L’83% degli italiani ha pianificato di fare una vacanza lunga o più vacanze brevi tra giugno e settembre 2024 e il 60% ha già scelto la destinazione. Se l’estate 2024 parla italiano, con il 63% degli italiani che trascorrerà le prossime vacanze in Italia, resta caldo il tema della sostenibilità e dell’overtourism.
Solo per una parte ridotta degli italiani la sostenibilità è un fattore che guida le scelte quando si tratta di vacanze: il 27% cerca attivamente soluzioni di turismo responsabile; il 23% dichiara che le proprie scelte di vacanza sono guidate dalla sostenibilità mentre il 28% organizzerà il prossimo viaggio tenendo conto degli impatti ambientali.
Dalla ricerca promossa da Altroconsumo in collaborazione con Ipsos, nell’ambito dell’iniziativa “Impegnati a Cambiare” promossa dall’Organizzazione di consumatori emerge anche un altro tema di cui non si parla molto, l’overtourism. Il 31% degli italiani conosce molto bene il concetto di overtourism, mentre il 38% lo conosce a grandi linee. Solo il 13% non ne ha mai sentito parlare.
Per il 63% del campione intervistato, i problemi non sono creati dal numero in sé dei turisti, ma dal fatto che ci sono troppi turisti maleducati che non rispettano la natura e i luoghi che visitano. Il 56% si dice d’accordo nel limitare gli accessi turistici in certi luoghi o durante certi periodi dell’anno. In linea di massima, però, si ritiene che l’adozione di regole di buona educazione potrebbe risolvere il problema. Un dato curioso che emerge dalla ricerca legato al tema del turismo di massa è che il 66% ritiene che un luogo venga troppo pubblicizzato dai mezzi di comunicazione e dai social media con la conseguenza che diventa di moda e tutti vogliono andare a visitarlo.
“Con l’arrivo della stagione estiva – afferma ripreso da Adnkronos Federico Cavallo, Responsabile relazioni esterne Altroconsumo – non potevamo quindi che dedicare a questo fondamentale tema una particolare attenzione nell’ambito della piattaforma Impegnati a Cambiare che, come Altroconsumo, abbiamo lanciato per sensibilizzare e coinvolgere persone e organizzazioni intorno alla necessità di agire per costruire alternative rispettose dell’ambiente, della società e di chi verrà dopo di noi”.
Ma chi dovrebbe regolare e vigilare sul turismo di massa? Per il 51% le amministrazioni territoriali (regioni e province). A seguire i comuni presi d’assalto mentre una percentuale più bassa, circa il 29%, ritiene che a dettare regole più stingenti in tema di turismo di massa debba essere il governo centrale. Per il 42% del campione intervistato sarebbe opportuno pensare al beneficio nel lungo periodo di tempo legato proprio al tema della sostenibilità.
In ogni caso la durata media delle vacanze estive 2024 è di 1,9 settimane, con un budget medio per l’alloggio di 1.776 euro. In media, invece, nel corso di un anno, il 75% degli intervistati dichiara di fare da 1 a 5 viaggi brevi (da 2 a 4 giorni).
E gli stranieri, invece? L’italia resta molto attrattiva anche per gli stranieri, ma con rischio di eccessiva concentrazione per le mete ‘culturali’. Il 70%, infatti, spinti come motivazione di viaggio dall’interesse culturale, si concentra sull’1% del territorio italiano. In modo particolare: Roma, Venezia, Firenze, Milano e Napoli.
Tra i turisti stranieri che hanno già scelto di venire in Italia il primo posto tocca agli austriaci: 29%, mentre al secondo posto gli svizzeri: 27%.
“I risultati della ricerca – conclude Federico Cavallo – indicano chiaramente che solo il 27% degli italiani cerca attivamente soluzioni di turismo responsabile. Questo dato evidenzia l’urgenza di promuovere una maggiore consapevolezza e un maggiore impegno verso la sostenibilità nel settore turistico. Bisogna lavorare insieme e su più livelli per implementare politiche efficaci che incoraggino pratiche di viaggio rispettose dell’ambiente e delle comunità locali. Educare e sensibilizzare i viaggiatori sui benefici del turismo responsabile sono le due azioni su cui dovremmo concentrarci. Solo attraverso uno sforzo congiunto possiamo garantire la conservazione delle nostre risorse naturali e culturali da lasciare indenni dal degrado alle nuove generazioni”.