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Ven. Nov 8th, 2024

Il 97% degli influencer attivi in Europa pubblica contenuti commerciali, ma solo uno su cinque indica sistematicamente che il loro contenuto è pubblicitario.
E’ quanto emerge da un’indagine condotta dalla Commissione europea e dalle autorità nazionali per la tutela dei consumatori di 22 Stati membri, insieme a Norvegia e Islanda, sui post sui social media di 576 influencer.

L’obiettivo dell’indagine, pubblicata nei giorni scorsi e ripresa da Primaonline, era verificare se gli influencer rendessero note le loro attività pubblicitarie, come richiesto dalla normativa Ue sui consumatori.


Dall’indagine è emerso che il 97% ha pubblicato post con contenuti commerciali, ma solo il 20% li ha comunicati sistematicamente come pubblicità, mentre il 78% dei profili verificati esercita un’attività commerciale, ma solo il 36% è registrato come commerciante a livello nazionale. Il 30%, inoltre, non ha fornito alcun dettaglio aziendale sui propri post, come indirizzo e-mail, nome della società, indirizzo postale o numero di registrazione.


Il 38% degli influencer non ha utilizzato le etichette della piattaforma che servono a rivelare i contenuti commerciali, come la levetta “partnership a pagamento” su Instagram. Al contrario, questi influencer hanno optato per diciture diverse, come “collaborazione” (16%), “partnership” (15%) o ringraziamenti generici al marchio partner (11%).

L’indagine mostra anche il 40% degli influencer controllati ha reso visibile l’informativa durante l’intera comunicazione commerciale. Il 34% dei profili ha reso la divulgazione immediatamente visibile senza bisogno di ulteriori passaggi, mentre il 40% degli influencer ha appoggiato i propri prodotti, servizi o marchi.

A seguito dell’indagine a tappeto, 358 influencer sono stati selezionati per ulteriori indagini. Le autorità nazionali li contatteranno per chiedere loro di rispettare le regole in vigore. Se necessario, potranno essere intraprese ulteriori azioni di controllo, in conformità con le procedure nazionali. La Commissione analizzerà i risultati dell’indagine a tappeto anche alla luce degli obblighi legali delle piattaforme ai sensi della Digital Service Act e adotterà le misure di applicazione necessarie, se del caso.

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