nel caso della frutta e della verdura arrivano ad incidere attorno ad 1/3 del totale.
Occorre lavorare – conclude la Coldiretti – per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.