La nuvola dell’innovazione digitale è il motore essenziale per far evolvere l’enoturismo in un’esperienza progettuale e migliorare le performance legate alle vendite dirette al consumatore. L’enoturismo diventa quindi sempre meno casuale e si trasforma in una strategia efficace per aumentare il fatturato e, soprattutto, i margini delle cantine grazie a strumenti innovativi – come intelligenza artificiale, wine club, marketing automation e CRM – che sono in grado di processare dati e fare previsioni sul comportamento dei consumatori, le preferenze di acquisto e le opportunità del settore. È questo quello che è emerso nel corso del quarto Wine Tech Symposium, l’evento annuale promosso dall’impresa tecnologica Divinea, che quest’anno si è tenuto a Le Village by CA a Milano lo scorso venerdì 10 novembre 2023. Un momento di riflessione che ha visto confrontarsi importanti esponenti del mondo del vino, cantine e professionisti del mondo tecnologico coordinati dal giornalista Giambattista Marchetto, che ha presentato l’evento. Nel pomeriggio si è tenuto un workshop interattivo su Wine Suite riservato ai clienti Divinea e agli utenti Wine Suite.
Questa edizione guarda con soddisfazione al grande successo del Simposio per la numerosa presenza di pubblico e la grande partecipazione degli utenti in un clima di confronto e collaborazione. “È stato un momento di confronto arricchente – ha sottolineato Filippo Galanti, Co-Founder & Business Development Divinea – per rivedere insieme le funzionalità che verranno sviluppate nei prossimi mesi e ricevere feedback dai clienti attraverso uno scambio costruttivo. Di base è la conferma che Wine Suite è più di un software, è una comunità fatta di persone che vogliono migliorare la vita dei produttori e del personale che lavora in azienda, in relazione con i clienti“.
L’enoturismo, un fenomeno che registra ben 14 milioni di turisti in Italia (fonte: “XVII Rapporto Città del Vino) e un valore complessivo di 2,5 miliardi di euro l’anno (fonte: “XVII Rapporto- Osservatorio del Turismo del Vino), trova negli strumenti digitali dei potenti alleati. Il loro goal è quello di scoprire tendenze e insight preziosi per dare una direzione precisa alle strategie legate all’offerta enoturistica; in questo modo le aziende possono fare scelte consapevoli e trasformare l’enoturismo in un’esperienza progettuale, mai lasciata al caso. “L’obiettivo di questo Simposio – ha sottolineato Galanti – è stato quello di mettere una pulce nell’orecchio agli addetti ai lavori, mostrando da vicino un’anteprima del futuro che sta avanzando, attraverso una visione olistica delle tecnologie, delle innovazioni, delle scelte sostenibili e dei sistemi che permettono di essere sempre più performanti nelle vendite al consumatore. Un’azienda che arriva a vendere il 20% dei suoi vini al privato, arriva mediamente a raddoppiare i propri margini rispetto a chi non si è attrezzato per fare enoturismo e vendere senza intermediari”.
Raccolta dati e conoscenza del cliente finale per offrire la migliore esperienza d’acquisto.
L’esperienza diretta sull’utilizzo dei dati per migliorare l’esperienza delle vendite direct-to-consumer, attraverso le testimonianze di tre produttori vitivinicoli, è stato il punto di partenza del Simposio. A partire da Jorik Zanardi di Masi Agricola, che ha raccontato l’evoluzione dell’accoglienza in Masi, attività che è in atto dal 1992. “Nel tempo abbiamo strutturato questa realtà in maniera concreta – ha raccontato Zanardi – attraverso Masi Wine experience che riunisce sotto un unico cappello tutte le nostre proposte. Il digitale ci permette di organizzare i flussi: ma la tecnologia non serve solo a questo, supporta anche la parte esperienziale, come per esempio è accaduto per l’apertura dell’ultimo wine bar a Monaco che ha da subito sfruttato un CRM già molto ben posizionato. In questo senso la nostra è una tecnologia di connessione: serve per gettare le basi per progetti strategici, partendo dal territorio per ricadere sul digitale, ma anche viceversa”. A seguire l’imprenditore Massimo Gianolli, fondatore de La Collina dei Ciliegi, che ha scelto di destinare da subito tante energie all’enoturismo e allo studio dei dati. “Io sono un maniaco dei dati, ma non ho mai dimenticato il valore umano. – ha spiegato Gianolli – La tecnologia ci deve assolutamente essere, ma non si deve vedere, dobbiamo creare un legame profondo con le persone che visitano l’azienda e acquistano il nostro vino. Noi abbiamo deciso di valorizzare lo stile di vita italiana e la percezione dell’Italia nel mondo: siamo partiti da qui per la nostra proposta enoturistica, sfruttando il vantaggio competitivo che ha il nostro paese rispetto al resto del mondo. Su LinkedIn, invece, raccontiamo questa idea del vino come investimento: questo è stato vincente anche grazie all’utilizzo dei dati che, tra le altre cose, ci hanno permesso di selezionare dieci big spender al mondo a cui stiamo facendo una proposta tailor made: dal filare al packaging della bottiglia”. Fondamentale per Simona Picco di Grapl, azienda che supporta le cantine nella vendita online nel mercato estero, è avere un buon database. “Il nostro obiettivo è quello di aiutare le cantine valorizzando i dati e la conoscenza dei clienti per gestire ed incrementare le vendite dirette. In questo senso in Grapl crediamo nel valore del database, è estremamente importante farlo crescere, e il momento dell’attivazione è proprio la visita in cantina.”.
Wine Suite: presente e futuro della piattaforma per incrementare le vendite dirette grazie all’Intelligenza Artificiale
Per integrare la raccolta e la gestione di dati dei clienti delle aziende vitivinicole con azioni automatizzate di marketing digitale, Divinea ha creato il software Wine Suite, uno strumento che aumenta la conversione delle vendite e migliora le esperienze di acquisto grazie alla maggiore conoscenza degli interessi e dei valori dei propri clienti. “Tra le nuove funzionalità – ha spiegato Matteo Ranghetti, Co-Founder & CEO di Divinea – quest’anno abbiamo rilasciato una parte di dashboard per l’analisi dei dati, un CRM Multiwinery per le cantine più strutturate per gestire le diverse tenute con un unico account e abbiamo approcciato l’integrazione con tutto il mondo gestionale della cantina. Per il 2024 l’obiettivo è quello di integrare i nostri sistemi con i principali portali online di travel agency; creare un punto cassa per non perdere nessun ordine; integrarci con i sistemi logistici; evolvere il CRM verso il B2B; integrare il software con il canale WhatsApp. Il tutto condito con l’intelligenza artificiale con l’obiettivo di arrivare ad una piattaforma sempre più integrata con la cantina.“
Intelligenza Artificiale ed Enoturismo: come la tecnologia riscrive l’esperienza in cantina.
Proprio con l’obiettivo di offrire la migliore esperienza di acquisto ai loro clienti, il futuro di Wine Suite vedrà integrare soluzioni basate su Intelligenza Artificiale. “All’interno dei siti web delle aziende verrà sviluppato una chatbot basata su AI che consentirà di prenotare un’esperienza in cantina o acquistare del vino, ridisegnando totalmente la customer experience“, aggiunge Filippo Galanti. “Attraverso i dati raccolti e analizzati dal CRM sarà possibile ottenere una segmentazione ancora più capillare. Nell’ottica di offrire un’esperienza unica e personalizzata, i visitatori potranno indicare le loro preferenze: ad esempio se sono neofiti o esperti di vino, se sono già stati in cantina, se già conoscono il territorio, le loro passioni, il motivo del loro viaggio, etc.”. Grazie alla tecnologia proprietaria basata su Intelligenza Artificiale in fase di sviluppo, Wine Suite sarà in grado di generare un’esperienza totalmente personalizzata che verrà condivisa sia con i visitatori che con l’addetto all’accoglienza. Infine, terminata la visita, il sistema sarà in grado di predisporre una serie di messaggi personalizzati con il cliente in funzione delle sue caratteristiche, dell’esperienza che ha fatto in cantina e del vino acquistato, così da consentire al personale dedito alla relazione col cliente di gestire la relazione post visita con un elevato numero di persone in forma totalmente personalizzata, con un servizio di altamente professionale e con un massivo risparmio di tempo.
La sostenibilità dell’enoturismo e del direct-to-consumer.
Su questo tema è intervenuta Marta Galli dell’Osservatorio Sustainable Wine Business and Enogastronomic Tourism, Università Cattolica del Sacro Cuore per raccontare la collaborazione dell’Osservatorio con Divinea. “L’osservatorio è nato a giugno 2023 – ha sottolineato la Galli – con l’idea di dare spunti alle cantine, cercare sistematizzare i dati e dare spunti concreti e pratici. Diciassette ricercatori sono al lavoro per creare network su queste tematiche. Stileremo un report annuale “.
La ricetta per una sostenibilità a 360°: produttori e professionisti si confrontano.
Ad aprire un confronto sul tema della sostenibilità, supportata dai dati, Maddalena Schiavone di Slow Wine Coalition, una comunità internazionale all’interno di Slow Food, di cui fanno parte consumatori, vitivinicoltori e professionisti. L’obiettivo è quello di promuovere la biodiversità con pratiche agrobiologiche, aumentare l’inclusione nel mondo del vino e ridurre l’impatto della logistica. “Cosa vuol dire essere una comunità? Vuol dire essere attivisti del territorio, come ad esempio Heritage Vines of Turkey in Turchia – ha spiegato Maddalena Schiavone. – Qui, un gruppo di sommelier, tecnici, giornalisti ha deciso di occuparsi di un tema: la diminuzione della superficie vitata in Turchia che dal 2010 è scesa del 40%. In particolare il focus è stato fatto su un territorio a nord est di Istanbul, dove si è perso più del 50% della viticoltura. Ne è uscito una raccolta di dati incredibile che ha messo in contatto produttori di uva con produttori di vino, fino ad arrivare all’organizzazione di una fiera e alla produzione di sette etichette”.
A seguire Girolamo Varia di Planeta Vini con l’esempio virtuoso dell’azienda siciliana che ha sempre investito in progetti importanti legati alla sostenibilità. “Sono tante le attività che abbiamo sviluppato in termini di sostenibilità, – ha raccontato Varia – come il progetto viti diverse di Menfi con 400 cloni differenti o la scelta a Noto di coltivare, oltre ai vigneti, anche mandorleti e carrubbi; a Milazzo abbiamo avviato il progetto di un vigneto che include varietà reliquie e siamo tra i sostenitori del progetto SOStain, un programma di sostenibilità per la vitivinicoltura siciliana. Tra le ultime attività ci sono un accordo per la produzione di bottiglie con il 90% di vetro riciclato e il Progetto Serra Ferdinandea, tra le colline di Sciacca e Sambuca, dove Planeta si è unita ai francesi Oddo Vin & Domains per produrre vini nati dall’unione di blend siciliani e francesi, gestiti secondo il metodo biodinamico. Quest’anno, che è stato un anno particolarmente difficile, abbiamo riscontrato dei risultati sicuramente migliori con la gestione biodinamica e, anche, un risparmio economico”.
Igor Boccardo di Gruppo Leone Alato, nuovo polo vinicolo di Genagricola, ha parlato di sostenibilità a partire da un’idea di circolarità. “La sostenibilità mette insieme tre P: people, planet e profit. Per noi – ha spiegato Boccardo – people significa lavorare nel modo più etico possibile, formando le persone e proteggendo ogni dipendente attraverso dei sensori per chi lavora in campo; planet significa ridurre gli input e facendo cambiare l’opinione verso l’agricoltura; il profit riguarda il concetto che la sostenibilità ha un costo, ma anche un ritorno. Siamo convinti che sostenibilità e biodiversità debbano essere trattate come gli altri elementi di business, attraverso i numeri, perché senza i numeri non sappiamo quanto e se stiamo migliorando. E noi vogliamo migliorare costantemente“.
Tommaso Tedeschi di 3Bee, un’azienda climate tech focalizzata sullo sviluppo di sistemi IoT di monitoraggio della biodiversità. L’azienda, utilizzando sensori avanzati e algoritmi di apprendimento automatico, è in grado di raccogliere e analizzare grandi quantità di dati su popolazioni di specie, habitat ed ecosistemi. “La biodiversità è tema che tocca tutti noi e c’è bisogno di tutti. Per rendere più resilienti gli habitat in cui viviamo è necessario aumentare la biodiversità e per rigenerare la biodiversità bisogna partire dai dati”.
Emanuele Kottakhs di Jamin Portofino ha portato l’esempio della sua azienda innovativa che ha evoluto il mono dei vini e dei distillati con un metodo di cantinamento subacqueo unico esclusivo e sostenibile. “Underwater wines – spiega Kottakhs – è un termine che abbiamo inventato e che caratterizza l’affinamento subacqueo del vino con una base scientifica. Nasciamo con l’obiettivo di essere un Consorzio che possa normare questa pratica di sostenibilità che utilizza una risorsa naturale. Con un metodo scientifico, in collaborazione con dipartimenti universitari, definiamo la sostenibilità in termini territoriali: incorporare UnderWaterWines nella propria strategia di logistica permette di ridurre la dimensione della cantina terrestre, riducendo il consumo di suolo. Il cantinamento sott’acqua è una pratica di sostenibilità”.
Collaborazione tra Somelia e Cantina Capellini.
L’ultima testimonianza è stata quella della collaborazione tra l’azienda innovativa Somelia e la Cantina Cappellini delle Cinque Terre, che si sono conosciute proprio in occasione della seconda edizione del Wine Tech Symposium. Enrico Ferrara di Somelia ha presentato la sua azienda che propone delle capsule sensorizzate che sono in grado di rilevare parametri ambientali di conservazione come temperatura ed umidità al semplice tocco dello smartphone, e che può opzionalmente mostrare informazioni accurate sui movimenti della bottiglia, tracciare il tempo di affinamento e verificare l’integrità della bottiglia. Mirco Capellini della Cantina Capellini delle Cinque Terre, ha deciso di utilizzare questa tecnologia per celebrare un’etichetta importante: “Abbiamo inserito un sensore Somelia con tutte le informazioni tecniche relative al vino. Un modo di portare un vino di prestigio nel terzo millennio“.