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Ven. Dic 13th, 2024

Il panorama dell’export di vino italiano registra un cambiamento epocale: per la prima volta, le bottiglie di spumante destinate all’estero (528 milioni) superano quelle di vini rossi e rosati (524 milioni), con un distacco ancora maggiore rispetto ai bianchi (460 milioni). Questo sorpasso, rivelato dall’analisi dell’Osservatorio Uiv basata sui dati Istat del terzo trimestre, sottolinea la crescita inarrestabile delle bollicine italiane, la cui produzione è quintuplicata negli ultimi vent’anni. L’Osservatorio Uiv-Ismea prevede che entro fine anno il settore infrangerà il record di un miliardo di bottiglie prodotte, con 355 milioni consumate durante le festività.

Paolo Castelletti, segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), commenta: “Tra i tanti traguardi dello spumante, questo è tra i più significativi. Lo sparkling italiano vince sui competitor grazie alla sua versatilità e alla tendenza cocktail globale, in gran parte ascrivibile al metodo Charmat e alla galassia Prosecco, che rappresenta solo il 6% del vigneto italiano ma sostiene l’export”.

La crescita dell’export di spumante traina il vino italiano

Gli spumanti sono i protagonisti indiscussi della crescita dell’export italiano di vino, che nei primi nove mesi del 2024 ha raggiunto quasi 6 miliardi di euro. Escludendo l’incremento in doppia cifra delle bollicine, il volume complessivo spedito dal vigneto Italia sarebbe passato dal +3,4% a un modesto +0,5%. Anche il valore del settore è in forte crescita, salendo a 1,7 miliardi di euro, pari al 29% del totale esportazioni di vino del Belpaese.

L’Italia si sta trasformando in uno “Sparkling Wine Country”, con gli spumanti già al primo posto rispetto a bianchi e rossi in Paesi come Regno Unito, Francia, Polonia, Spagna e Russia. Negli Stati Uniti, dove attualmente i bianchi rappresentano il 38% e gli spumanti il 37%, il sorpasso è previsto entro la fine dell’anno.

Prosecco: il simbolo del successo italiano

La forza trainante dello spumante italiano è il Prosecco, che da solo costituisce il 75% del totale delle bollicine esportate. Nei primi nove mesi del 2024, questa denominazione ha generato 1,3 miliardi di euro, provenienti da un’area viticola di circa 40.000 ettari che include Conegliano Valdobbiadene, Asolo e Prosecco Doc. Nonostante rappresenti solo il 6% del vigneto italiano, il Prosecco contribuisce per il 22% al valore complessivo dell’export di vino del Paese, con una crescita annua del 12%.

Il successo del Prosecco, oltre a confermare il prestigio del vino italiano, riflette una strategia vincente che unisce tradizione, qualità e capacità di rispondere alle tendenze globali.

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