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Mar. Dic 3rd, 2024

Sono poche le cose che mettono d’accordo gli italiani e una di queste è senza dubbio il caffè, considerato da sempre un simbolo del Made in Italy nel mondo. Non un semplice stereotipo, ma una convinzione radicata nella quasi totalità degli abitanti del Belpaese, a conferma del legame indissolubile che hanno con questa bevanda. La conferma arriva dalla nuova indagine “Se è italiano… si sente! – Gli Italiani e il Caffè” realizzata da AstraRicerche per Consorzio Promozione Caffè, che ha esplorato i valori che chi lo beve abitualmente (oltre il 98% degli intervistati) attribuisce all’amata tazzina, restituendo una fotografia decisamente… tricolore.

“Siamo tutti d’accordo: il caffè è da sempre considerato un simbolo del Made in Italy nel mondo. Ma quanto valore è racchiuso per gli italiani stessi dentro questa affermazione? Con questa ricerca siamo voluti andare più in profondità, anche per capire quanto questo binomio potesse essere ancora vero nel 2024. La fotografia che ci restituisce AstraRicerche da un lato ci conferma il legame indissolubile tra gli italiani e il caffè e dall’altro ci sorprende per il patrimonio di eccellenza, innovazione, creatività e tradizione che la tazzina, in quei pochi sorsi, è capace di raccontare al popolo che l’ha resa celebre nel mondo”, ha dichiarato Michele Monzini, Presidente di Consorzio Promozione Caffè.

Una tazzina ricca di valori

Uno degli aspetti che gli italiani ritrovano maggiormente nel caffè è quello della ritualità: per il 92% un’abitudine che scandisce non solo i diversi momenti della giornata, ma anche le varie occasioni di convivialità. Un aspetto, quest’ultimo, molto importante soprattutto per gli italiani tra i 25 e i 34 anni (95%). Oltre a essere considerato come una “sveglia” per il Paese (91%), è anche un momento d’incontro (92%) e un gesto d’amore rivolto alle persone a cui lo offriamo (91%). Non meno importante è il concetto di tradizione, che anche in questo caso mette praticamente tutti d’accordo: è un rito che ci unisce da Nord a Sud (92%) e che richiede una precisa gestualità sia nel prepararlo (91%), sia nel berlo (90%). Molto apprezzata dai più giovani è anche la varietà che il panorama italiano offre in termini di miscele e tipologie (91% dei 25-34enni rispetto all’89% della media degli intervistati).

Un punto di forza per la nostra economia

Tra i prodotti agroalimentari italiani più esportati nel 2023, con un giro d’affari di 2,259 miliardi di euro (+6,8% sul 2022)[2], il caffè è uno dei settori industriali storicamente più legati al nostro know-how. Ne sono primi sostenitori gli italiani stessi, secondo cui la qualità del caffè è ben rappresentata sia da marchi celebri (92%), sia da piccole torrefazioni (87%). Inoltre, è considerato un mix straordinario tra tradizione e creatività (91%) e un simbolo del Made in Italy (90%), oltre a rappresentare nella torrefazione il “saper fare italiano” (89%).

Espresso simbolo italiano, soprattutto all’estero

Da sempre il caffè fa sentire a casa gli italiani, soprattutto quando sono fuori dai propri confini, in quanto certi che il “nostro” sia il migliore del mondo (88%) e che sia apprezzato ovunque (86%), soprattutto dagli stranieri quando sono in Italia (80%): gli italiani, infatti, amano trovarlo all’estero mentre viaggiano (89%) e sono convinti di poterlo riconoscere anche a occhi chiusi (81%), ma soprattutto sono convinti che contribuisca a creare un’immagine positiva dell’Italia nel mondo (89%) e a esportare il nostro modo di intendere il caffè (83%). Ma qual è – secondo gli italiani – il simbolo del caffè italiano per gli stranieri nel mondo? Gli italiani non hanno dubbi: è l’espresso (61%), seguito da quello della moka (22%).

Un “viaggio” multisensoriale

Per gli italiani, bere un caffè non è una semplice abitudine, ma un’esperienza capace di coinvolgere tutti e cinque i sensi (70%). Anzi, un vero e proprio viaggio sensoriale del coffee lover, che segue delle tappe molto precise e che inizia con l’olfatto: l’aspetto più apprezzato, infatti, è il profumo, sia del caffè appena fatto (91%), sia della miscela o dei chicchi appena tostati (88%). Arriva quindi il gusto, inteso come sapore (89%) e calore (84%), sensazione quest’ultima apprezzata anche a livello tattile (81%), seguito dall’udito, con il borbottio della moka (84%) che supera il suono della macchina del bar (68%). Ultima tappa, ma non meno importante, la vista, in particolare quando si tratta di giudicare l’aspetto finale del caffè e dei suoi “fratelli”, come cappuccino o caffè macchiato (83%).

Un rito che ci rende felici

“L’attesa del piacere è essa stessa il piacere”, diceva il filosofo tedesco Lessing. E mai aforisma potrebbe essere più azzeccato per descrivere come, per gli italiani, anche la gestualità che anticipa la degustazione del caffè sia parte di questa esperienza multisensoriale. Fondamentale è la cura nella presentazione (82%), come la scelta della tazzina e del cucchiaino perfetti e l’accostamento con un bicchiere d’acqua o un cioccolatino.

Non meno importanti la precisione nel dosarlo e l’attesa nel vederlo salire nella moka o scendere dalla macchina del bar (78%). A circa 7 italiani su 10, inoltre, piace macinarlo personalmente e apprezzano anche la particolare attenzione di alcuni baristi nello scaldare la tazzina, mentre poco più della metà degli intervistati ama la velocità della macchina a capsule o a cialde (per i 25-34enni si sale oltre il 65%) e le modalità più di nicchia, come la cuccuma napoletana, il caffè turco non filtrato o l’alambicco di vetro. Perché possono essere innumerevoli i modi di berlo e di viverlo, così come le sensazioni che può scatenare, ma è sempre lo stesso il sentimento che ci lega al caffè: un amore ricco di sfaccettature, proprio come noi italiani.

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