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Sab. Dic 21st, 2024

Quando fai la spesa online, sei sicuro di avere tutte le informazioni di legge sui prodotti alimentari che stai acquistando? Altroconsumo è andata a vedere su 12 piattaforme di vendita online: da Carrefour a Coop, da Esselunga a Cortilia, da Eataly a Deliveroo. Risultato? Troppe violazioni che rendono difficile capire cosa si sta acquistando.

Anche dopo l’emergenza sanitaria, l’ecommerce di prodotti alimentari è rimasto vivo e si è consolidato. Come per altri acquisti online devono essere rispettate precise regole, per esempio ai clienti devono essere fornite alcune informazioni al momento della vendita. Lo stabilisce la normativa europea, che obbliga il venditore a riportare sui siti le stesse informazioni presenti sulle etichette dei prodotti venduti nei supermercati e nei negozi. Come dimostra questa inchiesta, però, non sempre accade.

Consumatori da informare sempre, anche online
Dal lontano 2011 esiste il Regolamento europeo n. 1169, che stabilisce quali devono essere le informazioni sugli alimenti da fornire ai consumatori sui siti di vendita online, in modo che siano comparabili con quelle che si ritrovano sulle etichette alimentari dei prodotti venduti in negozio (se vuoi approfondire abbiamo dedicato un intero articolo alla nostra inchiesta sulla leggibilità delle etichette dei prodotti alimentari e sugli slogan salutistici che influenzano le scelte d’acquisto). Si tratta, per esempio, dell’elenco degli ingredienti o della quantità netta dell’alimento. Così come è obbligatorio riportare la presenza di allergeni e le dichiarazioni nutrizionali. Lo scopo della norma è di informare la clientela sulle caratteristiche del prodotto prima che l’acquisto a distanza sia terminato.

Alcune indicazioni non sono sempre obbligatorie, dipendono dalla natura dell’alimento e questo vale anche quando lo si acquista in negozio. Per esempio, le istruzioni per l’uso devono essere presenti solo nei casi in cui la loro mancanza possa rendere difficile un utilizzo adeguato dell’alimento. Anche l’origine del prodotto non è obbligatoria su tutti gli alimenti, mentre l’indicazione della gradazione alcolica ci deve essere solo sulle bevande che hanno un tenore in alcol superiore all’1,2%.

Indagine su 12 siti di spesa


La nostra indagine ha considerato 12 piattaforme di vendita online (Carrefour, Conad, Coop, Esselunga, Eurospin, Amazon/Amazon Unes, Cortilia, Eataly, Everli, app e sito Deliveroo, app Getir e app e sito Glovo) suddivise tra supermercati, discount, siti di ecommerce e app di consegna a domicilio. Nel complesso, abbiamo monitorato 418 prodotti alimentari appartenenti a sette diverse categorie: cereali per la prima colazione; biscotti petit e/o biscotti con gocce di cioccolato; crema spalmabile alla nocciola; latte Uht parzialmente scremato da 1 l; yogurt bianco magro in confezione da 125 ml; preparato in fiocchi per purè; birra in bottiglia da 66 cl. Se invece sei curioso di sapere quali prodotti sono risultati i migliori nelle prove di laboratorio, puoi consultare i nostri test comparativi di gran parte di questi prodotti alimentari.

Oltre alla presenza delle informazioni di legge, abbiamo ricercato altri aspetti utili, per esempio se il sito presenta le foto della confezione, che permettono di leggere le informazioni fornite dall’etichetta alimentare. Poi se le piattaforme si tutelano per il fatto di fornire online informazioni meno aggiornate rispetto a quelle presenti sulla confezione. Infine, abbiamo verificato se, per i prodotti freschi (nell’indagine, lo yogurt) viene riportata qualche indicazione sulla durata.

La possibilità di conoscere la durata dei prodotti freschi a colpo d’occhio è uno degli aspetti che distingue la spesa in negozio da quella online. La legge non non obbliga il venditore a indicare la data di scadenza nel caso di vendita a distanza, e infatti dall’indagine è emerso che nel caso dello yogurt soltanto due piattaforme riportano qualche indicazione: sono Coop e Cortilia. Online deve figurare anche la quantità di un ingrediente utilizzato nel caso in cui tale ingrediente caratterizzi l’alimento (ad esempio, l’uovo nel caso dei savoiardi) oppure compaia nella denominazione del prodotto (“crema alla nocciola”) o sia evidenziato in etichetta attraverso l’utilizzo di parole o immagini.

Tra gli alimenti che abbiamo considerato, sono la crema alla nocciola e il preparato per puré i due prodotti per i quali le piattaforme avrebbero dovuto rispettare l’obbligo di specificare la quantità dell’ingrediente principe. Cortilia non fornisce l’informazione sul preparato per puré analizzato, Deliveroo e Glovo nemmeno per la crema alla nocciola.

La spesa online non racconta cosa compri
In negozio oppure da casa non è proprio la stessa cosa: non tutti i siti per fare la spesa offrono un buon grado di informazione alla clientela sugli articoli in vendita. I siti più rispettosi del regolamento sono quelli dei supermercati e quello del discount Eurospin. Anche la piattaforma Cortilia e l’app di food delivery Getir si sono dimostrate attente nel riportare online le informazioni obbligatorie per legge. Non altrettanto può dirsi, invece, per altri siti e app. In particolare nel caso di Amazon Unes, è emerso che le informazioni sono disomogenee e disordinate, al punto da mettere in difficoltà il consumatore invece di orientarlo. Fino ad arrivare alle app di food delivery, Glovo e Deliveroo, che non riportano le informazioni minime richieste dalla normativa.

Molte piattaforme riducono la loro comunicazione sugli alimenti alle foto delle confezioni dei prodotti, che non sempre garantiscono le informazioni necessarie. In più, in molti casi, i siti si tutelano con frasi che mettono in guardia gli utilizzatori da eventuali difformità tra quanto riportato online e quanto indicato in etichetta. Solamente Cortilia e Coop si dimostrano attente dando indicazione, per esempio, della vita residua degli alimenti più deperibili come latte e yogurt. Non sono poche le violazioni emerse: le abbiamo segnalate al ministero dell’Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste perché siano presi provvedimenti.

Per vedere nel dettaglio come sono uscite le 12 piattaforme per ogni tipo di informazione presa in considerazione nella nostra inchiesta (dagli allergeni all’origine, dalle informazioni nutrizionali alla presenza di alcol, dalla conservazione alle istruzioni d’uso) puoi trovare le tabelle complete nell’articolo in pdf.

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