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Dom. Dic 22nd, 2024

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato per 3,5 milioni di euro Meta Platforms Ireland Ltd. e la capogruppo Meta Platforms Inc. per due pratiche commerciali ingannevoli riguardo alla creazione e alla gestione degli account dei social network Facebook e Instagram.

L’Autorità ha accertato che Meta, in violazione degli articoli 20, 21 e 22 del Codice del consumo, non ha informato con immediatezza gli utenti iscritti ad Instagram via web dell’utilizzo dei loro dati personali per finalità commerciali.

Inoltre, l’Autorità ha appurato che, in violazione dell’articolo 20 del Codice del consumo, Meta non ha gestito con precisione la sospensione degli account Facebook e Instagram dei propri utenti. In particolare, Meta non ha indicato come decida di sospendere gli account Facebook (se a seguito di un controllo automatizzato o “umano”) e non ha fornito agli utenti di Facebook e Instagram informazioni sulla possibilità di contestare la sospensione dei loro account (si possono rivolgere a un organo di risoluzione stragiudiziale delle controversie o a un giudice). Infine, ha previsto un termine breve (30 giorni) per la contestazione della sospensione da parte del consumatore. Queste due pratiche sono state cessate da Meta nel corso del procedimento.

ADUC: provvedimento inutile

“Antitrust è vivo e lotta insieme a noi”? – si chiede ironicamente ADUC – Che, in cambio di un po’ di socializzazione e scambio di informazioni, abbiamo venduto i nostri dati a questo social… un po’ come – versione di alcuni secoli fa, ma non più di tanto – “vendere l’anima al diavolo”. Con l’aggravante che non è stato un patto tra consenzienti ma una sottrazione indebita e un abuso della fiducia degli utenti.
Sottrazione per la quale Zuckerberg dovrà sborsare 3,5 milioni, come se noi comuni mortali, per aver violato i limiti di velocità ed essere stati cuccati da un autovelox, dovessimo pagare 1 centesimo di euro. E, infatti, è proprio qui il problema. Le sanzioni dovrebbero svolgere una funzione deterrente. Cosa che nel nostro caso non avviene, visto che manca la proporzionalità della sanzione rispetto a chi ha commesso l’illecito. Quando e se questa inutilità del provvedimento non verrà assimilata dal  nostro legislatore (responsabile degli importi delle sanzioni), sanzioni come quella odierna continueranno ad essere l’alibi di un giustiziere senza armi, Antitrust.

Codacons: i dati utenti hanno enorme valore commerciale e vanno forniti in modo consapevole

Bene per il Codacons lo stop alle pratiche commerciali scorrette deciso da Meta nell’ambito del procedimento avviato dall’Antitrust e che ha portato ad una sanzione da 3,5 milioni di euro verso la società per pratiche commerciali scorrette.

Al di là della multa il dato positivo è la cessazione delle pratiche lesive dei diritti dei consumatori decisa da Meta – spiega il Codacons – Ricordiamo che i dati personali degli utenti hanno un enorme valore commerciale, e al momento di fornirli ai vari social network i cittadini devono essere informati in modo chiaro e trasparente circa il loro utilizzo a scopi commerciali da parte delle piattaforme, al fine di non creare squilibri e rispettare la privacy di chi cede le proprie informazioni.

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