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Cresce l’export del biologico agroalimentare (+8%) ma per AssoBio va migliorata distribuzione e informazione

Nicoletta Maffini
Nicoletta Maffini

L’agroalimentare biologico si conferma un’eccellenza italiana apprezzata in tutto il mondo e i dati dell’export confermano la crescita esponenziale degli ultimi anni: +8% nel 2023 (anno su anno, termine a luglio). Il valore complessivo remunerato dai mercati esteri è quindi di 3,641 miliardi di euro, con un incremento del 203% rispetto al 2012.

Dati resi noti da Assobio a Cibus International Food Exhibition a Parma, nel corso del convegno su “Internazionalizzazione del Bio Made in Italy”,dedicato alle strategie e agli strumenti disponibili per gli operatori orientati a espandere la propria attività “bio” nei paesi esteri.

I risultati fanno parte della ricerca “Il BIO italiano sui mercati internazionali”elaborata dalla piattaforma ITA.BIO di Nomisma efocalizzata sul ruolo dell’export bio Made in Italy, le opinioni delle imprese bio italiane e quelle del consumatore estero.

Ne emerge la crescita del mercato interno del biologico italiano, giunto ormai a 5,474 miliardi di euro (+9%), con un incremento più marcato del consumo “fuori casa” (+18%, pari a 1,2 miliardi) rispetto al domestico (+7%, pari a 4,2 miliardi). Tanto buoni produttori ed esportatori quanto “cattivi consumatori”, gli italiani spendono appena 62 euro l’anno procapite in alimentazione “bio”, lontani dai top 10 paesi europei. La speciale classifica è guidata da Svizzera (437 euro), Danimarca (365 euro) e Austria (274 euro); restano distanti anche i paesi più vicini o simili per mercato, come Germania (181 euro) e Francia (176 euro).

Anche per questo, l’azione più efficace per dare supporto allo sviluppo del bio italiano, a livello nazionale e internazionale, sarebbe stimolare la domanda e la fiducia dei consumatori, secondo il 47% degli imprenditori “bio” italiani, soprattutto aumentando l’informazione sui vantaggi del bio. Segue la necessità di migliorare il contributo dell’agricoltura biologica alla sostenibilità (26%) e di stimolare l’offerta, quindi la conversione e la produzione (27%).

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L’export del biologico incide per il 6% sul totale dell’export agroalimentare (che è pari a 62 miliardi di euro nel 2023, +5%) rispetto al quale dimostra una crescita più forte, anno su anno.

È il vino biologico ad avere il peso maggiore, pari all’8,5% (670 milioni di euro, +7%) sul totale dell’export enologico tricolore, mentre l’agrifood si ferma al 5,5% (2,9 miliardi di euro, +8%). E proprio il vino offre, nei paesi nordici, le maggiori prospettive di crescita per il “bio” Made in Italy (61% delle risposte tra le imprese italiane), mentre la Germania sembra il paese più promettente sul versante dell’alimentare (55%).

La considerazione dei prodotti alimentari bio italiani è massima specialmente negli Stati Uniti, che mettono il “Made in Italy” al primo posto della qualità nel 45% delle risposte ma è in Svezia e Danimarca dove il 65% dei consumatori intervistati afferma di aver comprato nell’ultimo anno per sé o per la propria famiglia almeno un prodotto alimentare biologico nostrano. La Cina, un paese con 1,4 miliardi di abitanti, dichiara la maggiore intenzionalità di consumo “bio” in futuro (61%).

In questo senso, tra le leve da attivare a livello globale, emerge una base potenziale di consumatori di prodotti italiani biologici che potrebbe essere raggiunta migliorando la distribuzione a scaffale (la mancata presenza nei negozi è un ostacolo per il 42%) e l’informazione (il 34% afferma di non conoscerne le caratteristiche distinitive).

“La recente crescita dell’export nel settore agroalimentare biologico è un chiaro segnale del valore e della competitività dei prodotti italiani nel panorama internazionale- afferma Nicoletta Maffini, Presidente di AssoBio-. Tuttavia, siamo consapevoli che ci sono ancora sfide da affrontare per massimizzare il potenziale di questo settore. Come AssoBio, ci impegniamo a lavorare con tutti gli attori: gli agricoltori, le aziende di trasformazione e distribuzione, le Istituzioni politiche italiane ed europee per rinforzare il biologico italiano nel mondo. Insieme possiamo sfruttare appieno le opportunità di crescita e consolidare la posizione dell’Italia come leader nel settore agroalimentare biologico a livello globale.”

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TM

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