Promuovere rete di mercati contadini in ogni Paese del mondo per contrastare la fame e l’insicurezza alimentare che colpiscono ben 735 milioni di persone sul pianeta, con un fenomeno in crescita che mina alle fondamenta i principi di democraticità del cibo. E’ l’obiettivo con il quale si è chiusa l’assemblea mondiale dei mercati contadini, la World Farmers Markets Coalition, che per due giorni ha radunato a Roma agricoltori provenienti da ogni angolo del globo per rivendicare il diritto globale a una sana alimentazione, messa oggi in discussione dalle grandi multinazionali che impongono omologazione e cibi ultraprocessati.
Alla giornata conclusiva hanno preso parte, tra gli altri, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, il presidente della Wfmc Richard Mc Carthy e il direttore della WorldFMC e di Fondazione Campagna Amica Carmelo Troccoli. Al mercato del Circo Massimo a Roma è stata allestita una grande mostra dei prodotti della biodiversità, salvati dall’estinzione grazie all’impegno degli agricoltori del pianeta.
All’origine dell’insicurezza alimentare ci sono gli squilibri nella distribuzione delle risorse legati al venir meno di sistemi del cibo costruiti “dal basso” e fondati sull’agricoltura familiare che vanno sostenuti e rilanciati. In molti Paesi tali sistemi non sono più in grado di produrre e distribuire cibo sufficiente a sfamare una popolazione globale in crescita, di soddisfare le esigenze nutrizionali, di garantire un accesso equo e di operare in modo sostenibile. Meno di un terzo delle terre agricole e delle risorse globali è oggi nelle mani di piccoli produttori e reti di agricoltori.
La World Farmers Markets Coalition è un’organizzazione non-profit che fa parte dei dieci progetti selezionati nell’ambito del Programma Food Coalition della Food and Agriculture Organization (Fao). Nata tre anni fa su iniziativa di Coldiretti e Campagna Amica con il coinvolgimento di sette associazioni sparse nei vari continenti, è arrivata a coinvolgere oltre settanta realtà rappresentative da 60 paesi, 20.000 mercati coinvolti, 200.000 famiglie agricole e oltre 300 milioni di consumatori. E l’obiettivo è quello di fra crescere ulteriormente un network capace di promuovere la diffusione di un modello di sviluppo economico ambientale e sociale sostenibile, tramite la filiera corta con il supporto all’agricoltura familiare, la promozione del cibo locale e l’emancipazione degli agricoltori, in particolare delle donne e dei giovani. Alcuni punti rilevanti dell’azione associativa sono la conservazione della biodiversità, la lotta ai cambiamenti climatici e facilitare l’accesso al cibo nei Paesi più in difficoltà.