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Gio. Nov 21st, 2024

Dai trattori che invadono l’Italia per difendere la funzione dell’agricoltura e della crisi dei prodotti della terra Made in Italy fino al concetto di tutela ed attestazione da raggiungere per salvare le caratteristiche che rendono uniche le stesse materie prime.

“Iniziamo dal settore ortofrutticolo nostrano come per la Nocciola Siciliana e dalle capacità dei nostri imprenditori agricoli per migliorare le coltivazioni e conferire l’attributo di pregio non solo di fatto ma anche di nome con un bel marchio IGP o DOP”. Così il Sindaco del Comune di Sant’Alfio, nel territorio etneo, Alfio La Spina, in rappresentanza di tutta quell’area vulcanica che vuole implementare la coltivazione di un prodotto assolutamente riconoscibile per peculiarità organolettiche e di cui molte aziende hanno già pensato di occuparsi negli ultimi otto-dieci anni come attività prioritaria.

La Nocciola dell’Etna (e dei Nebrodi) può ambire a quel salto di qualità che le permetterebbe di aumentare la sua stima agli occhi dell’Europa e del mondo. La fascia nebroidea di Messina per esempio è cresciuta parecchio, pur restando dietro a realtà sovrane di produzione di nocciola come Avellino, Viterbo e Cuneo che hanno i loro riconoscimenti di qualità. Dunque la proposta di intraprendere l’iter di certificazione (che sia Indicazione d’Origine o Denominazione d’Origine Protetta) sui tavoli della Comunità Europea parte dal Management di Sant’Alfio (che è anche uno dei siti con maggior trend di produzione corilicola), coinvolgendo più istituzioni possibili del comprensorio ma anche le autorità regionali, nazionali ed internazionali.

Il Primo Cittadino La Spina sta organizzando sabato 17 febbraio dalle ore 9.30 al Mace – Museo d’Arte Contemporanea dell’Etna a Sant’Alfio, un convegno – riflessione dove si esporranno tutte le circostanze ed ambiti che verranno investiti in una simile procedura dall’esperienza di vita e di professione dei produttori alla ricerca scientifica sotto l’aspetto agricolo e alimentare, dalle strategie di consumo e di mercato ai metodi di coltivazione, dall’ampliamento dell’intera filiera della Nocciola dell’Etna alle associazioni di categoria e agli organi di tutela come i Consorzi per garantire tracciabilità ed affidabilità. Le diverse entità devono dialogare attraverso leggi che operino correttamente e devono poter camminare senza cozzare sugli ostacoli dell’Europa e magari avere la spinta e il “favore” del Governo siciliano che sarà presente all’evento – dibattito.

L’Isola può rinascere ogni giorno con il proprio patrimonio di risorse agricole: basta saperlo utilizzare. Nel caso della Nocciola, abbiamo un frutto che è preziosissimo e storico (le testimonianze d’esistenza risalgono certamente dalla seconda metà dell’Ottocento). Alla tavola rotonda di sabato 17, ci saranno le varie guide dei comuni interessati: il sindaco Alfio La Spina, che farà gli onori di casa, supportato dall’esponente di Palazzo d’Orleans con delega all’Agricoltura e allo Sviluppo Rurale Luca Sammartino e dal senatore Salvo Pogliese, già sindaco di Catania, il sindaco del Comune di Linguaglossa Luca Stagnitta, che aveva aperto questa tematica già in un precedente incontro allestito nella sua località, il sindaco di Piedimonte Etneo Ignazio Puglisi, i relativi colleghi nei Comuni di Milo, di Mascali e Zafferana Etnea rispettivamente Alfio Cosentino, Luigi Messina e Salvatore Russo e, a chiudere la schiera, il Commissario Straordinario di Castiglione di Sicilia Maria Salerno.

Per approfondire come sviluppare la prassi di valorizzazione e potenziamento della nocciolicoltura o corilicoltura, il team tecnico e di studio sarà necessario con più produttori della nocciola che racconteranno i loro esempi e suggerimenti quali Riccardo Ricciardello che è Amministratore Delegato di “Sicilia in Guscio” – una nuova Organizzazione di questo comparto, Santo Lanzafame e Rosario Di Francesco, poi docenti e ricercatori dell’Università di Catania in particolare del DI3A ovvero Dipartimento Agricoltura, Alimentazione e Ambiente, Elisabetta Nicolosi e Luciano Caruso, il Segretario regionale CNA Sicilia Agroalimentare Tindaro Germanelli, il direttore dell’Irvo – Istituto Regionale del Vino e dell’Olio – Sicilia Gaetano Aprile (già Dirigente dell’Ispettorato dell’Agricoltura di Palermo) e la presidente del Consorzio del Fico d’India dell’Etna Rita Serafini. Questo appuntamento fa seguito ad un percorso di incentivazione del territorio etneo che il Sindaco La Spina ha avviato addirittura la scorsa estate con la “XIII Sagra della Ciliegia dell’Etna” con tanto di infiorata e che si sta rafforzando con un’altra tavola rotonda, svoltasi lo scorso 3 febbraio sulla DOCG ETNA. A moderare i vari eventi è la giornalista enogastronomica Marcella Ruggeri.

Anche in questa occasione, il Comune di Sant’Alfio si è fatto promotore per sviscerare un ‘altra prelibatezza distintiva che è il vino, andando ad analizzare il quadro del settore vitivinicolo in termini di progresso e ricadute sull’enoturismo con tutti gli attori (dal Consorzio di Tutela Vini Doc Etna con un rappresentante del Cda ed importante produttore Marco Nicolosi all’associazione Città del Vino con il presidente nazionale Angelo Radica e l’Ambasciatore per la Sicilia Alfio Savoca). La zona rinomata a livello internazionale è costituita da competenze che devono agganciarsi in una rete di comunicazione efficiente e d’impatto per affiancare l’appellativo Etna alla qualità sempre più d’eccellenza, un indicatore che potrà far incrementare anche l’economia.

Da qui, il lancio per far approdare la DOCG, già deliberata in assemblea, in due anni come arco temporale minimo, alla Comunità Europea che è l’obiettivo prefissato dal Consorzio, all’inizio del proprio mandato. Intanto, si punta a creare un coordinamento di queste dinamiche tra enti ed associazioni quali l’Enoteca Regionale – Sicilia Orientale con il presidente Vito Bentivegna e “La Strada del Vino” con la presidente Gina Russo (partecipanti alla conversazione sulla DOCG), diffondendo l’importanza delle rassegne enoico – culturali come “Etna Days” e “Le Contrade dell’Etna”, l’importanza del lavoro degli agronomi come Andrea Marletta – consulente di tante aziende sull’Etna, del lavoro dei maestri degustatori titolati come Gregorio Calì e della formazione professionale come si effettua con grande preparazione nell’Istituto Alberghiero Ipsseoa “Giovanni Falcone” di Giarre con la dirigente Monica Insanguine (anche invitati per l’incontro su DOCG) che collaborano con “Le Donne del Vino di Sicilia”.

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