La sugar tax, inizialmente prevista per il 2026, è ora pronta a entrare in vigore il primo luglio 2024, suscitando un dibattito acceso al governo. Si tratta di un’imposta sulle bevande zuccherate, introdotta per contrastare l’obesità e altre problematiche legate al consumo eccessivo di zuccheri, ma rappresenta uno dei provvedimenti più controversi degli ultimi tempi.
La misura, concepita per colpire le bevande edulcorate, si applicherà a una vasta gamma di prodotti, dalle classiche bibite gassate ai succhi di frutta addizionati di zucchero o dolcificanti. L’obiettivo principale è scoraggiare il consumo di bevande ad alto contenuto di zuccheri, spingendo i consumatori verso scelte più salutari e riducendo così il rischio di obesità e diabete.
Tuttavia, spiega Wired, l’implementazione di questa imposta ha generato polemiche e tensioni all’interno della maggioranza, con Forza Italia che ha espresso forte opposizione alla sua introduzione anticipata. La riduzione dell’aliquota, da dieci a cinque euro per ettolitro per i prodotti finiti e da 0,25 a 0,13 euro per chilo per i prodotti diluiti, ha suscitato dibattiti sulla reale efficacia della misura e sul suo impatto sull’economia e sull’occupazione.
Le previsioni sull’impatto economico della sugar tax sono discordanti: se da un lato il governo auspica una riduzione del consumo di bevande zuccherate e un miglioramento della salute pubblica, dall’altro i produttori e alcune associazioni prevedono un calo delle vendite, tagli agli investimenti e rischi occupazionali significativi.
“Come Federalimentare siamo molto soddisfatti che il Governo abbia rinviato al 1 luglio 2025 una tassa ingiusta e illiberale come la Sugar Tax che, oltre ad essere una misura depressiva per l’industria alimentare e per l’economia del Paese, non aiuta a combattere l’obesità e le malattie non trasmissibili, così come eminenti medici, professori e studi scientifici hanno dimostrato e dimostrano”. Lo dichiara in una nota il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino “Questo rinvio, dunque, è una vittoria del buon senso e della scienza contro l’ideologia, a vantaggio dei consumatori e delle imprese. Una tassa che, se introdotta, avrebbe anche tradito la storica posizione delle Istituzioni italiane contrarie a policy nutrizionali discriminatorie, che classificano come “non sane” le nostre eccellenze alimentari e appongono ad esse etichette a semaforo e nuove tasse”. “Aver disinnescato questa tassa di scopo, poco utile per la salute delle persone e molto dannosa per l’industria alimentare – prosegue il Presidente di Federalimentare – è un grande successo per il nostro Paese, e di questo dobbiamo ringraziare il Governo Meloni e il Vice premier Antonio Tajani, che si è adoperato affinché venisse rinviata la Sugar Tax per tutto il 2024. Auspichiamo – aggiunge Mascarino – che dopo le elezioni europee si possa svolgere un lavoro di merito, su solide evidenze scientifiche, che rivedano i principi con i quali la Sugar Tax è stata concepita per abolirla definitivamente. Questo lavoro farà emergere le contraddizioni di una tassa ideologica che non ha concreti effetti positivi sulla salute pubblica ma crea solo distorsioni alle libere scelte dei consumatori, così come avviene per il Nutriscore”, conclude Mascarino.
L’Associazione dei produttori di bevande analcoliche in Italia (Assobibe) ha stimato una contrazione delle vendite del 16%, con conseguenti tagli agli investimenti e ai posti di lavoro. Inoltre, si prevede un aumento dei prezzi al consumatore finale, poiché le aziende potrebbero scaricare almeno in parte il costo della tassa sui prodotti. Le critiche non riguardano solo l’aspetto economico, ma anche quello procedurale: l’introduzione anticipata della tassa ha sollevato dubbi sulla coerenza e sulla consultazione all’interno della maggioranza. Forza Italia ha manifestato il proprio disappunto per la mancanza di confronto preventivo e ha ribadito la propria posizione contraria alla sugar tax, già espressa durante la discussione della legge di bilancio. Secondo le associazioni di categoria del settore ci sarebbero in ballo circa cinquemila posti di lavoro.
Anche Coldiretti, il principale sindacato del mondo agricolo, interviene contro la sugar tax, definita in una nota una “misura distorsiva che penalizza imprese e famiglie, danneggiando la filiera agroalimentare made in Italy”. Il presidente dell’associazione, Ettore Prandini, ha dichiarato: “Siamo stati i primi a chiedere pubblicamente un intervento del Governo per rivedere una tassa che rischia di danneggiare le imprese agroalimentari già colpite dall’aumento dei costi di produzioni causato dalle guerre e dalle tensioni internazionali”.
Il mancato rinvio della Sugar Tax penalizzerebbe indiscriminatamente qualsiasi tipo di bevanda e inasprirebbe la crisi della domanda con effetti pesanti su tutta la filiera agroalimentare. Così Confagricoltura si esprime sulla questione al centro del confronto politico relativo all’emendamento del governo al decreto Superbonus che darebbe il via all’applicazione della Sugar Tax sulle bevande analcoliche dal 1° luglio, mettendo fine ai numerosi rinvii di questa misura. La Confederazione ha sempre contestato l’introduzione del tributo che avrebbe effetti fortemente negativi sulle imprese agroalimentari, sull’occupazione e anche sui consumatori per l’inevitabile aumento dei prezzi del prodotto finale. Colpisce anche che alla Sugar Tax venga riservato un trattamento diverso rispetto alla Plastic Tax, ancora rinviata, creando uno squilibrio tra le due misure. L’auspicio, conclude Confagricoltura, è che ci siano i margini per rivedere l’intera norma, evitando di andare a colpire un comparto già alle prese con forti restrizioni e costi di produzione elevati, a fronte di margini sempre più stretti.