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Mer. Dic 18th, 2024

Il fenomeno della shrinkflation, sempre più diffuso, è al centro dell’attenzione delle Associazioni dei consumatori del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU), che hanno incaricato Adoc, Assoutenti e Federconsumatori di rappresentarle nella Commissione di allerta rapida convocata oggi da Mister Prezzi.

Questo fenomeno, particolarmente ingannevole e aggressivo nei confronti dei consumatori, colpisce soprattutto i prodotti alimentari e quelli a elevata frequenza di acquisto. Pur apprezzando le disposizioni introdotte dal DDL Concorrenza, sono emerse numerose lacune e criticità che necessitano di interventi correttivi per tutelare realmente i consumatori.

Lacune nelle disposizioni contro la shrinkflation

La norma contenuta nel DDL Concorrenza si limita a disciplinare i casi in cui la shrinkflation avviene mantenendo il confezionamento del tutto inalterato. Tuttavia, in molti casi, i produttori possono introdurre formati leggermente diversi per aggirare l’obbligo di indicare la riduzione di quantità, evidenziando una grave lacuna nella normativa.

Un altro problema riguarda la determinazione del prezzo, che spesso non è noto al momento del confezionamento e può variare nella fase di distribuzione e vendita. Questo può facilitare l’uso di scontistiche temporanee che mascherano le riduzioni di quantità già avvenute a monte, ingannando i consumatori.

Dubbi sulle tempistiche e sull’efficacia della norma

La normativa attuale prevede l’obbligo di indicare la dicitura “Questa confezione contiene un prodotto inferiore di X (unità di misura) rispetto alla precedente quantità” per un periodo di sei mesi a partire dalla data di immissione in commercio del prodotto interessato. Tuttavia, la formulazione è troppo ampia e dovrebbe essere circoscritta al prodotto in quel determinato formato, estendendo il periodo di obbligatorietà a più di sei mesi, per garantire maggiore trasparenza ai consumatori.

Proposte per rendere la normativa più efficace

Per combattere realmente le speculazioni legate alla shrinkflation e garantire una tutela adeguata ai consumatori, sono necessari ulteriori interventi normativi:

  1. Evidenza delle quantità sul packaging
    È indispensabile introdurre l’obbligo per i produttori di evidenziare in modo chiaro e leggibile la quantità di prodotto contenuta nella confezione, destinando almeno il 15% della grafica della parte frontale o più evidente del packaging a questa informazione.
  2. Sanzioni contro le pratiche ingannevoli
    Qualsiasi pratica commerciale che inganni il consumatore sulle quantità di prodotto, inclusi gli stratagemmi sul confezionamento, deve essere classificata come pratica commerciale scorretta o ingannevole e inserita nell’elenco delle infrazioni previste dal Codice del Consumo. Questo garantirebbe un controllo più rigoroso da parte dell’AGCM.
  3. Monitoraggio e sanzioni
    È necessario disporre un sistema di vigilanza per monitorare l’impatto della shrinkflation sulla spesa delle famiglie e verificare la corretta applicazione delle norme. Inoltre, devono essere previste sanzioni adeguate per i produttori che violano o eludono le disposizioni vigenti.

Un passo necessario per tutelare i consumatori

Affrontare la shrinkflation con interventi mirati e sanzioni efficaci è fondamentale per evitare che i consumatori continuino a subire le conseguenze di pratiche commerciali ingannevoli. Solo con un controllo rigoroso, un’informazione chiara e norme adeguate si potrà arginare un fenomeno che mina la fiducia dei cittadini e il loro potere d’acquisto.

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