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Gio. Nov 21st, 2024

Un fardello medio di 146 kg di cibo sprecato o andato perso (anche scarti veri e propri) per ciascun italiano che ha generato quasi 0,40 kg di emissioni di CO2 a persona nel nostro Paese. Sono questi alcuni dei dati pubblicati dal Centro Studi Divulga nel paper ‘Spreco e fame’ in base a un’elaborazione del report Eurostat 2023 e del rapporto Fao sullo spreco alimentare e pubblicato oggi in occasione della Giornata Internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari. Nel nostro Paese sono stati sprecati o persi quasi 8,65 milioni di tonnellate di cibo, dietro soltanto in valore assoluto alla Germania (10,9 milioni di tonnellate) e alla Francia (9 milioni di tonnellate), e davanti a Spagna (4,26 milioni di tonnellate) e alla Polonia (4 milioni di tonnellate).

In Italia la percentuale maggiore dello spreco si concentra nelle mura domestiche con il 73% del totale (107 kg/pro-capite) seguito dalla fase di produzione, trasformazione e commercializzazione (21%, pari a 30 kg/pro-capite) ed infine nella distribuzione e ristorazione (6% complessivo, pari a 9 kg/ pro-capite).

Complessivamente i primi cinque Paesi, secondo i dati del Centro Studi Divulga che ha incrociato e rielaborato tutte le più autorevoli fonti europee e mondiali, rappresentano il 63% sul totale di quasi 59 milioni di tonnellate di cibo sprecato nell’Unione Europea. Analizzando i valori pro capite troviamo al primo posto il Belgio (250 kg per ogni cittadino), seguito dalla Danimarca (221kg) e dalla Grecia (191kg).

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