Dal Medio Oriente all’Europa, la cultura del caffè si è diffusa in tutto il mondo consolidandosi attraverso rituali condivisi, preferenze di preparazione: dalla moka alle cialde, fino all’ultima tendenza dello “steeped coffee” in bustine da tè. Innumerevoli varianti soddisfano ogni gusto, con aggiunte che spaziano dai liquori alla panna.
In occasione della Giornata Internazionale del Caffè, che si celebrerà il 1° ottobre, Babbel – ecosistema leader nell’apprendimento delle lingue – ha stilato un elenco di espressioni da conoscere per ordinare diverse gustose varianti e ha raccolto alcune curiosità insolite per celebrare la ricchezza culturale di questa iconica bevanda.
Pausa caffè: le espressioni internazionali da conoscere
Come afferma Sofia Zambelli, linguista e Curriculum Manager di Babbel Live, chi si avvicina al mondo del caffè si trova davanti, da un lato, a una varietà di usanze e denominazioni locali e, dall’altro, a una rete di tradizioni condivise che uniscono realtà anche molto distanti tra loro. Se a Trieste, ad esempio, città conosciuta per la sua cultura caffettiera, chiedere un “nero” equivale a ordinare un espresso, e chi ordina un “cappuccino” probabilmente si vedrà servire un caffè macchiato (il classico “capo”), chi in Puglia richiede un “espressino” non riceverà un caffè ristretto, ma un espresso arricchito da una piccola quantità di schiuma di latte. Al contrario, altre espressioni collegano luoghi lontani come Napoli e Bruxelles: l’usanza squisitamente partenopea del “caffè sospeso”, che consiste nel pagare in anticipo un caffè al banco a chi non se lo può permettere, in segno di solidarietà, si è fatta strada infatti anche in Belgio, dove ha assunto il nome di “café suspendu”.
Il galão in Portogallo: il caffè è parte integrante della cultura portoghese, dove è facile trovare “cafés” (locali tipici) soprattutto lungo le strade delle grandi città come Porto e Lisbona. Una delle ordinazioni più comuni in questi posti è il galão: simile al “milchkaffee” (“caffè macchiato”) in Germania o al “café au lait” (“caffèlatte”) in Francia, viene servito in alti bicchieri di vetro molto eleganti con tre parti di latte ed una di espresso. Il galão si traduce letteralmente con il termine “gallone”, il distintivo sulla manica o sul cappuccio delle uniformi militari; si sostiene infatti che l’associazione con la bevanda sia dovuta alla quantità di caffè utilizzata corrispondente alla larghezza del “galão” delle divise. In Olanda, lo stesso concetto si ritrova nel “koffie veerkerd”, traducibile con “caffè sbagliato” per via della maggiore quantità di latte presente rispetto alla minore dose di caffè.
Il karsk in Norvegia: nei “kaffeebar” norvegesi si conservano tradizioni dalle origini remote per preparare il “karsk” (dall’aggettivo “karskr” che, nell’antica lingua norvegese, significava “salutare/vigoroso”), una tipica bevanda a base di caffè con una correzione alcolica, simile al noto “Irish coffee” in Irlanda, ma non accompagnato dalla crema e servito in un modo assolutamente unico. Sul fondo della tazza viene infatti inserita una moneta, si aggiunge poi il caffè finché questa non è più visibile e successivamente si continua a versare liquore finché la moneta non riapparirà in superficie.
Il kapuziner in Austria: le caffetterie austriache sono luoghi che ricordano i salotti di casa, posti in cui non si beve un caffè di corsa la mattina, ma si gusta senza fretta mentre si legge un libro o si ascolta della musica in compagnia. Il “kapuziner” è senz’altro una delle varianti più gustose da ordinare in questi luoghi: servito in una tazza, è la versione austriaca nonché l’antenato del “cappuccino” italiano. La prima menzione documentata della parola risale infatti ai menù di Vienna del XVIII secolo, dove il “kapuziner” veniva descritto come “caffè con panna e zucchero”. La bevanda ha un caratteristico colore marrone simile a quello degli abiti indossati dai frati cappuccini che ne avrebbero ispirato il nome.
Il café con hielo in Spagna: date le alte temperature che caratterizzano le estati in Spagna, non sorprende la popolarità del “café con hielo” (“caffè con il ghiaccio”): leggermente più lungo di un espresso, viene servito con dei cubetti di ghiaccio in un bicchiere a parte in cui viene versata direttamente la bevanda calda zuccherata a piacere. A Valencia è anche noto come “café del tiempo” e può essere accompagnato, oltre che dai cubetti freddi, anche da una fetta di limone: questa espressione si riferisce infatti alla temperatura “ambiente” (“del tiempo”) che si raggiunge grazie ai cubetti di ghiaccio.
Il kaffeost in Svezia: nelle pasticcerie svedesi (“konditorier”), la “pausa caffè” diventa una vera e propria filosofia di vita: con il termine “fika” si fa infatti riferimento ad un momento molto importante per la cultura svedese, “una pausa dal lavoro” vissuta come l’opportunità di rallentare i ritmi della giornata sorseggiando una bevanda calda come, per esempio, il tradizionale “kaffeost”. Letteralmente “caffè e formaggio”, si tratta di una tazza di caffè bollente, dal gusto amaro, servita insieme a dei cubetti di formaggio locale da immergere all’interno della bevanda. Un abbinamento tanto insolito quanto originale che si può anche ritrovare in Finlandia, dove il “kahvi” (“caffè” solitamente servito in una tazza di legno) viene accompagnato dal “leipäjuusto” (traducibile come “pan-formaggio”).
Il kafes ellinikos in Grecia: visitando un “kafenion” (“caffetteria”) greco, bisogna cogliere l’occasione per gustare il tradizionale “kafes ellinikos” (letteralmente “caffè greco”), una bevanda che si distingue per il metodo di preparazione di derivazione yemenita. Invece di essere tostato, come per esempio avviene nei “coffee roasters” in Inghilterra, il caffè viene direttamente bollito in un “briki”, un bricco di ottone con un lungo manico. Durante l’ebollizione si dovrà formare della “kaimaki” (la “schiuma”) da lasciar scaldare fino a quando non raggiungerà il bordo del bricco, in seguito poi si dovrà aspettare che i residui del caffè si raccolgano sul fondo prima di assaporarlo in tutta la sua intensità.
Il caffè in Italia, tra rituali e tradizioni
Il Belpaese vanta sicuramente una lunga storia legata al caffè tanto da essersi diffuse innumerevoli tradizioni legate a questa iconica bevanda.
Emblematica e difficile da trovare in altri paesi, per esempio, è l’abitudine di bere il caffè espresso in piedi al bancone del bar, sia per iniziare la giornata sia per una pausa energizzante. Il cappuccino invece, secondo la tradizione italiana, andrebbe bevuto esclusivamente a colazione, magari accompagnato da un dolce come una brioche e dei biscotti. Altrettanto centrale è la moka, metodo tipico della cultura italiana di fare il caffè in casa che simboleggia in tutto il mondo la convivialità e l’ospitalità.