La polvere di caffè, residuo quotidiano spesso destinato alla spazzatura, può trasformarsi in un’opera d’arte. È questo il principio ispiratore che unisce estetica e sostenibilità, dove ciò che è scarto diventa risorsa, e la bellezza emerge da un gesto di riuso creativo. Se poi il caffè impiegato è prodotto in modo responsabile, rispettando l’ambiente e i lavoratori, la trasformazione assume un valore ancora più profondo.
L’idea nasce dall’amicizia tra l’artista Roberta Betti e Tiziana Tacchi, chef e proprietaria dell’osteria Il Grillo è Buoncantore. Legata ai valori di Slow Food, Tiziana utilizza un caffè di terroir dei Fratelli Bonacchi, aderente alla Slow Food Coffee Coalition. È stato proprio questo caffè a ispirare Roberta Betti, che ha creato un’opera di trash art, ovvero arte nata dai rifiuti. La polvere di caffè estratto, l’incarto della cialda Ten da 10 grammi e malta acrilica sono stati i materiali di base per la sua realizzazione.
Il caffè protagonista del progetto si chiama Typica, un 100% Arabica prodotto dalla comunità di Capucas, in Honduras, attraverso la cooperativa Cocafcal. Si tratta di un microlotto pregiato, coltivato a grandi altitudini, i cui chicchi vengono raccolti manualmente e sottoposti a essiccazione naturale su letti africani. Il risultato è un caffè dall’aroma floreale e dal bouquet che richiama note di bergamotto e lemongrass.
Il quadro, intitolato “Serie introspezione Typica”, vuole celebrare la bellezza e la forza racchiuse nella natura del caffè, oltre che il lavoro artigianale di chi lo produce. “Ogni graffio e ogni gesto sono un mezzo per incidere il colore e ritrovare la speranza – spiega Roberta Betti –. La miscela di caffè e i ritagli di confezione diventano nuova luce, un simbolo di rinascita.” L’opera, realizzata con tecnica mista e dimensioni di 24 x 18 cm, rappresenta un dialogo tra materia, natura e introspezione.
L’artista: Roberta Betti
Nata a Chiusi il 29 aprile 1969, Roberta Betti si dedica alla pittura dai primi anni ’90. Nel 2010 inaugura il suo Atelier nel centro storico di Chiusi, concentrandosi su opere dal forte impatto emotivo, che abbandonano la tradizione per esplorare linguaggi astratti e informali. Le sue creazioni, ricche di introspezione, sono state esposte in mostre personali e collettive a livello nazionale e internazionale. Tra le più recenti, la mostra del 2023 intitolata “Splendenti Rivelazioni” a Deruta (PG).
Attraverso il progetto “Serie introspezione Typica”, Roberta Betti dimostra come l’arte possa farsi portavoce di valori ambientali e sociali, trasformando materiali semplici in un potente simbolo di sostenibilità e bellezza.