Riuso dei prodotti di scarto, sostenibilità, ricerca, ma anche attenzione al capitale umano e al consumo domestico dove la moka trova sempre meno spazio sostituita da macchine che usano caffè in grani. Sostenibilità, sguardo al consumatore di domani, formazione, ricerca. Sono solo alcune delle parole chiave che accomunano le imprese italiane che guardano al futuro, senza perdere d’occhio il passato. L’espresso italiano è infatti una grande tradizione che rende unico il modo di vivere il made in Italy nel mondo, ma con il cambiare dei tempi, anche le storiche aziende che producono quella che è una vera e propria icona italiana tengono d’occhio i cambiamenti economici e sociali.
“Il mondo del caffè sta affrontando importanti temi per il futuro, tra cui la sostenibilità, il tema delle risorse umane e l’esplorazione di nuovi segmenti di mercato. Le aziende IEI, devo dire sono molto virtuose da questo punto di vista, soprattutto sono aziende dinamiche che guardano al futuro con attenzione operando investimenti importanti anche in questi momenti difficili”, la considerazione del Presidente dell’Istituto Espresso Italiano, Luigi Morello.
Vediamo nello specifico come cambia l’asset di alcune delle imprese del settore dell’espresso italiano, prese a campione da IEI in una survey interna per capire l’evoluzione delle aziende.
Capitale umano e sostenibilità ambientale.
Lo evidenzia Giulio Trombetta, presidente e ceo di Caffè Costadoro, “è sempre più fondamentale un’attenzione all’ambiente con progetti di riutilizzo di alcuni scarti, uso di materiali compostabili e riciclabili, recupero dei fumi, ma c’è anche l’attenzione alle persone, a partire dai dipendenti e nel 2023 abbiamo ottenuto la certificazione B Corporation che certifica le aziende con alti standard sociali e ambientali». Continua Trombetta, “I maggiori investimenti sono sul capitale umano in azienda, oltre che sul prodotto, da nuova filosofia aziendale, che vuole essere sempre più premium e non un’esigenza specifica del consumatore».
L’economia circolare dell’espresso: fondi di caffè riutilizzati in partnership con un lanificio per creare colori naturali. Cambiamenti anche in casa Dersut dove, spiega la marketing manager Giulia Caballini «dal 2021 abbiamo intrapreso un percorso che coinvolge in particolare il reparto produzione, per migliorare gli aspetti tecnico – organizzativi ma soprattutto la comunicazione tra colleghi e lo spirito di squadra». L’attenzione principale di Dersut è poi rivolta alla sostenibilità. «Abbiamo presentato due bilanci di sostenibilità e a ottobre 2023 è stato rinnovato il Rating di legalità ottenendo un risultato in crescita rispetto al precedente. I prossimi futuri obiettivi sono l’analisi del risk assessment e dell’Lca». Sostenibilità che si traduce anche in economia circolare. «Grazie alla collaborazione con il Lanificio Bottoli di Vittorio Veneto, i fondi di caffè vengono utilizzati per tingere in maniera naturale i tessuti con una tecnica innovativa».
Impianti sempre più sostenibili e uno sguardo a come cambiano i consumatori di espresso italiano.
Dall’esperienza della sua azienda di famiglia, la Caffè Milani, Elisabetta Milani sottolinea come la sostenibilità sia il filo conduttore dell’azienda. «Tra i temi in fase di sviluppo ci sono quelli legati alla sostenibilità sociale, ambientale che economica». Cambiamenti che si traducono anche «negli impianti produttivi e di confezionamento per restare sempre al passo con i tempi e con i nuovi materiali per il packaging». In termini di mercato, Caffè Milani «concentra le forze sull’esportazione» e per rispondere ai nuovi modi di consumo in quanto «in questi ultimi anni i prodotti in grani hanno avuto un incremento, a discapito della moka e delle capsule; quindi, abbiamo focalizzato l’attenzione su una linea di prodotti dedicata a questa richiesta anche in termini di pezzatura con confezioni ridotte rispetto al classico pacco di caffè in grani da un chilo».
Ricerca e tecnologia per rendere più efficiente, ma anche meno impattante a livello ambientale, la produzione.
Dal 2022, Giulia ed Emanuele Monti di Ims sono diventati co-ceo dell’azienda, che ha «investito nel proprio reparto tecnico sia in tecnologie ma soprattutto in nuove risorse oltre al consolidamento di un team affiatato con un assetto aziendale ben strutturato per continuare il processo di miglioramento», spiegano. Ims ha «concentrato gli investimenti in nuove tecnologie di produzione anche in direzione di una maggiore efficienza energetica. Ha iniziato inoltre un percorso di sostenibilità ed ottenuto il report di verifica Esg con Cerved». E se la sostenibilità e la tecnologia sono importanti, lo è anche la tazzina. «Grazie a tre brand ambassador (Davide Spinelli, Simona Rey, Moritz Hofner) analizziamo e sviluppiamo prodotti sotto il profilo tecnico progettuale, sensoriale e di utilizzo».
La via del biologico per aprire a nuovi mercati e un bilancio di sostenibilità che parte dalle risorse umane.
A La Genovese, evidenzia Alessandro Borea «abbiamo ampliato la nostra gamma di prodotti sostenibili e biologici in risposta alla domanda del mercato. Inoltre, l’azienda ha implementato nuove tecnologie per migliorare l’efficienza operativa nel reparto produttivo, legata anche al risparmio energetico. Altre direzioni di cambiamento includono l’espansione in nuovi mercati geografici, l’adozione di pratiche aziendali sostenibili, come la stesura del bilancio di sostenibilità, l’aggiornamento delle politiche interne per migliorare la cultura aziendale e la gestione del personale. Per quanto riguarda il personale, negli ultimi anni abbiamo allargato l’organico investendo in figure giovani da formare». Tra le attività anche lo studio delle tendenze del settore come il caffè in grani per uso casalingo, l’analisi del comportamento dei consumatori e la valutazione delle esigenze non soddisfatte.
Meno Co2 nella produzione dell’espresso grazie a macchine più sostenibili.
Tra i cambiamenti imposti dal mercato, Giovanni Giaquinta marketing manager Dalla Corte, individua «l’aumento della domanda di macchine più efficienti e sostenibili, l’espansione del mercato online e l’interesse crescente per l’esperienza del consumatore». Cambiamenti anche dettati dalle mutate esigenze sociali e per questo «abbiamo lanciato il progetto Planet per abbattere le emissioni di Co2 e investiremo in innovazione tecnologica per migliorare le prestazioni delle macchine, la sostenibilità per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti e l’esperienza del cliente per offrire un servizio più personalizzato e coinvolgente».
Esperienza simile per la La San Marco che con l’ingresso nel gruppo Seb, commenta Raffaele Garbin, ha «potenziato la capacità di innovare e rispondere alle esigenze del mercato globale. E gli investimenti vanno nella direzione di proporre macchine per caffè espresso sempre più competitive e all’avanguardia.
Punta tutto sul mercato, G.I.Fi.Ze. in quanto, evidenzia Francesca Arcuri, «Filicori Zechini ha cercato di dare maggior impulso all’export e al canale della grande distribuzione organizzata e su questo lavoriamo anche per il prossimo futuro».