Diciture come “light”, “senza zuccheri” e “senza calorie” sono ormai molto diffuse nei prodotti alimentari. Questi claim possono essere allettanti per chi vuole dimagrire o mantenere una dieta equilibrata. Tuttavia, è importante capire cosa si cela dietro queste etichette.
Altroconsumo ha analizzato i criteri che definiscono ciascuna di queste affermazioni, valutando se si tratta di scelte più salutari o solo di strategie di marketing.
Claim come “light” e “senza zuccheri”: cosa significano davvero?
Sulle etichette di molti alimenti troviamo spesso claim che richiamano l’aspetto “dietetico” dell’alimento: meno grassi e meno zuccheri sembrano essere sinonimo di maggiore salute. Ma queste indicazioni sono sempre veritiere? Va detto chiaramente: non è il ricorso a questi prodotti che permette di perdere peso.
Le regole per i prodotti light: zuccheri, grassi e calorie
Per ridurre il contenuto di zuccheri, grassi e calorie, i prodotti vengono appositamente formulati. Per riportare tali caratteristiche sull’etichetta, devono rispettare le regole del Regolamento Europeo 1924/2006. Ad esempio:
- Un prodotto con “basso contenuto di grassi” non deve contenere più di 3 g di grassi per 100 g nei solidi o 1,5 g nei liquidi.
- La dicitura “senza grassi” richiede meno di 0,5 g di grassi per 100 g o 100 ml.
- “Meno grassi” implica una riduzione di almeno il 30% rispetto alla ricetta classica o prodotti simili.
Simili regole si applicano ai grassi saturi. Ad esempio, un alimento con “basso contenuto di grassi saturi” non deve superare 1,5 g per 100 g nei solidi o 0,75 g per 100 ml nei liquidi. Anche qui, per il claim “a ridotto contenuto di grassi saturi” è richiesta una riduzione minima del 30%.
Latte scremato e zuccheri: cosa sapere
Nel caso del latte e dei derivati, le versioni “magre” non derivano da formulazioni speciali, ma dall’uso di latte scremato o parzialmente scremato invece di quello intero. Ad esempio, il latte intero contiene almeno il 3,5% di grassi, mentre il parzialmente scremato ha un contenuto inferiore.
Per quanto riguarda gli zuccheri, molti prodotti ipocalorici sostituiscono lo zucchero con edulcoranti. Le regole di etichettatura prevedono che un prodotto “senza zuccheri” contenga meno di 0,5 g di zuccheri per 100 g o 100 ml. La dicitura “senza zuccheri aggiunti” significa che non sono stati aggiunti monosaccaridi, disaccaridi o altri ingredienti con proprietà dolcificanti. Tuttavia, possono essere presenti edulcoranti.
Light, free from e ridotto: le interpretazioni corrette
Il termine “light” ha regole precise: indica una riduzione di almeno il 30% di un componente rispetto a un prodotto simile. La dicitura deve essere accompagnata da specifiche, come “-30% di grassi rispetto alla media delle patatine classiche più vendute”.
Queste riduzioni, però, non garantiscono automaticamente un alimento più salutare o meno calorico. La riformulazione può prevedere l’aggiunta di additivi, come conservanti, e la riduzione dei grassi non equivale sempre a una riduzione calorica significativa.
I consigli di Altroconsumo per un consumo consapevole
Prima di acquistare prodotti “light” o “free from”, è utile:
- Leggere la lista degli ingredienti e confrontarla con la versione tradizionale per verificare le variazioni nella formulazione.
- Controllare la tabella nutrizionale, confrontando i valori per 100 g e per porzione.
- Prestare attenzione al claim “senza zuccheri”: possono essere stati aggiunti edulcoranti, sconsigliati per bambini sotto i tre anni, donne in gravidanza e in allattamento.
- Evitare di utilizzare il termine “light” come pretesto per consumare quantità maggiori, azzerando i benefici.
Ad esempio, patatine light contengono meno grassi, ma restano uno snack ricco di sale, che andrebbe comunque limitato. È essenziale leggere con attenzione le etichette per scegliere consapevolmente e senza farsi ingannare dai claim.