Un team di ricercatori dell’Università Koç di Istanbul ha recentemente svelato un sensore all’avanguardia progettato per valutare la freschezza dei prodotti a base di carne confezionati, con l’obiettivo primario di prevenire incidenti di intossicazione alimentare.
Questo progetto innovativo, che ha ricevuto un sostanzioso finanziamento dal Consiglio per la Ricerca Scientifica e Tecnologica della Turchia attraverso i suoi programmi di sviluppo della carriera, ha ottenuto un riconoscimento globale e si è guadagnato una pubblicazione su Nature, una delle più importanti riviste scientifiche del mondo.
Il funzionamento del sensore – scrive Gambero Rosso – si basa sul rilevamento delle ammine biologiche e di gas specifici emessi dagli alimenti a base di proteine quando iniziano a deteriorarsi. Misurando questi indicatori, il sensore può determinare con precisione la freschezza del prodotto alimentare. Il sensore è quindi in grado di rilevare le prime fasi della decomposizione della carne, anche prima che sia percepibile dall’olfatto umano.
Uno degli aspetti più significativi di questo sistema è che introduce un approccio completamente nuovo in questo campo. A differenza dei sensori studiati in precedenza, i consumatori ora potranno valutare istantaneamente le condizioni dei loro alimenti utilizzando un’applicazione mobile sui loro smartphone. Il suo meccanismo elettronico rappresenta un progresso innovativo in campo scientifico. Attualmente, il sensore è ottimizzato per rilevare la freschezza di alimenti ricchi di proteine, in particolare carne e prodotti ittici. Tuttavia, l’obiettivo a lungo termine del progetto è quello di espandere la sua applicazione ad altre categorie alimentari.
Si prevede che il sensore sarà perfettamente integrato nell’imballaggio alimentare, offrendo ai consumatori la comodità di controllare la freschezza dei loro acquisti utilizzando un’app mobile. Avvicinando il telefono ai prodotti sullo scaffale del supermercato, gli acquirenti possono valutarne immediatamente lo stato.
Un progetto nato dall’esigenza di affrontare due problematiche: lo spreco alimentare e le malattie di origine alimentare. Ogni anno, quasi 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate in tutto il mondo, di cui circa 80 milioni di tonnellate all’interno dei confini dei paesi europei. Inoltre, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno si perdono quasi 400.000 vite a causa di malattie di origine alimentare, e quasi un terzo di queste vittime sono bambini. Un sistema di questo tipo permetterebbe quindi di ridurre gli effetti di queste due problematiche.