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Gio. Dic 26th, 2024

L’Export italiano ha registrato un record storico, i maggiori acquirenti sono Germania, Stati Uniti e Francia (Istat 2023). L’aumento rispetto al 2022 è del +11% (Coldiretti-Istat, 2023).


Nel 2022 il Food-Tech ha attratto investimenti per 51 miliardi di euro a livello globale (AgFunder, 2023). Sono aumentati gli investimenti in tecnologia in Italia: 156 milioni di euro nel 2022 (Rhe FoodCons, 2023) e le tecnologie innovative nel campo dell’agroalimentare hanno superato i 2Mld e sono in crescita del 31% sul 2021 (Osservatorio Smart Agrifood, 2023). Inoltre, secondo il Rapporto Coop 2023, 1 azienda su 3 sta già applicando e investendo sull’intelligenza artificiale.
E’ importante preservare l’ambiente per preservare l’alimentazione della nostra specie e delle altre, considerando che la produzione alimentare mondiale dovrà aumentare del 50% entro il 2050 per soddisfare la domanda di una popolazione in crescita (FAO, 2022). Sprechiamo attualmente il 30% degli alimenti prodotti per il consumo (FAO, 2022)


Dopo anni di “permacrisi” tra clima, guerra e pandemia il tunnel dell’inflazione appare ancora lungo: i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche sono aumentati del +21,3% in due anni e la previsione è di un ulteriore aumento del 4% nel 2024. La produzione agricola nel 2022 è diminuita del 2,6% sul 2021 a causa del clima (Istat, 2023) ma la Commissione Europea non ha previsto un aumento delle risorse finanziarie per l’agricoltura, nonostante la crescente necessità (Confagricoltura, 2022).


Le attività di marketing e comunicazione, che orientano il consumatore nella direzione di un consumo sempre più sostenibile, possono creare aperture e opportunità valorizzando i comparti del cibo e del vino, quest’ultimo in particolare vanta un giro di affari mondiale di 340Mld che si prevede raggiungerà nel 2025 528Mld (Statista, 2022). Negli ultimi anni le aziende hanno poi implementato le strategie orientate al “green marketing”, poiché esse vengono riconosciute dai consumatori, specialmente quelli appartenenti alle generazioni più giovani, come rappresentative di un brand responsabile e attento all’ambiente, dunque da scegliere determinando un vantaggio competitivo.

Dal 18 al 20 ottobre 2023, presso Fiera Roma, in via Portuense 1645, nell’ambito di “Welfair”, la fiera del fare sanità organizzata dal polo fieristico della Capitale, si svolgerà la dodicesima edizione del Seminario “Food, Wine & Co”, l’appuntamento che dal 2012 valorizza l’eccellenza delle realtà italiane nel settore agroalimentare ed eno-gastronomico.


Da sempre dedicato ad appassionati ed esperti, studenti e studentesse, nonché ai curiosi dei settori marketing e comunicazione, in questa XII edizione il seminario si concentrerà sul sistema food italiano, dagli
enti pubblici alle imprese private, in relazione con i territori ed i casi aziendali innovativi e sostenibili, con un focus nell’ambito del marketing e della comunicazione e dei benchmark innovativi in ambito nazionale ed internazionale.

“Le crisi ci sono e perdurano. In questo scenario incerto, l’agroalimentare italiano diventa un settore chiave dell’economia. L’export ha segnato un record assoluto: il suo fatturato annuo ammonta a 179Mld (Federalimentare-Censis, 2023) e i lavoratori impegnati nel settore sono 1,2Mln (Istat, 2021), le industrie alimentari sono 70k (Coldiretti, 2022) per un giro di affari che vale 580Mld, pari a un quarto del PIL nazionale”, commenta la Professoressa Simonetta Pattuglia, docente di Marketing, Comunicazione e Media a Tor Vergata e Curatrice di Food Wine & Co. “Quest’anno, a dodici anni dalla prima edizione, cercheremo di capire che direzione ha preso il sistema agroalimentare italiano, nel dialogo crescente con l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale. Credo che fare impresa, mi riferisco in particolare al sistema agroindustriale, sia diventata una necessità sostanziale per (ri)mettere in moto l’economia. L’impresa, ma anche gli organi statali, devono generare benessere e valorizzare il Made in Italy nel mondo, nell’ottica di fare cultura alimentare e promuovere il prodotto mediterraneo salubre, che deve essere accessibile a tutti, perché il diritto alla qualità del cibo deve diventare una regola. La salute pubblica italiana è infatti in crisi e tra le cause c’è l’obesità, spesso legata a problemi di alimentazione, che ha ormai raggiunto 23 milioni di persone, ovvero il 46% della popolazione adulta e il 24,3% tra bambini e adolescenti (Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, 2022). Questo ha causato anche un aumento delle malattie croniche e cardiovascolari, una situazione che possiamo combattere lavorando sulla promozione di una cultura alimentare salubre, sostenibile e accessibile”, conclude la Professoressa Pattuglia.

SE IL CIBO NON È PIÙ DEMOCRATICO

I prodotti alimentari sostenibili sono spesso più costosi di quelli tradizionali. Il costo medio di un pasto sostenibile è del 20% superiore a quello di un pasto tradizionale e questo rende più difficile l’accesso alle fasce con un reddito inferiore (Astril, 2022). In termini geografici, il cibo sostenibile è spesso prodotto e distribuito in aree urbane, il 70% dei prodotti alimentari sostenibili viene infatti venduto in aree urbane, lasciando scoperte le zone più remote del Paese (Legambiente, 2023). In termini culturali, le persone con un livello di istruzione e di reddito più elevato sono più propense a scegliere alimenti sostenibili: il 70% di queste ritiene che sia importante mangiare in modo sostenibile (Eurobarometro, 2022). In Italia la povertà alimentare è aumentata del 20% nel 2022, raggiungendo i 4 milioni di persone e il 20% dei bambini italiani vive in povertà assoluta (Oxfam, 2022) e circa 828 milioni di persone nel mondo non hanno avuto accesso a cibo sicuro (FAO, 2023). Secondo il Rapporto Coop 2023 45,5 mln di italiani, circa il 20%, hanno dovuto fare rinunce più o meno grandi nel 2023 a causa dell’inflazione e il 10% ha dichiarato di essere in grandi difficoltà economiche e di non sapere come arrivare a fine mese.

LA CRESCITA DEL BIOLOGICO E LA NUTRACEUTICA
Nonostante l’accessibilità al cibo di qualità stia diventando sempre più complessa nascono nuovi “ecosistemi” produttivi, tendenze e stili di vita alimentare più consapevoli e responsabili, con una maggiore richiesta di prodotti alimentari biologici: i consumi interni sono cresciuti del 132% negli ultimi 10 anni (Nomisma, 2023) e il 6,6% della popolazione predilige uno stile di vita vegano o vegetariano (Istat, 2022). La nutraceutica prende piede come tendenza ad uno stile di vita più sano e ad una crescente consapevolezza dei consumatori riguardo ai benefici per la salute dei prodotti alimentari. Per il mercato della nutraceutica si attende un valore di 3,5 miliardi entro la fine del 2023.

NUOVE FORME DI COLLABORAZIONE TRA PUBBLICO E PRIVATO

FAO ha lanciato il programma Sustainable Food Systems (2022), che mira a promuovere sistemi alimentari sostenibili. Il programma prevede una serie di azioni di collaborazione tra pubblico e privato, come ad esempio la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie e pratiche agricole sostenibili. La Commissione Europea ha lanciato la strategia Farm to Fork (2023), che mira a promuovere un sistema alimentare sostenibile: la strategia prevede una serie di azioni di collaborazione tra pubblico e privato, come ad esempio la promozione della filiera corta e la valorizzazione dei prodotti locali. Il Governo italiano ha stanziato 2Mld per il Liceo del Made in Italy, in partenza da settembre 2024, per colmare le lacune del sistema scolastico e valorizzare le eccellenze delle imprese italiane. Il MIPAAF (2023) ha rilanciato il Programma di Sviluppo Rurale (PSR), che prevede una serie di misure per sostenere le imprese agricole e i servizi di supporto al settore.

LE COLLABORAZIONI TRA SISTEMI NAZIONALI E INTERNAZIONALI

La sinergia tra progetti di Paesi diversi può favorire lo sviluppo di nuove tecnologie per l’agricoltura sostenibile, come l’irrigazione a risparmio idrico e le colture resistenti alla siccità (FAO, 2023) e al contempo aiutare a promuovere la dieta mediterranea, che è una dieta sana e sostenibile (Università Federico II di Napoli-Barilla Center for Food & Nutrition, 2022). La collaborazione tra paesi può contribuire a garantire un accesso equo al cibo per tutti, anche nelle aree più vulnerabili (Indice Globale Fame, Cesvi, 2022). I paesi potrebbero collaborare per promuovere l’adozione di pratiche di prevenzione degli sprechi alimentari, come la donazione di cibo in eccesso e la riduzione delle dimensioni delle porzioni (FAO, 2022). Infine, Farm to School, per acquistare prodotti da oltre 100 fattorie locali e promuovere il programma Sustainable Food per la sostenibilità alimentare e l’educazione (Yale Hospitality, 2023).

Come possiamo incentivare lo sviluppo del Made in Italy in un’ottica di cooperazione e sostenibilità?

“Lanciare politiche di sistema e campagne informative che valorizzino cibo “sostenibile” e democratico e la dieta mediterranea come modello di sostenibilità, sostenute – oltre che dalle imprese – da UNESCO, FAO e dagli Organismi nazionali statali e locali, promuovere l’uso di app di tracciabilità che offrano trasparenza sull’origine degli alimenti, guidando i consumatori verso scelte più consapevoli e sostenibili, stimolare e finanziare progetti di ricerca orientati allo sviluppo di tecnologie avanzate per una produzione alimentare che rispetti l’ambiente e le persone. Tutto potrebbe essere possibile attraverso collaborazioni più solide tra imprese, associazioni di categoria e università, incoraggiando la creazione di reti tra aziende per unire competenze e risorse, al fine di sviluppare prodotti e servizi innovativi che rispondano alle sfide globali. Collaborare attivamente con entità pubbliche nazionali e internazionali e locali come scuole, organizzazioni territoriali, enti religiosi per radicare il concetto di alimentazione sostenibile a livello comunitario, organizzare iniziative, fiere e manifestazioni che mettano in luce l’importanza di un’alimentazione sostenibile, valorizzando in particolare pratiche come la lotta contro lo spreco alimentare, a preferenza verso il biologico, il km0. Insomma, tornare a politiche e comunicazioni “di sistema”, come più volte si è fatto nei decenni del secolo scorso, per incentivare o debellare fenomeni attinenti la salute pubblica, il benessere della persona, nonché di rimando, il mondo delle imprese che si allineavano ai nuovi valori della contemporaneità, che oggi si chiamerebbero sostenibilità”, conclude la Professoressa Pattuglia.

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