Gli annunciati dazi statunitensi rappresentano una minaccia concreta per un mercato già fragile, aggravando una situazione economica complessa se non si diversificano i mercati e si evitano politiche di chiusura commerciale. È questo il monito di Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), che ha ribadito oggi, durante l’ultimo consiglio nazionale 2024 dell’associazione, la necessità di un’apertura strategica verso nuovi mercati e il sostegno all’accordo Mercosur.
“La diversificazione è essenziale – ha dichiarato Frescobaldi – dato che il 60% dell’export vinicolo italiano è concentrato su soli cinque mercati, con gli Stati Uniti che da soli rappresentano quasi un quarto delle esportazioni. Non possiamo permetterci di ignorare opportunità in mercati culturalmente affini, come Brasile e America Latina, che potrebbero offrire nuove prospettive commerciali”.
Un focus presentato dall’Osservatorio Uiv evidenzia come l’Italia sia il Paese europeo più esposto all’introduzione di eventuali dazi aggiuntivi da parte degli Usa. Nei primi nove mesi del 2023, gli Stati Uniti hanno rappresentato un pilastro per le esportazioni italiane di vino, registrando una crescita del +4,4%. Grazie a questa domanda, il calo complessivo delle spedizioni italiane verso i principali 11 mercati è stato contenuto a -1,5%. Senza il contributo del mercato americano, la contrazione sarebbe stata ben più marcata, toccando il -4,9%. Per confronto, la Francia, già colpita da un calo del -7,3%, subirebbe un impatto più contenuto, passando a -8,5%.
Unione Italiana Vini ha anche sottolineato l’importanza di strategie innovative, come l’apertura ai vini dealcolati, una nicchia che potrebbe rispondere alle esigenze di nuovi target e mercati emergenti.
Numeri e prospettive dell’Unione Italiana Vini
L’associazione, punto di riferimento per il settore vinicolo italiano, conta attualmente 812 soci che generano un fatturato complessivo di 10,6 miliardi di euro, includendo anche gli associati Anformape (specializzati in macchine e prodotti per l’enologia). In crescita anche la presenza giovanile all’interno di Agivi (Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani), che ha registrato un incremento del 10% nell’ultimo anno, raggiungendo quota 134 iscritti.
Frescobaldi ha concluso sottolineando la necessità di un’azione coordinata per affrontare le sfide globali: “Solo unendo innovazione, diversificazione e politiche commerciali aperte potremo garantire al vino italiano il ruolo di protagonista sui mercati internazionali”.