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Coldiretti presenta a von der Leyen le proposte per il futuro dell’agricoltura europea

Coldiretti presenta a von der Leyen le proposte per il futuro dell’agricoltura europea
Coldiretti presenta a von der Leyen le proposte per il futuro dell’agricoltura europea

Un cambio netto di posizione. La Commissione europea ha accolto le proposte che la Coldiretti sta sostenendo da più di un anno a Bruxelles “nelle sedi dove si cambiano le cose”.

E il 13 maggio scorso in occasione dell’incontro a Palazzo Rospigliosi che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, accompagnata dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha avuto con il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini e il segretario generale, Vincenzo Gesmundo, è emerso chiaro dalle parole della numero uno della Commissione che si respira una nuova aria. A partire dal superamento della contrapposizione tra agricoltura e ambiente che ha segnato questi ultimi anni a causa soprattutto delle prese di posizione del ex vice presidente Franz Timmermans a cui era stata assegnata la competenza sule politiche ambientali.

Grazie al cambio di passo – ha sottolineato Gesmundo – gli animi degli agricoltori si sono rasserenati ed è chiaro il loro ruolo di protagonisti nella strada che arriva al Green Deal, senza che siano più sotto accusa. Sono – ha evidenziato il segretario generale – guardiani dell’ambiente, della natura, dei paesaggi che sono i più belli del mondo e i nostri figli non ci perdonerebbero mai una devastazione della natura. Prandini ha ringraziato innanzitutto il ministro Tajani per l’attenzione riservata ad alcuni importanti temi agricoli anche per quanto riguarda i rapporti dell’agricoltura con l’Africa un continente finora nel mirino soltanto di Russia e Cina.

Ha ricordato alla von der Leyen la storia della Coldiretti, la prima rappresentanza dell’agricoltura italiana con 1,5 milioni di associati, che punta a un’Europa diversa che guardi ai popoli e alle necessità dei settori produttivi. Ha sottolineato il ruolo negativo di Timmermans che ha operato contro l’agricoltura spaccando l’Unione europea perché ha favorito un atteggiamento di poca fiducia nei confronti dei produttori agricoli indicati come nemici dei territori, mentre sono loro i veri custodi dell’Italia, il valore aggiunto per l’azione di tutela della qualità e biodiversità.

Le direttive con diktat come quello sul taglio degli agrofarmaci avrebbero determinato solo la riduzione del 30% delle filiere. Con il risultato di penalizzare l’agricoltura europea che è la più sostenibile al mondo incrementando le importazioni. Tema forte anche l’Ucraina “un Paese – ha detto Prandini – violato nella sua indipendenza e una popolazione sottoposta a criticità inimmaginabili. Noi non siamo tra coloro che non vogliono aiutare l’agricoltura ucraina. Siamo favorevoli – ha ribadito – all’acquisto di produzioni agricole ucraine, non per entrare però nel mercato Ue, ma per utilizzarle, soprattutto per quanto riguarda i cereali, a sostegno delle popolazioni dell’Africa che non dispongono di grano a sufficienza. Non bisogna lasciare il monopolio delle relazioni con quel Continente solo a Russia e Cina”.

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Alla Commissione Coldiretti ha presentato due principali richieste considerate strategiche per valorizzare l’attività agricola e difendere i consumatori. Reciprocità e codice doganale, due questioni cruciali su cui Coldiretti si sta battendo con forza e che sono state al centro delle manifestazioni al Brennero. Servono regole a specchio, secondo Coldiretti, che devono valere per tutti. Così come è stata richiesta ancora una volta la cancellazione del codice doganale che consente con l’ultima lavorazione di attribuire l’italianità al prodotto. “Per noi – ha aggiunto Prandini – vale una sola regola: è italiano, francese, tedesco quel prodotto realizzato dalla materia prima del Paese”.

E infine no al Nutriscore voluto dalle grandi multinazionali che vogliono condizionare le scelte dei consumatori e che, ha sottolineato Prandini “dopo questo incontro sono fiducioso sul fatto che non passerà.

Sulla questione ambientale Tajani ha sposato in pieno la causa Coldiretti “al centro deve esserci la persona, gli agricoltori sono i primi difensori dell’ambiente e se non ci fossero sarebbero ancora più drammatiche le conseguenze sull’assetto idrogeologico e dell’invasione della fauna selvatica”.

Tajani ha valutato positivamente il ritiro della normativa sui pesticidi ricordando che prima di pensare a questo tipo di interventi bisogna offrire alternative come le Tea (tecniche di evoluzione assistita). E l’impegno relativo al packaging è un segnale – ha detto – dell’attenzione rivolta all’industria, ma anche all’intero settore agroalimentare.

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Food ESG Affairs

TM

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