Negozi chiusi a Natale e Pasqua, Ferragosto e Primo Maggio, Capodanno e Santo Stefano. La proposta di legge di Silvio Giovine (FDI) della commissione Attività Produttive presentata alla Camera dal capogruppo Galeazzo Bignami. «Riteniamo che sia un provvedimento né di destra né di sinistra, ma semplicemente di buon senso. È dal 2012 che il decreto salva Italia del governo Monti ha tolto ai Comuni e alle Regioni la possibilità di decidere sulle aperture festive. La ratio del provvedimento è di incidere soprattutto sulla qualità della vita dei lavoratori, migliaia di impiegati che hanno tutto il diritto di poter trascorrere queste giornate di festa con le proprie famiglie», dice Giovine a Repubblica.
Coop disponibile a un confronto
Coop in merito alla Proposta di Legge avanzata da Fratelli d’Italia sulla chiusura obbligata nei giorni festivi interviene esprimendo un sostanziale apprezzamento e si dichiara disponibile a un confronto nel merito. “Siamo da sempre favorevoli a una migliore conciliazione fra tempi di vita e tempi di lavoro -commenta Ernesto Dalle Rive, Presidente Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) – e di fatto le nostre cooperative osservano già la chiusura nelle principali Festività laiche e religiose dell’anno. Un obbligo di legge andrebbe per quanto ci riguarda a ratificare una situazione già esistente estendendola all’intero comparto del commercio. Naturalmente occorrerà un confronto nel dettaglio per evitare impatti asimmetrici sui diversi operatori e i differenti territori. Crediamo che un numero molto limitato di chiusure festive obbligatorie possa essere un compromesso possibile tra le istanze dei lavoratori e l’esercizio di impresa senza generare disservizi per i consumatori e senza ledere i principi di liberalizzazione che ci hanno sempre visto favorevoli”.
Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali: preoccupati
“Preoccupa dover constatare come questa proposta tenga in considerazione solo alcuni degli effetti che una simile decisione può comportare, senza soffermarsi sulle esigenze dei consumatori, gli interessi delle imprese e le implicazioni sociali ed economiche”. Lo afferma Roberto Zoia, presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, in merito alla proposta sulla chiusura degli esercizi commerciali per un numero di sei festività all’anno.
“L’Industria dei centri commerciali, infatti, genera un impatto, – aggiunge Zoia – in termini di occupazione, di quasi 750 mila addetti, tra personale diretto e indiretto, che vanno assolutamente tutelati garantendo il lavoro, non diminuendolo. Senza contare che è proprio nei giorni festivi che registriamo il flusso più elevato di presenze, che contribuisce in modo determinante alla sostenibilità economica degli operatori. Infine, riteniamo che questa iniziativa creerebbe ulteriori asimmetrie competitive tra commercio fisico e le piattaforme di e-commerce, che già possono operare tutti i giorni dell’anno e 24 ore su 24”.