I disturbi alimentari sono in crescita esponenziale, con un trend in continuo aumento negli ultimi 40 anni, soprattutto nei giovani e giovanissimi. Intercettarli precocemente è fondamentale “perché può, secondo la letteratura scientifica, rendere l’intervento di cura 40 volte più efficace”. E “le prime sentinelle per riconoscere i segnali iniziali della malattia sono l’odontoiatra e l’igenista dentale, adeguatamente formati, che individuano specifiche lesioni e segni alle mucose della bocca e ai denti”.
Lo spiega, all’Adnkronos Salute, Raoul D’Alessio, coordinatore nazionale delle presidenze provinciali e regionali del Sindacato unitario specialità ortognatodonzia (Suso) che insieme all’Albo degli odontoiatri (Cao) nazionale e all’associazione Andi punta a “preparare gli specialisti e gli igienisti dentali a fare sempre più attenzione ai campanelli d’allarme dei disturbi alimentari tra i giovani e giovanissimi pazienti che tendono a nascondere il loro problema”, aggiunge lo specialista.
D’Alessio sottolinea come gli ortognatodonzisti – che si occupano delle disarmonie dento-scheletriche nelle persone in crescita oltre che all’adulto – abbiano un osservatorio privilegiato in questo campo avendo la possibilità di valutare una vasta fetta di ragazzi e bambini. “I pazienti che soffrono di disturbi alimentari mostrano un’ampia variabilità di alterazioni orali, in particolare alcune lesioni della mucosa che necessitano di poco tempo per diventare clinicamente evidenti e possono essere scoperte precocemente rispetto all’insorgenza del disturbo alimentare”. Da qui l’importanza del ruolo dell’odontoiatra ma anche dell’igienista dentale nell’intercettazione, nella diagnosi, nella prevenzione di queste problematiche.
Le manifestazioni che si evidenziano nella bocca associate a disturbi del comportamento alimentare “sono molto specifiche quindi anche facilmente riconoscibili. Ci può essere per esempio erosione dentale, che deve essere differenziata da altri tipi di erosioni, come ad esempio quella dovuta alle bevande acide, o all’attrito e all’abrasione di altra natura che possono distruggere anche lo smalto. Tra i sintomi anche una minore salivazione. Durante i controlli, le visite il professionista deve essere preparato anche per valutare questi segni”. Ci sono anche “delle lesioni mucose legate per esempio alla bulimia che presuppone vomiti ripetuti. Da questi segni l’odontoiatra può capire che il paziente ha un comportamento alimentare patologico che si sta ripetendo. Purtroppo a volte l’odontoiatra e l’igenista prendono questo tipo di abrasioni, queste lesioni alle mucose un pochino sotto gamba. Perciò è fondamentale lavorare sulla formazione come stiamo cercando di fare con la Suso, in collaborazione con Cao e Andi”.
D’Alessio evidenzia ancora una volta come i dentisti “rappresentino la prima figura medica che può sospettare per prima un disturbo del comportamento alimentare e quindi lo può anche intercettare anoressia, bulimia o altre problematiche del comportamento alimentare e orientare il paziente o la famiglia verso le figure preposte alla presa in carico di queste patologie. Questo può garantire una elevata precocità dell’intervento che aumenta fortemente la possibilità di successo delle cure”.
Oggi “purtroppo questi disturbi, tendenzialmente negati e nascosti da chi ne soffre, insorgono circa due anni prima che il paziente venga preso in cura dallo psichiatra o comunque dal clinico che segue queste patologie alimentari. Quindi la loro intercettazione ‘all’origine’ porterebbe un vantaggio diagnostico notevole e di conseguenza a una prognosi più favorevole. Le lesioni orali sono di solito molto specifiche. I loro riconoscimento è alla portata di tutti gli odontoiatri e degli igienisti adeguatamente informati”, conclude D’Alessio.