In un mondo sempre più orientato verso l’e-commerce, molti si chiedono se fare acquisti online sia più o meno sostenibile rispetto allo shopping in negozio.
Un’indagine condotta da Altroconsumo, su oltre 1.000 partecipanti attraverso la piattaforma ACmakers e che rientra nel progetto ‘Sceglilo Sfuso o Riciclabile’, ha approfondito questa tematica. L’obiettivo di questo progetto è promuovere l’informazione e la formazione dei consumatori, sensibilizzandoli sulla riduzione degli imballaggi tramite il riutilizzo, il riciclo, la semplicità di smaltimento e la comprensione delle etichette. L’indagine ha quantificato gli impatti ambientali degli acquisti digitali.
Utilizzando un paio di auricolari bluetooth come esempio, l’indagine ha percorso l’intero ciclo di vita del prodotto, dalla fabbrica fino alla consegna, analizzando le emissioni di CO2 e gli imballaggi utilizzati. Secondo Altroconsumo, alla domanda “con quanti imballaggi entra in contatto un paio di auricolari prima di essere venduto online?”, solo 1 partecipante su 10 ha scelto la risposta corretta, ovvero “tra 9 e 11 imballaggi”. Oltre agli imballaggi necessari per il trasporto dalla fabbrica al magazzino, infatti, gli auricolari venduti online richiedono un packaging personalizzato anche per la spedizione dal magazzino al destinatario finale. Al contrario, la vendita dello stesso prodotto in negozio richiede un numero inferiore di componenti di imballaggio, circa 6-8.
Rimanendo sull’esempio degli auricolari, alla domanda “quale tipo di acquisto produce più CO2?”, la maggior parte ha risposto che è l’acquisto online il più nocivo per l’ambiente. Tuttavia, la risposta corretta sarebbe stata “l’outlet fuori città”. Questo perché i grandi punti vendita extraurbani, oltre a causare elevate emissioni di CO2 (dovute al riscaldamento, al raffrescamento e all’illuminazione dell’outlet), sono fonte di ulteriore inquinamento. I clienti, infatti, devono percorrere lunghe distanze per raggiungerli, perlopiù col proprio mezzo privato.
Alcuni recenti studi evidenziano il ruolo chiave che il comportamento dei consumatori gioca a favore o meno della sostenibilità ambientale. In particolare, il modo in cui avvengono gli spostamenti per raggiungere il negozio o il punto di ritiro del prodotto acquistato è fondamentale. Come sottolineato da Altroconsumo, i magazzini automatizzati che compongono la filiera degli acquisti online sono generalmente più efficienti in termini di energia per unità di prodotto. Sono sempre di più, infatti, le aziende di logistica che investono in flotte di consegna elettriche e magazzini a basse emissioni.
L’indagine mette inoltre in evidenza che anche i consumatori hanno un ruolo attivo nel ridurre il proprio impatto ambientale, adottando comportamenti responsabili. Tra questi, evitare i resi, preferire il ritiro in un punto fisico vicino a casa e differenziare correttamente gli imballaggi. Per ridurre l’impatto ambientale, è essenziale che i cittadini gestiscano correttamente il packaging tramite la raccolta differenziata. Ad esempio, le buste di carta imbottite vanno di solito nell’indifferenziato, ma se le parti di carta e plastica sono facilmente separabili, è possibile differenziarle. Inoltre, per un riciclo ottimale, è consigliabile rimuovere le etichette adesive e altri elementi come nastri e graffette dalle scatole di carta prima di smaltirle.