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Ven. Nov 22nd, 2024

E’ la pizza il piatto italiano più ordinato nel mondo, ambasciatore della cucina e della cultura gastronomica del nostro Paese. Anche se qualcuno la chiede con topping di marshmallow e cioccolato e ai ristoratori tocca cercare di redimere i peccatori. Le curiosità emergono dalla survey lanciata da I Love Italian Food, che ha coinvolto oltre 5800 chef, pizzaioli e ristoratori italiani in quasi tutti i continenti, dall’Europa agli Stati Uniti, fino all’Asia e l’Australia.

Partendo dall’assunto che esistono 100mila ambasciatori del Made in Italy enogastronomico fuori dall’Italia, I Love Italian Food ha attivato una vasta rete di contatti internazionali per conoscere i piatti più apprezzati fuori dal nostro Paese. E le richieste più stravaganti giunte dai commensali. Risultato: la pizza straccia i competitor, come era immaginabile. La classifica riserva qualche sorpresa: al secondo posto la Carbonara, sempre più apprezzata da Oriente a Occidente; seguono le tagliatelle al ragù / alla Bolognese, amate in modo trasversale ma in particolare dagli expat. Appena sotto il podio uno dei piatti della domenica italiana: le lasagne. Al quinto posto l’unico dessert entrato in classifica: il tiramisù.

“Oltre alla versione classica, proponiamo anche il Babamosud, una variante senza caffè, con il babà al posto dei savoiardi”, dichiara Pasquale Cozzolino, ristoratore e chef celebre nel Nord e nel Sud America. Nel suo ristorante newyorkese, Ribalta, ha cucinato per stelle del cinema, calciatori milionari e personaggi tv. Chef dell’ex sindaco di New York di origini italiane Bill De Blasio, Cozzolino ha riscosso un successo internazionale con il libro “Pizza Diet”, con il quale ha dimostrato come perdere peso grazie a una dieta a base di pizza.

“Le più richieste restano i grandi classici: Margherita e Marinara”, afferma Cozzolino. “Tuttavia abbiamo notato un crescente interesse per le farciture più creative, come salsiccia piccante o burrata”. Fino ad arrivare alle pretese più insolite, come la pizza con i marshmallow. “Di fronte a richieste come queste cerco di assecondare i clienti, ma ne approfitto anche per educarli sulla cucina italiana, raccontando storie e curiosità sui piatti autentici”, aggiunge lo chef.

Sulla stessa linea Enzo Oliveri, celebrity chef e presidente dell’Associazione Cuochi Italiani in UK. “Dipende dal cliente, se sai che è una battaglia persa lasci perdere, altrimenti cerchi di educarli al gusto”, dichiara. Ad esempio a non mettere il parmigiano sul pesce. C’è poi chi esagera, come racconta Massimo Mori, chef patron di Armani Restaurant (1 stella Michelin) e del ristorante Mori Venice Bar, una vera leggenda della ristorazione italiana a Parigi: “E’ capitato che un cliente abbia ordinato linguine alle vongole con tartufo e tanto parmigiano”.

“Siamo molto tradizionalisti – afferma Peppe Errichiello, tra i pizzaioli più famosi in Giappone, proprietario di tre pizzerie pluripremiate – se ci fanno delle richieste particolari al 99% non le accettiamo. Anzi, se qualche cliente si fa portare olio piccante e vedo che lo versa su una pizza oppure su un piatto che a me non piace vado dal cliente e gli dico che sta rovinando il gusto di un piatto che ha richiesto impegno. Se mai il cliente mi guarda storto gli dico che non sta valorizzando il lavoro mio e di 40 dipendenti”.

Nella particolare classifica di I Love Italian Food figurano anche spaghetti o linguine alle vongole: arrivano al nono posto, dopo risotto, ravioli e parmigiana. Chiude la top ten la pasta al pesto alla genovese.

Per quanto riguarda il formato di pasta, vincono spaghetti e paccheri. Dal Paese del Sol Levante Peppe Errichello conferma la tendenza globale: “il formato più apprezzato sono le Linguine allo scoglio”. Ma anche tanti gnocchi. “Quelli che facciamo noi – sottolinea – sono una ricetta di mia nonna Gina: acqua e farina senza aggiungere patate, uova e sale, semplicemente solo acqua e farina”.

“Ma la pasta fresca – aggiunge Cozzolino – come i tonnarelli fatti in casa, è particolarmente apprezzata. Comunichiamo il valore della pasta home made attraverso menu dettagliati e interagendo direttamente con i clienti, spiegando l’origine degli ingredienti e il processo di preparazione”. Uno su tutti: il pomodoro del piennolo, che guarnisce lo spaghetto più richiesto a New York. A Parigi, invece, chef Mori propone tagliolini con triplo uovo e farina doppio zero. “Facciamo capire che questo tipo di pasta è più proteica, tiene meglio la cottura ed è più saporita. Anche l’origine delle uova conta: sono di cascina, allevate a terra”.

Nella scelta di un ristorante e di un piatto, infatti, è sempre più dirimente la conoscenza dell’intera filiera. Un aspetto sul quale I Love Italian Food lavora da anni al fianco di produttori e ristoratori. “La nostra ricerca rivela non solo le preferenze globali per i piatti italiani, ma anche le sfide affrontate dai ristoratori nel mantenere l’autenticità delle nostre ricette”, commenta Alessandro Schiatti, Presidente di I Love Italian Food. “I ristoratori e gli chef sono veri ‘guerrieri’ della cucina italiana all’estero, impegnati quotidianamente nella difesa e nella promozione della nostra cultura enogastronomica. Ogni richiesta stravagante rappresenta una nuova sfida per mantenere viva la vera cucina italiana, e noi siamo qui a sostenerli in questa missione cruciale.”

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