Le abitudini alimentari si formano in famiglia e si riflettono nell’età adulta. Oltre alla funzione nutritiva, il cibo è un elemento di condivisione, educazione e crescita emotiva.
Le scelte alimentari dei genitori, quindi, influenzano direttamente quelle dei figli. In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione del 16 ottobre, gli esperti di “Dottore, ma è vero che…?”, il sito anti-bufale della Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), spiegano come le abitudini alimentari trasmesse dai genitori possono contribuire al rischio di malattie come obesità e disturbi alimentari.
Tipologie di comportamenti alimentari familiari
La psicologia ha individuato quattro principali comportamenti alimentari nei bambini, sulla base di un’indagine condotta su circa mille bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni, grazie alle informazioni fornite dai loro genitori. Questi comportamenti includono:
- comportamento tipico: equilibrato e razionale a tavola
- comportamento avido: rischio di ridotta sazietà e tendenza a prendere peso
- comportamento emotivo: uso del cibo per regolare le emozioni
- comportamento evitante: selettività e incapacità di apprezzare ciò che si mangia
I genitori tendono a trasmettere ai figli le stesse modalità alimentari, e questo è particolarmente evidente nei comportamenti meno equilibrati come quelli avidi ed evitanti. Questi profili sono spesso correlati a una limitata disponibilità di cibo sano in casa, aumentando il rischio di sovrappeso e obesità.
L’importanza dei primi anni di vita
Secondo i medici, il rapporto con il cibo si sviluppa nei primi anni di vita, a partire dalla fase prenatale. I primi mille giorni, dal concepimento fino ai due anni di età, sono cruciali per definire lo stile nutrizionale. L’obesità, il rischio di diabete e l’ipertensione possono derivare dallo stile alimentare appreso durante l’infanzia. Se la madre è in sovrappeso, questi rischi aumentano.
L’emulazione alimentare inizia presto
Il bambino osserva e imita i genitori fin da subito, anche durante l’allattamento, che aiuta a regolare le sensazioni di fame e sazietà. Per questo motivo, è importante che ogni famiglia abbia a disposizione un’ampia scelta di alimenti sani per creare una dieta variata, senza ricorrere a imposizioni o utilizzare il cibo come premio o punizione. Evitare di proibire completamente certi alimenti ricchi di zuccheri o grassi è altrettanto importante, poiché i cibi vietati diventano spesso i più desiderati.
Mangiare insieme: un’abitudine da coltivare
Un errore comune è mangiare separatamente, a turno. La presenza dei genitori a tavola è fondamentale per evitare di saltare i pasti e favorire il consumo di alimenti sani e porzioni equilibrate. Particolare attenzione va posta sulla colazione, spesso saltata. In Italia, un bambino su dieci non fa colazione, e uno su tre segue una dieta sbilanciata al mattino, con conseguenze negative sul loro appetito e sulle scelte alimentari durante la giornata.
Come incoraggiare i bambini a mangiare sano
Se il bambino rifiuta frutta e verdura, è importante non insistere. I modelli educativi che funzionano meglio sono quelli dove i genitori propongono il “fai come faccio io” invece del “fai come dico io”. Introdurre gradualmente nuovi alimenti, fin dallo svezzamento, abitua il bambino a sapori diversi, associando il gusto a emozioni positive. Anche la varietà è essenziale: insistere troppo su alimenti già rifiutati può creare resistenze.
Incoraggiare il bambino a consumare i pasti della mensa scolastica può essere un altro modo per garantire una dieta equilibrata, in un ambiente condiviso con i compagni.
Prevenire i disturbi alimentari
Osservare i comportamenti alimentari dei bambini è importante per individuare possibili difficoltà. I fattori di rischio, come sovrappeso e diabete, sono modificabili, e agire fin dall’infanzia è fondamentale. Cambiare abitudini alimentari da adulti è molto più difficile, quindi prevenire è la chiave per garantire una vita sana ai propri figli.
Fonte Adnkronos