Il mese di ottobre per il mercato italiano pubblicitario digitale – secondo i dati rilevati da adjinn e pubblicati da Primaonline – ha visto 6.511 brand in campagna adv distribuiti sui formati display, video e native, segnando una diminuzione rispetto al mese di settembre congiunturale (-1,8%). Il 7,7% sono nuovi marchi, per lo più ascrivibili alla cosiddetta coda lunga.
“Le nostre rilevazioni – sottolinea Alberto Dal Sasso, managing partner di adjinn – raccontano, nel perimetro digitale da noi monitorato, una distribuzione degli investimenti su meno marchi nel mese di ottobre ma con una coda lunga in aumento, segno duplice di una vitalità degli investimenti delle aziende più grandi che aumentano il loro investimento medio ma anche una crescita della numerica dei piccoli budget.”
Relativamente ai settori con i maggiori investimenti in advertising digitale, la GDO continua a guidare la classifica di ottobre con una quota del 9.9%, aumentando il proprio investimento rispetto a settembre con il lancio di campagne pubblicitarie a tema festività, Halloween prima e feste Natalizie a seguire.
L’Editoria (libri, musica e giornali, editori televisivi, film, serie tv) pur rimanendo il secondo settore, perde più di due punti di quota rispetto al mese scorso (8,2%), anche se in crescita congiunturale. Salgono Automotive (che cresce in linea con il mercato), segno di un autunno attivo sulle campagne per i nuovi modelli (quota 7,9%), il Food&Beverage (quota 7,4%) che entra così nei top 5 a ottobre e il Tempo libero (quota 7,1%), che in questi primi dieci mesi dell’anno risulta essere il primo settore a quota 11,7%.
Il Q4 inizia con un aumento dell’utilizzo di pubblicità direct 30,9% (6,9% in più rispetto a settembre) in quanto, anche grazie alle feste in arrivo, si osserva il lancio di campagne pubblicitarie a tema generalmente in tutti i 24 settori monitorati. Per quanto riguarda i formati il display domina con il 68,6% di quota, cresce il video 30,9% (7,2% in più rispetto a settembre), mentre per i device la scelta cade sul mobile con una quota del 35,4% a fronte del 29,2% del desktop.