La eventuale cessione dei terreni pubblici toglierebbe allo Stato il compito improprio di coltivare la terra, renderebbe disponibili risorse per lo sviluppo ma soprattutto avrebbe il vantaggio di sostenere la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole per garantire la sovranità alimentare del Paese in un momento di grandi tensioni internazionali.
E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare positivamente le dichiarazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che nel videomessaggio al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Coldiretti ha affermato che “il Mef sta lavorando con particolare attenzione, la valorizzazione del patrimonio fondiario pubblico, visto il potenziale inespresso non solo dal punto di vista economico ma anche per il comparto agricolo”.
La valorizzazione delle terre fertili è importante in un Paese come l’Italia che a causa della cementificazione e dell’abbandono l’Italia – sottolinea la Coldiretti – ha perso quasi 1/3 (30%) dei terreni agricoli nell’ultimo mezzo secolo con la superficie agricola utilizzabile che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari.
La disponibilità di terra è il principale ostacolo alla nascita di nuove imprese agricole condotte da giovani soprattutto perché la vera novità rispetto al passato – continua la Coldiretti – sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze e non possono contare sul patrimonio fondiario familiare. Nel 2022 il prezzo dei terreni agricoli ha sfiorato in media i 22.600 euro ad ettaro, seppur con evidenti differenze tra il Nord Est (47.000 euro) e il Nord Ovest (35.000 euro) e il resto d’Italia (inferiore a 15.000 euro), e punte che raggiungono centinaia di migliaia di euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea.
Si tratterebbe dunque di un impegno importante per favorire la crescita delle imprese ma anche per sostenere il ritorno alla terra con il numero di giovani agricoltori under 30 che negli ultimi dieci anni in Italia sono aumentati dell’12,8% contro un crollo medio del 25,2% dell’insieme dei settori economici, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Infocamere e Unioncamere relativi al periodo 2014-2023. Un andamento positivo che è stato favorito anche – precisa la Coldiretti – dalle numerose iniziative di privatizzazione dei terreni a favore dei giovani
“Occorre dunque sostenere il ritorno alla terra e la capacità dell’agricoltura italiana di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale superando gli ostacoli burocratici che si frappongono all’insediamento” conclude il leader dei giovani imprenditori agricoli della Coldiretti, Enrico Parisi nel sottolineare la necessità di “investire su un settore strategico per far ripartire l’Italia e l’Europa grazie anche a una nuova generazione di giovani attenti all’innovazione e alla sostenibilità”.