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Sab. Dic 28th, 2024

“L’Italia deve prendere coscienza del bisogno di educazione alimentare. L’economia primaria è importantissima ma i consumatori non ne sono consapevoli. L’educazione alimentare deve diventare obbligatoria in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Altrimenti perdiamo il contatto con la realtà e con la nostra identità. Niente come il cibo coniuga conoscenze storiche ed economiche e non possiamo rinunciare a un progetto educativo”.

Carlo Petrini – scrive Repubblica.it – in un dibattito sui prezzi dei prodotti agricoli, ribadisce l’esigenza di conoscere come nasce il cibo ma anche una denuncia nei confronti di certa GDO.

Il fondatore di Slow Food: “Non si è mai parlato così tanto del cibo eppure non ci sono più contadini, in Italia i contadini sono sempre di meno. Inoltre, l’agricoltura è l’unico settore in cui non è il produttore a fare il prezzo del suo prodotto”. A questo si aggiungono questioni di ingiustizia sociale legate all’immigrazione.

“Ben vengano gli immigrati che sono a tutti gli effetti contadini italiani. Credete che il Parmigiano reggiano lo facciano i padani? Son tutti indiani. Che la Fontina la facciano i valdostani? Loro hanno gli impianti di risalita, in malga ci stanno magrebini e polacchi. Che il vino piemontese lo facciano i piemontesi? Ci sono 20 mila macedoni. Sono tutti loro i contadini italiani. Quando c’è stato lo sciopero dei trattori in Francia, c’è chi si è schierato dalla parte dei trattori e chi era infastidito dai disagi che causavano. Ma i responsabili di politiche economiche agricole al ribasso, che stavano a guardare sono rimasti in silenzio, sono quelli della grande distribuzione organizzata”.

In effetti le notizie di cronaca hanno mostrato la schizofrenia dei consumatori che si lamentano dell’anguria a 2,60 euro al chilo (il caso dell’anguria del supermercato a Porto Cervo) ma che d’altro canto non sono disposti a pagare di più il lavoro nei campi. Ma “Il giorno in cui l’Italia non avrà più contadini e artigiani – dice ancora Petrini citando Pasolini – non avrà più storia perché avremo decretato che il cibo non ha più valore”.

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