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Dom. Dic 29th, 2024

Il modello agroalimentare italiano integrato e sostenibile produce di più con meno risorse e nel rispetto dei territori e delle comunità in cui opera.

E’ quanto affermano il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e l’Amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia che hanno partecipato presso la Fao al World Food Day, la Giornata Mondiale dell’Alimentazione che quest’anno è incentrata sul tema “L’acqua è vita, l’acqua è cibo. Non lasciare nessuno indietro”.

L’Italia puo’ contare sull’agricoltura più green d’Europa con 5450 specialità sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche, 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino afferma il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “da sempre i nostri agricoltori sono protagonisti dell’impegno per la salvaguardia del pianeta”, un messaggio oggi sostenuto anche dal Direttore Generale della Fao, Mr Qu Dongyu e da Papa Francesco nel suo messaggio al Forum.

“In questo senso il nostro Paese vanta aziende leader globali nella Smart irrigation” continua Scordamaglia nel precisare che “uno dei messaggi chiave della giornata è No food security without water security.” Da tempo ormai Coldiretti e Filiera Italia – continua – sono protagonisti di una forma di internazionalizzazione del modello produttivo italiano, un sistema che si pone come alternativa a quelli che sfruttano terre e comunità di altre aree del mondo”

Oggi – concludono le due Associazioni abbiamo sentito il Presidente Mattarella sottolineare che raggiungere gli obiettivi di sostenibilità significa sradicare le cause della fame nel mondo, Filiera Italia e Coldiretti insieme con il Governo italiano hanno già realizzato in questo senso importanti missioni in Nord Africa e in Africa Subsahariana e nei Balcani per contrastare l’insicurezza alimentare, per trasferire il nostro know how tecnologico, la nostra formazione e per partecipare al processo di valorizzazione degli agricoltori locali con l’obiettivo di creare localmente il massimo valore aggiunto nel rispetto di territorio e distintività. Naturale quindi la nostra presenza da protagonisti su questi temi che verranno discusse presso la Fao con i Governi, società civile ed esperti provenienti da tutto il mondo.”

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