Si è conclusa in questi giorni la selezione dei semifinalisti del concorso ‘Miglior Enotecario Professionista d’Italia’, individuando i sei concorrenti che si daranno appuntamento per la finale l’11 novembre a Roma. Sono Daniele Liurni (Roma), Diletta Landozzi (Siena), Mattia Manganaro (Brescia), per la categoria Bottiglierie, e Silvia Angelozzi (Teramo), Lorenzo Longhi (Milano) e Nicola Prestini (Brescia) per quella Enoteca con Mescita. Il concorso, organizzato da Aepi, nasce per promuovere la figura dell’enotecario professionista, un lavoro in crescita, che attrae anche i giovani, come dimostra l’età dei finalisti, per la maggior parte under 30. Una rivelazione, che conferma come l’enotecario professionista sia una figura contemporanea, stimolante e complessa, capace di rispondere a esigenze sempre nuove e alle domande di ogni tipo di cliente.
Ora i sei concorrenti avranno il tempo di prepararsi per la finale, nel cuore di Roma, l’11 novembre. Nel frattempo, parteciperanno allo stage formativo, in programma dal 17 al 21 marzo, organizzato dall’Enoteca del Barolo per fare conoscere i prodotti Dop piemontesi più noti, a partire dal Barolo, per approfondire la conoscenza delle Mga, e dalla Nas-cetta, una delle poche varietà a bacca bianca in questa terra di vini rossi, ma anche la nocciola del Piemonte Igp, il Murazzano Dop e il Prosciutto Crudo di Cuneo Dop. Sarà un’esperienza importante perché l’enotecario professionista, sempre più, si occupa anche dell’abbinamento con il cibo. A ottobre, infine, si terrà, per il terzo anno consecutivo, lo stage a Épernay, organizzato dal Comité Champagne.
Il Concorso si avvale del Patrocinio del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) ed è realizzato in collaborazione con Vinarius Associazione Enoteche Italiane con il sostegno del Consorzio di Tutela Vini Doc Cirò e Melissa, Consorzio Vino Chianti Classico, Consorzio Collio, Consorzio Friuli Colli Orientali e Ramandolo, Istituto Tutela della Grappa del Trentino e Consorzio di Tutela Vini del Trentino. Il concorso è aperto a tutti gli enotecari professionisti, proprietari di enoteche, dipendenti o consulenti, collaboratori o liberi professionisti. Due le categorie di gara: la prima dedicata agli enotecari che lavorano presso le bottiglierie esclusivamente con vendita per asporto e l’altra dedicata a chi presta servizio in pubblici esercizi con vendita e mescita come winebar, enoteche e osterie dove è possibile degustare e acquistare vini e spirits. Vi saranno infine due premi speciali: il Miglior Enotecario Under 30 (sotto l’egida del Consorzio del Vino Chianti Classico) e il Miglior Enotecario d’Italia all’Estero (sotto l’egida del Consorzio Tutela Vini Friuli Colli Orientali e Ramandolo).
Dal 9 novembre 2023 al 31 gennaio 2024 saranno aperte le iscrizioni. Seguiranno tre prove, la prima e la seconda online nel mese di febbraio 2024, la finale si terrà invece a novembre 2024 a Roma in presenza. Il concorso metterà alla prova i concorrenti su tematiche complesse, che richiederanno capacità di analisi e ragionamento oltre che conoscenza tecnica. A valutare la preparazione in tre selezioni consecutive sarà una giuria composta da cinque esperti: oltre al presidente di giuria Stefano Caffarri ci saranno un sommelier professionista, un giornalista, un comunicatore e un formatore.
L’enotecario è sempre più una figura complessa.
È anzitutto il soggetto al quale rivolgersi per la scelta di un vino ma il suo lavoro non è necessariamente teso alla vendita della bottiglia. Tiene corsi di avvicinamento al vino destinati agli appassionati, organizza degustazioni private, anche a domicilio, guida clienti desiderosi di essere seguiti con un servizio che altrimenti non potrebbero trovare e gestisce le cantine private. Anche la ristorazione vede in questa figura un riferimento. La crisi economica e la carenza di personale specializzato hanno portato molti locali a rinunciare alla figura del sommelier e rivolgersi all’enotecario per la gestione della carta dei vini e/o la formazione del personale di sala deputato al servizio del vino.
L’enotecario professionista diviene quindi il consulente capace di rispondere alle esigenze con flessibilità e competenza. L’enotecario è in grado anche di consigliare l’acquisto di vini da collezione o di stimare il valore di una bottiglia importante, nel momento in cui il proprietario voglia venderla. Un comparto, quello dei vini da collezione, monitorato dall’indice LivEx, che valuta i vini da collezione più ricercati al mondo, oggetto di un vero e proprio mercato che tiene anche in tempo di crisi. Infine, l’enotecario è un comunicatore: può collaborare con riviste on e off line, essere influencer sui social media, far parte delle giurie di concorsi enologici.
Con la legge 14 gennaio 2013, n.4, – ricorda Labitalia – lo Stato italiano ha disciplinato e dispone sulle professioni che non fanno riferimento a ordini o collegi. Prevede inoltre un elenco pubblicato nel sito del Mimit, nel quale è presente Aepi, dove sono riportate le Associazioni che rilasciano le attestazioni di qualità e di qualificazione professionale dei servizi resi dai soci, e vigila per conto dello Stato sul rispetto dello Statuto, del Codice deontologico e dell’aggiornamento continuativo obbligatorio.
“L’enotecario professionista è un mestiere che non conosce crisi. I soci Aepi, infatti, sono per un terzo under 40 e quasi tutte le nuove adesioni sono giovani”, afferma il neopresidente Aepi, Filippo Gastaldi, classe 1983, alla guida dell’enoteca ‘Un Mondo di Vino’ di Orzinuovi (BS), già ‘Miglior Sommelier della Lombardia’ con una laurea in Enologia e una in Economia Internazionale. “Non stupisce, quindi, che, tra i concorrenti della 3a edizione del Concorso, più della metà sia Under 30. L’obiettivo ora è fare crescere l’Associazione, e il Concorso si inserisce in questo contesto, per fare conoscere l’Associazione e promuovere l’adesione di nuovi iscritti, sia coloro che lavorano in enoteche con asporto sia per chi opera in enoteche con mescita”.
Il Concorso ha anche il compito di spronare l’enotecario professionista a migliorarsi sempre, mettendosi in gioco, studiando e accrescendo le proprie competenze ma anche sviluppando il proprio pensiero critico. Le prove durante le selezioni sono, infatti, via via più complesse. Per questo motivo, la giuria, presieduta da Stefano Caffarri e composta da Giuseppe Vaccarini, presidente di Aspi (Associazione Sommelier Professionisti Italiani), Lido Vannucchi (wine & food consultant), Alessandra Piubello (giornalista professionista), Anna Maschio (produttrice), ha messo alla prova i concorrenti con domande complesse, che uniscono capacità di ascolto, empatia, adattabilità e fantasia. Domande in italiano ma anche in inglese, alcune delle quali prevedono anche di conoscere la psicologia del cliente, come quando ad esempio si presenta l’esigenza di correggerlo senza offenderlo.