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Dom. Dic 22nd, 2024

New York fa da apripista e diventa la prima grande città americana, probabilmente del mondo, a bollare le piattaforme come dannose per la “salute mentale”, soprattutto dei giovanissimi.

Nel suo annuale discorso sullo State of the City, il sindaco Eric Adams ha usato parole pesanti. “Non possiamo stare a guardare e consentire a Big Tech di monetizzare sulla privacy dei nostri figli e mettere a rischio la loro salute mentale”, ha tuonato, sottolineando che New York è la prima città degli Stati Uniti a prendere un’iniziativa simile nei confronti nei social media. “Così come è stato fatto con il tabacco e le pistole, tratteremo i social come un altro pericolo per la salute pubblica e ci assicureremo che le società tecnologiche si assumano la responsabilità dei loro prodotti”, ha aggiunto, impegnandosi a “correggere” una crisi che colpisce soprattutto bambini e teenager.

I dettagli delle iniziative da portare avanti saranno resi noti in un secondo momento ma c’è chi si augura che il sindaco reintroduca il proibizionismo di Michael Bloomberg che, da primo cittadino della Grande Mela, aveva vietato i telefonini nelle scuole pubbliche. Una legge poi mandata in pensione dal suo successore Bill de Blasio, che la bollò come antiquata. In attesa delle misure da seguire, le autorità hanno pubblicato un avvertimento in cui si illustrano una serie di misure che gli adulti possono adottare per promuovere un uso salutare dei social. Si raccomanda di non consentire l’accesso agli smartphone o ai social almeno fino a 14 anni e delineare un piano di famiglia con regole da adottare e rispettare sull’utilizzo delle piattaforme. Alle autorità statali e federali si chiede invece di proteggere i giovani dalle “pratiche predatorie” con politiche più stringenti.

I social di recente sono finiti nel mirino delle critiche per il ruolo giocato con le loro piattaforme sulla salute mentale dei giovani, e sono stati travolti da una serie di azioni legali. Il responsabile della salute pubblica dell’amministrazione Biden, Vivek Murhy, ha lanciato l’allarme lo scorso anno dichiarando che i social presentano forti rischi per i bambini, paventando l’ipotesi che ci possa essere un legame fra il tempo trascorso sui social e la depressione e l’ansia. (…)

(Fonte Ansa)

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