Il ‘Pandoro-gate’ è costato a Chiara Ferragni la perdita di 210 mila followers e una diminuzione del sentiment positivo di circa 35 punti. È quanto emerge da un’analisi realizzata da SocialData che, in esclusiva per Adnkronos, ha analizzato l’evoluzione delle dinamiche social dopo lo scandalo che ha coinvolto l’influencer. Vicenda che ieri ha visto Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni approvare le Linee guida volte a garantire il rispetto da parte degli influencer delle disposizioni del Testo unico sui servizi di media audiovisivi.
Nel complesso la vicenda – spiega l’analisi realizzata da SocialData che, in esclusiva per Adnkronos, – ha generato su web e social oltre 30 milioni di interazioni in questi ultimi venti giorni, con un picco deciso nei giorni iniziali, subito dopo la diffusione delle prime notizie a riguardo. Il sentiment positivo nei confronti dell’influencer è crollato e ha visto una riduzione di 35 punti percentuali, passando dal 59% al 24% attuale. Il calo maggiore del sentiment è stato registrato in concomitanza con la diffusione della notizia delle indagini per truffa aggravata, l’8 gennaio 2024.
SocialData ha poi analizzato l’evoluzione della fanbase Instagram di Chiara Ferragni e del marito: nell’ultimo mese lei ha perso 210 mila followers, mentre Fedez circa 119 mila. La stessa dinamica è stata registrata dalle interazioni sui profili Instagram dei due: se Ferragni fa registrare -20 milioni di interazioni, Fedez si ferma a -3 milioni. Per l’imprenditrice digitale si tratta di un calo del 71% rispetto al periodo precedente, per il marito la perdita è del 37%. Il calo delle interazioni – sottolinea SocialData – è dovuto molto probabilmente all’interruzione del flusso di pubblicazione, limitato al momento alle stories, dove però reactions e diffusione sono visibili solo ai proprietari del profilo.
Flop anche il ritorno sui social dell’influencer, che – rivela l’analisi realizzata da SocialData in esclusiva per Adnkronos – non ha scaldato i cuori degli utenti. La storia Instagram postata lo scorso 3 gennaio, infatti, non ha generato un dibattito tale da monopolizzare web e social. Questo – evidenzia l’analisi – a causa di alcuni fattori: un minor interesse del pubblico verso l’influencer, una minore emotività degli utenti sulla vicenda, la tipologia del contenuto postato (le interazioni alla storia sono visibili solo a Ferragni).
A penalizzare il ritorno social di Ferragni è stata anche la ‘concorrenza’ della conferenza stampa del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha generato oltre 6 milioni di interazioni, contro i circa 2 milioni prodotti dal ritorno social di Chiara Ferragni. Interessante – sottolinea SocialData – anche il confronto sui canali di conversazione dove si è sviluppato il dibattito circa i due eventi: Giorgia Meloni ha raccolto il 30% in più delle mentions su Instagram rispetto a Chiara Ferragni.
Nei giorni presi in considerazione dall’analisi, le mentions su Giorgia Meloni hanno generato il 49% di interazioni in più su Instagram rispetto a quelle su Chiara Ferragni. La stessa dinamica si registra su TikTok: Meloni ha il 94% di mentions in più rispetto a Ferragni, che generano il 210% in più di interazioni. L’analisi rivela anche come il nome di Chiara Ferragni sia stato maggiormente discusso da utenti di genere femminile (45,83%) rispetto a quello di Giorgia Meloni (30%).
L’analisi realizzata da SocialData in esclusiva per Adnkronos si è focalizzata anche sui commenti agli ultimi post social di alcuni noti brand che hanno in passato hanno collaborato o continuano a farlo con Chiara Ferragni. L’attenzione si è focalizzata in particolare sulle pagine Facebook di aziende come Safilo, Coca Cola e Monnalisa, i primi a prendere le distanze dall’influencer.
Tra i commenti si evidenzia una divisione nelle opinioni degli utenti. Da una parte, ci sono coloro che lodano e si complimentano con i brand che hanno deciso di concludere la loro collaborazione con Ferragni. Dall’altra parte, emerge un gruppo di utenti che esprime dissenso, invitando al boicottaggio dei brand che hanno scelto di collaborare con Ferragni negli anni passati. Commenti che sottolineano “un’opposizione alla figura dell’influencer e alle sue azioni, mettendo in discussione la decisione dei brand di associarsi a lei”.
“La disintermediazione è ormai il tratto distintivo dei social”, spiega Luca Ferlaino, partner di SocialData, che osserva come ci siano sempre più italiani che “utilizzano i social per rivolgersi non solo ai leader politici, ma anche ai brand, per esprimere talvolta dissenso, talvolta apprezzamento per le scelte compiute. Non a caso, in molti hanno deciso di ‘punire’ Chiara Ferragni togliendo il follow al profilo Instagram. E la decisione dell’influencer di non pubblicare più ha prodotto anche degli ‘effetti collaterali’, perché ha spostato parte della discussione sui canali social dei brand a lei associati, danneggiandola comunque”.