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Dom. Dic 22nd, 2024

Quando porti a bollore l’acqua della pasta ti ricordi di mettere il coperchio? Se la risposta è sì, hai risparmiato energia sufficiente a ricaricare il tuo smartphone per 2-3 volte. Che diventano 5 e più, se cuoci la pasta con la quantità di acqua “giusta”. Cambiamento climatico e crisi energetica ci rendono più attenti a non sprecare denaro e risorse, ma a volte anche un piccolo, insospettabile, gesto quotidiano, come preparare un piatto di pasta, può fare una grande differenza.

In occasione della Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili, istituita dal Parlamento italiano il 16 febbraio del 2005 per diffondere la cultura della sostenibilità ambientale e del risparmio delle risorse, i pastai di Unione Italiana Food ricordano le tre semplici regole per dimezzare i consumi durante la preparazione della pasta (fino al -47%). Infatti, se tutti gli italiani seguissero questi accorgimenti ogni volta che, in un anno, “calano” gli spaghetti, allora il risparmio aumenterebbe esponenzialmente: parliamo di almeno 350milioni di chilowattora, sufficienti a illuminare gli stadi di calcio per tutte le prossime 24 stagioni di Serie A, Premier League, Liga spagnola e Bundesliga! 

#1: TIENI IL COPERCHIO SULLA PENTOLA (QUANDO PORTI L’ACQUA AD EBOLLIZIONE)

La pentola va coperta per accelerare il bollore dell’acqua. Quando si butta la pasta, il coperchio andrebbe sempre tolto, perché la pasta si cuoce scoperta, a meno che non la stiamo facendo in pentola a pressione o con cottura passiva. Usando il coperchio si risparmia fino al 6% di energia ed emissioni di COequivalente (CO2e). E ci si mette pure meno tempo.

#2: USA LA GIUSTA QUANTITÀ DI ACQUA (OGGI NE SERVE MENO DI QUELLA CHE PENSI)

La giusta quantità di acqua consente alla pasta di cuocere in modo omogeneo senza attaccarsi e con un perfetto grado di salatura. La regola della nonna è che per ogni etto di pasta serve un litro d’acqua. Oggi la qualità della pasta è più alta di 40 o 50 anni fa e rilascia meno amido in cottura e possiamo anche cuocere il nostro etto di pasta in 0,7 litri di acqua. Cuocere la pasta in meno acqua concentrerà l’amido e renderà più facile legare con il condimento. Usando meno acqua si tagliano del 13% i consumi di energia e le emissioni di CO2e. La pasta resta buona, e si risparmia pure il 30% di acqua.

#3: SPEGNI IL FUOCO PRIMA DEL TEMPO (LA COTTURA PASSIVA PUÒ FARE MIRACOLI)

Altro metodo green, che permette di risparmiare gas e energia. Con la cottura passiva la pasta cuoce a fuoco acceso solo per 2-4 minuti da quando l’acqua riprende il bollore. Poi si spegne il fornello e si copre la casseruola con il coperchio per limitare la dispersione del calore, lasciando la pasta in infusione nell’acqua per il restante tempo indicato sulla confezione. In questo modo l’acqua sarà stata assorbita. Un cambiamento troppo radicale? In realtà, la usavano anche le nonne per cuocere la pastina per la minestra. E oggi è consigliata per finire la cottura dei formati più grossi, come conchiglioni, fusilloni e paccheri per evitare che si rompano o perdano la forma. In questo caso, basta spegnere il fuoco qualche minuto prima del tempo di cottura consigliato e concludere la cottura a fuoco spento e pentola coperta.

Con la cottura passiva il risparmio di energia e emissioni di CO2e arriva fino al 47%!

Secondo una ricerca commissionata dai Pastai italiani a Perfect Food Consulting[1], marchio leader in Europa nel campo della consulenza per la sostenibilità nel settore agroalimentare, seguendo queste tre semplici regole, con un consumo medio di 23.5 kg pro-capite di pasta, ogni italiano arriverebbe a risparmiare in un anno fino a 44,6 chilowattora, 13,2 chili di COe 69 litri di acqua. E se lo facessimo tutti i risultati diventerebbero davvero importanti: risparmieremmo tra i 356 milioni e i 2,6 miliardi di chilowattora in un anno (pari a un secolo e mezzo di calcio in notturna in Europa, coppe comprese), 4.100 m³ di acqua, sufficienti a riempire 1640 piscine olimpioniche e fino a 776 chilotonnellate di CO2e,le emissioni di una macchina per 21 viaggi andata-ritorno tra la Terra e il Sole. 

Ad ogni modo il futuro lascia ben sperare: la ricerca Gli Italiani e il futuro della pasta, realizzata dall’Istituto demoscopico AstraRicerche[2] (interviste on line su un campione di 1004 italiani tra i 18 e i 50 anni) per indagare come sono cambiati i consumi di pasta, aveva evidenziato che la pasta sta diventando sempre più sostenibile. Anche il suo packaging permette un recupero al 100% dei materiali di imballaggio e si va verso nuovi metodi di cottura: il 25% degli intervistati, pensando alla pasta del futuro, aveva immaginato che cuocerà in 3-5 minuti.

Infine, grazie anche al miglioramento dei processi e a contratti di coltivazione che puntano sulla sostenibilità e buone pratiche agricole, i pastai hanno potuto ridurre sensibilmente i consumi d’acqua e emissioni di CO2 connessi alla produzione di pasta. Questo alimento ha un impatto ambientale estremamente basso (l’impronta ecologica per porzione di 1 m² globale) e a tavola è protagonista di tante ricette antispreco che valorizzano gli avanzi in piatti sostanziosi e prelibati.

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