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Dom. Dic 22nd, 2024

L’introduzione della sugar tax continua a suscitare dibattiti accesi tra le associazioni di categoria e il governo.

Recentemente, importanti rappresentanti del governo, come il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Federico Freni, e il vicecapogruppo vicario di Forza Italia alla Camera, Raffaele Nevi, hanno rassicurato le imprese sulla volontà di evitare nuove tasse. Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, ha commentato queste dichiarazioni evidenziando i rischi associati all’introduzione di questa tassa.

L’impatto della sugar tax sul settore

Secondo Assobibe, l’implementazione della sugar tax sarebbe dannosa per i consumatori e le imprese, già gravate da una crisi di mercato. L’associazione sottolinea che l’imposta avrebbe un impatto fiscale significativo, con un incremento del 28% sulla fiscalità per ogni litro prodotto. Questo aumento non solo danneggerebbe i produttori, ma si ripercuoterebbe anche sui consumatori, i quali hanno già affrontato un aumento dei prezzi senza precedenti negli ultimi 40 anni. Nel comparto food and beverage, l’incremento è stato dell’11,2%, con i soft drinks che hanno visto un aumento del 18,1%.

Un danno per il made in Italy

Pierini ha evidenziato che la sugar tax danneggerebbe il made in Italy, ostacolando le politiche di sostegno ai consumi e agli investimenti necessari in un contesto economico complesso. Le piccole e medie imprese, che rappresentano il 64% degli associati di Assobibe, sarebbero le più colpite da un’eventuale nuova tassa, mettendo a rischio oltre 5.000 posti di lavoro. Inoltre, si stima che la tassa potrebbe incrementare la burocrazia, introducendo ulteriori 70 procedure aziendali e riducendo la liquidità con un calo degli investimenti del 12% in Italia.

Un’ingiustificata misura salutistica

Assobibe mette in discussione anche l’efficacia della sugar tax dal punto di vista della salute pubblica. L’associazione osserva che nei mercati dove la tassa è già in vigore, non si registrano effetti significativi sull’obesità e il sovrappeso. Diversi paesi, come Norvegia e Danimarca, hanno addirittura abolito questa misura. La Commissione europea ha anche chiarito che la sugar tax potrebbe non portare a risultati positivi in termini di salute per i consumatori, specialmente in un contesto italiano dove i consumi di soft drink pro capite sono tra i più bassi d’Europa.

Assobibe: no all’introduzione della Sugar Tax

Assobibe si oppone fermamente all’introduzione della Sugar Tax, ritenendola non solo dannosa per il settore produttivo, ma anche inefficace sul piano salutistico. Le dichiarazioni recenti dei rappresentanti del governo sono state accolte con favore dall’associazione, che spera in una politica che favorisca la crescita e lo sviluppo del mercato delle bevande analcoliche in Italia, piuttosto che in una tassazione che potrebbe aggravare una situazione già critica.

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