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Dom. Dic 22nd, 2024

Per il 44% dei giovani tra 18 e 34 anni, la famiglia è il primo luogo in cui si acquisisce una corretta educazione alimentare, seguita dai social network (36%) e dalla scuola (30%). Il consenso su un’azione combinata casa-scuola è ampio: infatti, l’86% dei giovani ritiene che la scuola giochi un ruolo importante nell’educazione alimentare, e per il 93% è fondamentale che i percorsi educativi sul cibo vengano introdotti già nella scuola primaria.

Questi sono alcuni dei dati emersi dall’indagine “I giovani e il cibo“, condotta da Ipsos in occasione dell’assemblea 2024 di FipeConfcommercio, che ha esaminato valori e comportamenti alimentari dei giovani tra i 18 e i 34 anni, con l’intento di delineare i cardini di una nuova cultura alimentare.

Un rapporto evoluto con il cibo

L’indagine analizza anche come sia cambiato il rapporto dei giovani con il cibo. Per il 40% di loro, il cibo è legato al benessere, grazie alla freschezza degli ingredienti e alla semplicità delle preparazioni. Per il 35%, invece, cucinare è un modo per sperimentare, esprimere la propria creatività e divertirsi: 8 giovani su 10 cucinano almeno occasionalmente, e metà lo fa regolarmente. Oltre agli insegnamenti ricevuti in famiglia, principalmente dalla mamma, che per il 64% è la figura che ha maggiormente influenzato gusti e abitudini, i giovani si rivolgono alla rete per scoprire e realizzare piatti e ricette (lo fa il 79%, di cui il 32% spesso).

L’importanza dell’esempio nella famiglia

Il 67% dei genitori under 35 ritiene “molto importante” educare i figli a un’alimentazione sana e variegata. Un aspetto fondamentale di questo processo è dare il buon esempio: il 56% ritiene che i genitori dovrebbero essere un modello positivo per i propri figli. In questo contesto, il cibo è visto come una leva fondamentale per la salute e il benessere dei figli, oltre che un’opportunità per trasmettere valori come la convivialità e l’importanza della qualità del cibo che si consuma.

Il ruolo della ristorazione

La ristorazione svolge anch’essa un ruolo importante nel rapporto dei giovani con il cibo. Mangiare fuori casa è una pratica diffusa e apprezzata, considerata un’opportunità per uscire dalla routine quotidiana (35%), per incontrare amici e persone care (32%) e per gratificarsi mangiando qualcosa di diverso dal solito (32%). Tuttavia, il “portafogli” non sempre consente di soddisfare tutte le voglie, come sostiene il 51% degli intervistati.

Il cambiamento degli stili alimentari dei più giovani

Negli ultimi anni, gli stili alimentari dei più giovani sono cambiati significativamente. Il 63,7% dei bambini e ragazzi tra i 3 e i 14 anni considera il pranzo il pasto principale della giornata, un dato in calo rispetto al 75% del 2003. Al contrario, la cena è ora considerata il pasto più importante dal 20,7%, contro il 14,2% di vent’anni fa. Anche la colazione è meno seguita: l’83,7% dei bambini la consuma correttamente, rispetto al 92,9% nel 2003. I più piccoli, inoltre, stanno acquisendo i cattivi comportamenti alimentari dei genitori, facendo svanire le vecchie abitudini che suggerivano una buona colazione, un pranzo consistente e una cena leggera.

Il problema dell’obesità infantile in Italia

Gli effetti di questa evoluzione sono preoccupanti. In Italia, il 39% dei bambini tra i 7 e i 9 anni è in sovrappeso o obeso, una percentuale che supera di molto la media europea del 29%. Di questi, il 17% è obeso, un dato che colloca il nostro Paese al secondo posto in Europa per i livelli di obesità infantile.

Il ruolo centrale della scuola e della famiglia

Per contrastare questo fenomeno, è fondamentale il ruolo della famiglia, ma anche quello della scuola, che deve essere centrale nell’educazione alimentare e nel favorire la convivialità e la socializzazione. A tal proposito, il 53,1% dei bambini tra i 3 e i 5 anni pranza ogni giorno in mensa.

Il futuro dell’educazione alimentare

“Questi cambiamenti – conclude Stoppani – richiedono alle nostre imprese la capacità di adattarsi, di apprendere nuove competenze o di reinventarsi professionalmente in un contesto dove le innovazioni tecnologiche rendono rapidamente obsolete molte competenze e dove solo l’educazione è in grado di migliorare il destino delle persone”.

L’assemblea FIPE ha visto la partecipazione di Istituzioni e Associazioni, tra cui il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, il Ministro del Turismo Daniela Santanchè, la Vice Presidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, il Vice Presidente del Senato Gianmarco Centinaio, il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, la Presidente di Slow Food Barbara Nappini, oltre al Presidente FIPE Lino Enrico Stoppani. Tra i partecipanti anche il mondo delle imprese, con Andrea Illy, Mariella Organi e Riccarda Zezza, e quello accademico con il Prof. Andrea Segrè dell’Università di Bologna. L’incontro ha avuto come obiettivo quello di delineare strategie e azioni per promuovere una nuova cultura del cibo, con un ruolo educativo centrale per la scuola e una maggiore sensibilizzazione delle famiglie.

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