Espresso e cinema celebrano insieme il gusto della vita, confermando il caffè come uno dei simboli più amati della cultura italiana.
Ogni giorno è l’occasione perfetta per celebrare il caffè espresso, ma il 23 novembre lo è ancora di più: si festeggia infatti l’Espresso Day, dedicato a una delle varianti di caffè più amate e consumate al mondo. Con oltre 3 miliardi di tazzine di caffè bevute ogni giorno a livello globale, il metodo di estrazione più diffuso, simbolo dell’Italia, domina questa immensa passione.
Una storia tutta italiana: dal brevetto alla crema
La nascita del caffè espresso affonda le sue radici nell’ingegno italiano. Nel 1884, Angelo Moriondo brevettò la prima macchina da bar capace di estrarre rapidamente un caffè, simile alla velocità di un treno espresso, come descritto in un famoso manifesto pubblicitario del 1922. Da allora, le innovazioni italiane, come la macchina a leva del 1948 che introdusse la caratteristica crema color nocciola, hanno accompagnato l’evoluzione dell’espresso, rendendolo un simbolo riconosciuto del Made in Italy.
L’espresso e il cinema: un binomio inscindibile
Con il suo legame profondo con i valori italiani, l’espresso è stato protagonista anche del cinema, diventando una metafora della vita e della cultura italiana. Il bar, spesso la scenografia principale, si trasforma in un luogo magico dove personalità diverse si incontrano, unite dal rito della tazzina.
Nel celebre film La banda degli onesti, Totò usa il caffè per spiegare il capitalismo a Peppino, mentre in Vieni avanti cretino il cameriere Lino Banfi crea improbabili caffè corretti, mescolando humour e utopia. Il tifoso, l’arbitro e il calciatore porta l’espresso in una dimensione calcistica, con tazzine giallorosse che obbligano i laziali a baciare i colori della Roma.
Il caffè come rituale quotidiano
L’espresso diventa anche un rituale essenziale: in Bianco rosso e Verdone, Carlo Verdone lo usa per caricarsi prima di un viaggio, mentre in Il giorno in più, Fabio Volo lo trasforma in un momento di conoscenza tra i protagonisti. Da un gesto economico, come quello di condividere una tazzina in Baaria, a uno più furbo, come la colazione rubata da Roberto Benigni in Il mostro, il caffè al bar racconta diverse sfaccettature della quotidianità italiana.
Film come Bar Sport mostrano l’ossessione per la preparazione perfetta, mentre C’è ancora domani di Paola Cortellesi evidenzia il gusto personale, nonostante il giudizio del barista. E le infinite variazioni dell’espresso, come marocchino o macchiato, in Benvenuti al Nord sottolineano quanto il caffè sia una scelta personale, ma al tempo stesso un rito collettivo.
L’espresso: icona del lifestyle italiano
“L’espresso è il simbolo che più rappresenta la nostra storia e il nostro stile di vita,” afferma Michele Monzini, presidente del Consorzio Promozione Caffè. “Abbiamo inventato, migliorato e rinnovato questa bevanda, mantenendo sempre il gusto della tradizione e l’artigianalità che distinguono le aziende italiane. Non è un caso che il 62% degli italiani lo consideri il caffè più legato al nostro stile di vita anche all’estero. Bere un espresso significa ritrovare passione, ritualità e gestualità tipicamente italiane.”
10 caffè da gustare al cinema
- La banda degli onesti (Camillo Mastrocinque, 1956)
- Bianco rosso e Verdone (Carlo Verdone, 1981)
- Vieni avanti cretino (Luciano Salce, 1982)
- Il tifoso, l’arbitro e il calciatore (Pier Francesco Pingitore, 1983)
- Il mostro (Roberto Benigni, 1994)
- Baaria (Giuseppe Tornatore, 2009)
- Bar Sport (Massimo Martelli, 2011)
- Il giorno in più (Fabio Volo, 2011)
- Benvenuti al Nord (Luca Miniero, 2012)
- C’è ancora domani (Paola Cortellesi, 2023)